Giochi olimpici 2016: il CIO contesta la mancata stretta di mano di El Shehaby dopo incontro di Judo

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sabato 13 agosto 2016 In barba al clima pacifico che dovrebbe regnare ai Giochi olimpici, ieri al primo turno di incontri di judo della categoria dei pesi massimi si è verificato un fatto oltraggioso: sul tatami l'alteta egiziano Islam El Shehaby si è rifiutato di stringere la mano all'avversario israeliano Or Sasson dopo essere stato sconfitto con un ippon, generando gran disappunto tra il pubblico.

Gli incontri di judo sono terminati ieri, ma la polemica prosegue: il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha fermamente contestato l'atto, avviando una commissione disciplinare.

La mano era stata tesa da Or Sasson (arrivato in seguito al bronzo olimpico) come generalmente accade tra atleti, ma l'egiziano s'è irremovibilmente rifiutato di contraccambiare, motivandosi in seguito così: «Non ho alcun problema con gli ebrei o con persone di altra religione o di altri credo, ma per ragioni personali non mi si può chiedere di stringere la mano a chiunque venga da quello Stato, soprattutto di fronte al mondo intero.».

Parrebbe quindi che la religione non c'entri, ma si tratti di un problema politico non personalmente diretto ad Or Sasson, anche se i dubbi rimangono, in quanto l'egiziano ha dichiarato anche: «Stringere la mano al tuo rivale non è un obbligo scritto nelle regole del judo. Avviene tra amici e lui non è mio amico.». Stringere una mano non è un obbligo, è vero, ma neanche è vietato, infatti è generalmente una scelta di buon senso rapportata al contesto.

Questo è il caso più palese di mancanza di rispetto dei tre avvenuti verso israeliani in questi Giochi.

Va precisato che l'Egitto è stato il primo paese arabo ad aver firmato un accordo di pace con Israele (nel 1979), tuttavia molti egiziani ignorano tale status.

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