Mubarak parla all'Egitto: «Non mi ricandido»
mercoledì 2 febbraio 2011
Durante l'atteso discorso alla nazione, il presidente egiziano Hosni Mubarak annuncia l'intenzione di non riproporsi per il prossimo governo del paese. Nonostante la richiesta di dimissioni da parte dei manifestanti, il politico si dice intenzionato a restare fino a settembre, e si propone anzi come mediatore per un pacifico passaggio di consegne.
Il gesto del leader non soddisfa. Il capo dell'opposizione Muhammad al-Barade'i aveva chiesto che Mubarak lasciasse entro venerdì, e lo stesso Barack Obama è intervenuto sulla questione esprimendo il desiderio che la transizione inizi fin da subito. La popolazione intanto resta in piazza e grida "Vattene! Vattene!".
Secondo una nota dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navi Pillay, gli scontri della scorsa settimana potrebbero aver causato più di 300 vittime e circa 3000 feriti. Nel frattempo la voglia di cambiamento si estende ad altre nazioni: previste in Yemen e Siria manifestazioni analoghe a quelle egiziane, mentre il re Abd Allah II di Giordania, dopo tre settimane di proteste, ha ceduto alla richieste del popolo e ha nominato un nuovo esecutivo per attuare "vere riforme" per il paese.
Fonti
[modifica]- «Mubarak in tv: «Non mi ricandido». E auspica un passaggio di potere pacifico» – Corriere della Sera, 1 febbraio 2011.
- «Egitto: Pillay, forse 300 le vittime delle proteste» – AdnKronos, 1 febbraio 2011.
- «Mubarak: "Non mi ricandiderò" - Due milioni in piazza al Cairo» – la Repubblica, 2 febbraio 2011.
- [EN] – Anthony Shadid «Obama Urges Faster Shift of Power in Egypt» – The New York Times, 2 febbraio 2011.
- «Svolta in Giordania, il re licenzia il governo» – Il Giornale, 2 febbraio 2011.
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