Polonia, aborto vietato anche in caso di malformazione del feto

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Varsavia, sabato 24 ottobre 2020

Le proteste riguardo la legge sull'aborto avvengono da anni. In foto, una manifestazione del 2018 a Cracovia

Secondo la corte costituzionale polacca, abortire un feto malformato viola la Costituzione. La decisione è stata presa giovedì scorso, e va a rafforzare una delle leggi più restrittive sull'aborto in Europa.

L'aborto in Polonia[modifica]

La legge sull'aborto in Polonia fu approvata nel 1993, consentendo l'aborto del feto solamente in tre casi: stupro, pericolo di vita della madre e malformazione del feto. Secondo i dati ufficiali, nel 2019 sono stati effettuati in totale 1 100 aborti, 1 074 (il 98%) dei quali proprio per gravi malformazioni del feto. Per ovviare a questa legge stringente, spesso le mamme effettuano l'aborto all'estero o clandestinamente.

La sentenza di giovedì[modifica]

Il verdetto della corte è stato dato dalla presidente del tribunale Julia Przylebska. È da anni che il partito di destra Diritto e Giustizia si è dichiarato a favore di un inasprimento della legge sull'aborto, appoggiato anche dalla Chiesa polacca. Quest'ultima, anche in opposizione alle idee di Papa Francesco, considera la comunità LGBT «peste arcobaleno, la pandemia più pericolosa del momento, letale per la nazione cristiana così come furono letali i decenni della dittatura comunista».

Giovedì Przylebska ha comunicato che i giudici supremi considerano l'aborto in caso di malformazioni del feto «incompatibile con la Costituzione».

Decine di donne erano fuori al tribunale a protestare durante il giorno della sentenza. Krystyna Kacpura della Federazione per le donne ha assistito alla seduta della Corte, dichiarando: «è un’infamia dello Stato polacco: i giudici si sono dichiarati contro l’eugenetica e a favore del diritto alla vita dei neonati, anche se malati, dimenticando che si tratta molto spesso di feti incapaci di vivere in modo autonomo». È intervenuto sul caso anche Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo: «decidere sul divieto di aborto, nel pieno dell’epidemia che si sta diffondendo, non è solo cinismo, è di più: si tratta di malvagità politica». L'ex presidente ha anche ricordato che la sentenza è stata decisa da giudici non imparziali, essendo la maggioranza di loro influenzata dal Diritto e Giustizia.

Fonti[modifica]