Referendum del 17 aprile sulle trivellazioni petrolifere
venerdì 15 aprile 2016
Domenica 17 aprile si vota per il referendum sulle trivellazioni petrolifere. Il quesito sul quale il popolo italiano è chiamato a decidere riguarda la durata delle concessioni, che in Italia sono perenni, fino ad esaurimento del giacimento.
Si tratta di una questione economica, data dal fatto che la società estrattrice che riceve la concessione deve pagare ogni anno allo Stato il 7% di royalty, ad esclusione delle prime 50 mila tonnellate di petrolio che sono esenti dal pagamento.
Grazie a questa franchigia, solo 18 su 69 concessioni in mare pagano le royalty e solo 22 su 133 a terra. Questo perché le aziende preferiscono estrarre lentamente dai pozzi giusto per non pagare.
Votando SÌ a questo referendum si obbligano le aziende petrolifere ad estrarre tutto il petrolio contenuto dal pozzo entro un tempo limite, superando quindi la soglia minima e facendo pagare le royalty allo Stato. Votando NO si lascia in vigore la legislazione attuale. Perché il risultato sia valido, deve esser raggiunto il quorum, cioè deve andare a votare almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto.
È da ricordare che in Italia la tassazione delle ditte petrolifere è estremamente bassa, se confrontata per esempio alla tassazione dell'80% sugli utili presente in Norvegia.
Il referendum è stato proposto dai consigli regionali di Veneto (LN), Liguria (FI), Marche (PD), Molise (PD), Puglia (PD), Campania (PD), Sardegna (PD), Basilicata (PD) e Calabria (PD).
Fonti
[modifica]- Luisiana Gaita «Trivellazioni, cosa c’è dietro quelle condizioni fiscali «troppo favorevoli» concesse ai petrolieri dallo Stato italiano» – Il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2016.
- Marina Forti «Sei risposte ai dubbi sulle trivelle» – Internazionale, 12 aprile 2016.
- Stefano Vergine «Referendum Trivelle, 10 cose da sapere per votare informati» – l'Espresso, 11 aprile 2016.
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