Rigurgiti omofobi in Abruzzo

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martedì 28 agosto 2012

Manifestazione di Forza Nuova di fronte al Castelvecchio di Verona

Il dibattito su un possibile riconoscimento, anche in Italia, di un sistema di diritti per le coppie omosessuali, al pari di quanto succede in altri paesi del mondo occidentale, sta crescendo, con la sua coda di distinguo e polemiche, man mano che ci si avvicina alla possibile scadenza elettorale prevista per il prossimo anno.

L'iniziativa di Forza Nuova[modifica]

Oggi, martedì 28 agosto, la temperatura dei commenti han raggiunto il calor bianco dopo che, in Abruzzo, il coordinamento regionale di Forza Nuova, organizzazione di estrema destra, è passato al contrattacco con affissioni di manifesti inneggianti a un'Italia che «ha bisogno di figli, non di omosessuali». La slogan omofobico, su fondo rosso e a caratteri cubitali, campeggia sull'immagine inequivocabile di un'allegra e sorridente famigliola eterosessuale composta da due genitori e due figli, un quantitativo al di sotto della crescita zero.

A chiarire meglio il pensiero che ispira gli autori dell'iniziativa, è lo stesso coordinatore regionale, Marco Forconi, che si esprime, sull'omosessualità, con parole destinate ad acuire ancor di più la polemica: «proviamo ribrezzo e repulsione per quella che consideriamo una patologia».

La campagna è iniziata nel comune di Ortona, in provincia di Chieti, in risposta a un'iniziativa dell'ARCI contro l'omofobia, ma l'organizzazione di estrema destra già annuncia di volerla estendere a tutto l'Abruzzo, non solo a colpi di manifesti, come fatto finora, ma anche attraverso volantinaggi e gazebo informativi per strada.

Reazioni e appelli[modifica]

La vicenda ha suscitato le reazioni sdegnate di associazioni impegnate per l'affermazione dei diritti civili, contro discriminazione e omofobia. Il comportamento è stato stigmatizzato come un «gravissimo segnale di intolleranza» che non è possibile sottovalutare, una «campagna di odio ideologico e omofobo» da «respingere con forza» con un appello «a tutti gli attivisti, i militanti, le forze sociali, civili e politiche di condannare e di respingere il razzismo e l'omofobia delle formazioni neofasciste e di sostenere le campagne democratiche e civili di difesa e affermazione dei diritti di tutte le persone, qualunque sia la loro scelta sessuale o la loro provenienza geografica».

Fonti[modifica]