Ritrovato l'HMS Sidney

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domenica 16 marzo 2008 Australia, uno dei misteri dei Mari della Seconda guerra mondiale ha trovato una risposta almeno parziale: il relitto dell'HMAS Sydney è stato ritrovato, dopo 66 anni dalla scomparsa, due terzi di secolo in cui la sorte finale della nave e dell'equipaggio è rimasta del tutto ignota.

Il Sydney nel 1940.

La mattina del 19 novembre 1941 il Sydney si avvicinò a una nave non meglio identificata, che asseriva di essere la nave trasporto olandese Straat Malakka e che si ritrovava dalla parte del sole rispetto all'incrociatore australiano.

Il Sydney, valida nave armata con 8 cannoni da 152 mm e pezzi minori, era la veterana di un anno di guerra soprattutto in Mediterraneo dove aveva contribuito ad affondare il similare Bartolomeo Colleoni durante la Battaglia di Capo Spada. Era certamente una nave esperta in una guerra convenzionale, avendo combattuto in Mediterraneo assieme alla Mediterranean Fleet e diventando assieme all'HMS Ajax una delle migliori e più temute navi del Commonwealth, pur essendo solo un incrociatore leggero.

Tutto questo bagaglio d'esperienza non ebbe però nessun peso in questo caso, allorché la nave "olandese" venne affiancata a meno di 1600 m di distanza, in navigazione parallela e controsole, senza particolari accorgimenti di sicurezza. La bandiera olandese lasciò con grande rapidità il pennone, sostituita da quella da guerra tedesca. Non si trattava di un mercantile alleato, ma della nave corsara Kormoran, una grande imbarcazione da 164 m con motore diesel-elettrico, stazzante 19.900 t. e armata con 6 cannoni da 150 mm, 2 lanciasiluri da 533 mm, mitragliere antieree, 320 mine, 1 motosilurante e 2 idrovolanti. Il tutto era abilmente mimetizzato, sicché l'incrociatore inglese si ritrovò all'improvviso sottoposto ad una grandinata di proiettili che squarciarono la sua leggera corazzatura protettiva ad alzo zero. Il Sydney era spacciato, ma riuscì a restituire il colpo sparando a ritmo costante, nonostante fosse in fiamme, contro la nave corsara tedesca. Questa venne abbandonata dall'equipaggio e saltò in aria quando le fiamme arrivarono al deposito mine. La Kormoran era una veterana della guerra di corsa al traffico nemico, e aveva già affondato 11 navi per 68.289 t di stazza in una crociera di 352 giorni. Tutto quello che si sa di questo scontro è dovuto alla testimonianza dei superstiti tedeschi. Il Sydney, invece, sparì alla vista avvolto dalle fiamme, e la sua agonia è rimasta un mistero assoluto. Nessuno ne seppe più nulla: fu la nave più grande che sia andata persa con tutto l'equipaggio durante la Seconda guerra mondiale.

La fine di questa grande nave, mai individuata da quel giorno del novembre 1941 ha avuto almeno una risposta, almeno su dove essa sia attualmente: il relitto, individuato al sonar, giace non molto distante dal Kormoran (recentemente scoperto), a circa 2.500 m di profondità e 100 miglia dalla costa australiana. È largamente intatto, e data la sua sorte e quella dell'equipaggio verrà considerato una tomba di guerra per i 645 uomini. Perché nessuno di loro si sia salvato nonostante che 317 dei 397 del Kormoran siano invece sopravvissuti allo scontro, è e forse resterà un mistero. Non pare che la nave sia esplosa o sia affondata in maniera catastrofica.

L'unica altra nave che ebbe una sorte simile fu l'HMS Neptune, perso in Mediterraneo con un solo superstite durante la Prima battaglia della Sirte contro gli italiani. In questo caso la dinamica fu chiara, essendo questo incrociatore leggero (molto simile al Sydney) finito su 4 mine durante una missione notturna; la prima venne fatta detonare dal paramine prodiero, la seconda colpì la nave danneggiandola, la terza mentre cercava di uscire in retromarcia dalla zona minata e la quarta mentre era alla deriva priva di controllo, tanto da rovesciarsi e affondare rapidamente, rovesciandosi di lato. I soccorsi ai naufraghi furono insufficienti anche perché contemporaneamente altre navi inglesi finirono sulle mine, riportando vari danni. Pochi si salvarono su di una scialuppa, ma solo uno era ancora vivo quando venne ritrovato.

Fonti[modifica]