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Roma: famiglia di cinghiali abbattuta in un parco

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Roma, lunedì 19 ottobre 2020

Venerdì sera presso il giardino Mario Moderni del quartiere Aurelio, a Roma, si è proceduto all'abbattimento di una famiglia di cinghiali (Sus scrofa), previamente confinata nel parco, nonostante le proteste dei cittadini ivi presenti.

Il fatto

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Nella sera di venerdì 16 ottobre presso il giardino Mario Moderni (Municipio XIII) una famiglia di cinghiali, composta da una madre con sei cuccioli, è stata abbattuta da una pattuglia della Polizia locale della Città metropolitana di Roma Capitale su richiesta del dipartimento ambiente comunale in attuazione del protocollo d'intesa firmato con la regione Lazio. Stando alla testimonianza della deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente e fondatrice dell'associazione Leidaa (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente), la quale si era offerta di "prendere in carico" i suddetti animali, nonostante i tentativi di mediazione sia con il comune che con la regione non si è potuta evitare l'uccisione dei sette cinghiali. Brambilla aveva infatti tentato di convincere, ricevendo pareri positivi dagli entri preposti, ad adottare misure alternative all'uccisione degli animali. Visto lo svolgersi degli eventi la deputata ha deciso di denunciare il comune.

Tuttavia il presidente della commissione ambiente di Roma Capitale Daniele Diaco ha respinto le accuse rivolte al comune sostenendo che la scelta sia stata "obbligata" dalla regione, ente territoriale per legge preposto alla "gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica" (in base all'articolo 1 della legge 11 febbraio 1992, n. 157). La stessa regione ha tuttavia respinto le accuse per bocca dell'assessore agricoltura, promozione della filiera e della cultura del cibo, ambiente e risorse naturali Enrica Onorati, sostenendo che le posizioni propugnate dal comune siano "quantomai surreali".

A margine della vicenda, stando alla stessa Brambilla, un dirigente del dipartimento ambiente del comune, Marcello Visca, le avrebbe rivolto pesanti insulti sessisti. Questi ultimi hanno portato il sindaco di Roma Virginia Raggi ad esprimere la propria solidarietà a Brambilla, che in ogni caso si è detta pronta a denunciare il comune anche per il comportamento inadeguato del dirigente.

Il comune, per volontà del sindaco Raggi, ha istituito una commissione d'inchiesta amministrativa per accertare le responsabilità dell'accaduto.

« Sindaco Raggi il suo dirigente Marcello Visca ieri sera ha dato l ordine di sterminare la famiglia dei cinghiali che @leidaa_onlus aveva preso in carico e mi ha rivolto insulti sessisti irripetibili. Come sindaco ma ancor prima come donna non può permetterlo. Lo rimuova!  »
« Esprimo la mia solidarietà a @mvbrambilla per gli insulti sessisti che ha raccontato di aver ricevuto ieri sera. La violenza, anche verbale, è sempre da condannare.  »

Il protocollo d'intesa del 2019

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A causa del proliferare dei cinghiali all'interno del territorio di Roma, principalmente in ambito urbano dove sono considerati a tutti gli effetti "animali pericolosi per la salute e l'incolumità pubblica" ai sensi della legge 7 febbraio 1992, n. 150, il comune ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la città metropolitana di Roma Capitale e la Regione Lazio al fine di migliorare il sistema di gestione degli esemplari di Sus scrofa nel territorio comunale. Tale protocollo è entrato in vigore con deliberazione di giunta n. 190 del 27 settembre 2019 e ha durata triennale con possibilità di proroga.

Tra i tre enti sono quindi ripartite le responsabilità:

  • la regione Lazio ha il compito di predisporre e attuare piani di gestione del cinghiale; inoltre l'ente è incaricato di assicurare la raccolta delle informazioni disponibili e pertinenti al fine di coordinare gli interventi necessari per il contenimento degli animali in aree urbane e periurbane e di collaborare con le ASL locali e i servizi veterinari per i servizi necessari agli interventi (preparazione dell'anestetizzante, eutanasia e controllo igienico-sanitario delle carni). Essa inoltre avrebbe dovuto individuare e rendere operativa una struttura in grado di ricevere animali vivi entro giugno 2019;
  • la città metropolitana di Roma Capitale ha il compito di effettuare gli interventi di cattura o abbattimento con il supporto del personale veterinario e della ASL competente e collaborare con il comune e ad altri eventuali soggetti negli interventi di cattura;
  • Roma Capitale invece si fa carico di raccogliere le segnalazioni relative alla presenza di cinghiali in ambito urbano oltre che di diminuire le cause principali di avvicinamento dei cinghiali ai centri urbani (ad es. presenza di rifiuti in particolar modo organici, scarsa pulizia delle aree pubbliche come parchi e altre aree verdi e foraggiamento degli ungulati[1] da parte della cittadinanza) e assicurare le dovute sanzioni nei confronti dei trasgressori delle norme in materia di foraggiamento; il comune ha altresì la responsabilità di coordinare e programmare gli interventi, provvedere allo smaltimento delle carcasse degli animali abbattuti e collaborare con i servizi veterinari delle ASL competenti e con tutti gli enti coinvolti.

Note

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  1. Il foraggiamento di cinghiali (Sus scrofa) a partire dal 2016 ai sensi della legge 28 dicembre 2015 è a tutti gli effetti un reato punibile con l'arresto da due a sei mesi o con l'ammenda da 516 a 2 065.

Fonti

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Wikipedia
Wikipedia

Wikipedia ha una voce su Sus scrofa.

Protocollo d'intesa

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