Sabotaggio Nord Stream, Premio Pulitzer Seymour Hersh accusa Biden

Questa notizia contiene informazioni turistiche
Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

giovedì 9 febbraio 2023

Un articolo del giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh ha riacceso l'attenzione internazionale sul caso del sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2, di proprietà della Germania, danneggiato da diverse esplosioni nel settembre dell'anno scorso. Nonostante siano passati cinque mesi, nessuna delle indagini di diversi paesi limitrofi al gasdotto è riuscita a evidenziare un esecutore né un mandante. Hersh, avvalendosi nella sua inchiesta di una fonte tuttora anonima ma "con conoscenza diretta della pianificazione", accusa direttamente il presidente statunitense Biden di aver autorizzato il piano segreto che avrebbe poi portato al danneggiamento di tre dei quattro gasdotti che dalla Federazione Russa convogliavano gas verso la Germania e quindi verso il resto dell'Europa.

Il piano sarebbe stato composto da due fasi. Nella prima fase, utilizzando come copertura l'operazione BALTOPS 22 di giugno 2022, i sommozzatori della marina statunitense avrebbero piazzato del C4 sui gasdotti. Durante la seconda fase invece, diversi mesi dopo, gli esplosivi sarebbero stati fatti detonare tramite il segnale di una boa sonar lanciata da un aereo norvegese. Il lungo lasso di tempo tra i due eventi avrebbe così permesso agli Stati Uniti di non essere collegati con il sabotaggio.

Precedentemente allo scoppio delle ostilità tra Russia e Ucraina, il presidente statunitense aveva minacciato di bloccare il progetto del gasdotto in caso di un'azione militare di Mosca. Ciò ha immediatamente portato gli Stati Uniti sotto i riflettori nel momento in cui i primi dati su un possibile sabotaggio dei gasdotti sono cominciati a emergere. La risposta dalle portavoci della Casa Bianca e della CIA, Adrienne Watson e Tammy Thorp, è stata secca: "Questo è completamente falso e una totale invenzione".

Fonti[modifica]