Sarà posta la fiducia al Parlamento sulla manovra-bis

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1 agosto 2006

«Con 600 emendamenti la fiducia è inevitabile»: con queste parole, il premier Prodi si è espresso sull'approvazione della cosiddetta manovra-bis, che contempla sia la correzione dei conti pubblici sia il pacchetto Bersani-Visco sulle liberalizzazioni e sul fisco. «Se si vuole approvare subito il provvedimento, allora la fiducia è inevitabile», ha precisato il Professore, che ha aggiunto: «Secondo me la fiducia la vuole più l'opposizione che il governo perché i 600 emendamenti sono loro e... si deve pur andare in vacanza».

Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ha comunicato che la questione di fiducia sarà posta anche alla Camera «se no non ci saranno le condizioni che il decreto diventi legge prima della pausa estiva». L'annuncio è stato dato al termine della conferenza dei capigruppo di maggioranza di Montecitorio.

Le reazioni[modifica]

«Che c'entrano i 600 emendamenti con la richiesta di fiducia? L'altro giorno al Senato sull'indulto abbiamo votato 1.500 emendamenti senza problemi, in poco tempo, senza bisogno di mettere alcuna fiducia. La verità è che serve una buona gestione d'aula e una maggioranza reale, cose che evidentemente mancano»: questo il commento del Vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega Nord), appresa la decisione del Governo.
«Siamo pronti a ritirare 596 nostri emendamenti alla manovra se la maggioranza ne vota quattro: in quel caso, il provvedimento si potrà approvare in 10 minuti e senza fiducia»: questo il contenuto di un intervento del capogruppo di Alleanza nazionale alla Camera, Ignazio Larussa, che precisa: «Se c'è l'accordo va bene, sennò state zitti e Prodi non dica più fesserie da mortadella sottolineando che siamo noi che vogliamo la fiducia perché vogliamo andare in vacanza».

Fonti[modifica]