Scoperta una "clinica degli orrori" a Milano
martedì 10 giugno 2008
La Guardia di Finanza, sotto la direzione dei PM Tiziana Siciliano e Grazia (oltre al GIP Micaela Serena Curami), ha arrestato due persone e disposto i domiciliari per altre dodici. Tra queste, tredici medici e il rappresentante legale della clinica Santa Rita.
Le accuse sono di truffa, falso ideologico, falsificazione delle cartelle cliniche e soprattutto, una serie di interventi inutili o dannosi che hanno provocato lesioni gravi o gravissime per circa novanta persone, oltre alla morte di cinque pazienti. Infatti, tra le accuse mosse agli indagati (in tutto, non meno di diciotto), figura anche l'omicidio volontario aggravato da crudeltà.
Per smascherare questa colossale truffa è stato necessario ricorrere alle intercettazioni, che proprio in questi giorni sono sotto il dibattito per ridurne l'uso. Ma la Pradella spiega: «Senza le intercettazioni non si sarebbero individuati i casi di omicidio volontario».
In breve, si tratta di un'indagine che ha portato allo scoperto un'associazione per delinquere che, secondo le accuse, aveva lo scopo di intascare soldi per operazioni chirurgiche da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Per ora sono stati sequestrati 2,5 milioni di euro e 4 000 cartelle cliniche. I capi d’accusa sono estremamente gravi: polmoni asportati per la sola presenza di tubercolosi, asportazione di mammelle per la presenza di noduli; una signora di 88 anni operata di tumore tre volte in tre mesi per ottenere il rimborso (12 000 euro) quando sarebbe bastato un solo intervento.
Un paziente è morto per la recisione accidentale dell'arteria aorta all'altezza del cuore, durante uno di questi interventi superflui ai polmoni; consensi per l'operazione non firmati dai pazienti, persino contro il parere del medico curante. E l'intimidazione psicologica: «Quando un medico ti dice che hai un tumore - si instaura con lui un rapporto 'chiavi in mano’, ti fidi» dice la PM Pradella, che aveva chiesto il carcere per tutti e 14 gli indagati. Uno di questi è il potente proprietario e al contempo, amministratore unico del Santa Rita, il notaio Francesco Paolo Pipitone.
Non è da adesso che l'inchiesta è partita: oggi è solo l'esito finale delle indagini nate nel 2006, in seguito a una denuncia anonima, forse di un paziente.
Tornando al notaio Pipitone, la sua posizione è stata chiarita da alcune intercettazioni: per esempio quando dei medici fuori dal giro, ma in qualche modo informati dei fatti, dicono al telefono:
«Quindi questo è l´ennesimo mezzo che danno a questi proprietari di merda di speculare, perché parliamoci chiaro quando un intervento vien pagato 8.000 euro e noi ne prendiamo 700 gli altri 7.300 se li intasca il Pipitone»
I problemi dei rimborsi eccessivi non nascono da oggi. La sanità lombarda ha un bilancio di 17 miliardi di euro, di cui diversi miliardi vanno alle cliniche private. E secondo il sistema Dgr (una prestazione, un compenso determinato), è facile, volendo, gonfiare le prestazioni e chiedere un rimborso di pari entità, e spesso anche maggiore. Questo sistema era particolarmente utile per scoraggiare i ricoveri: prima erano infatti rimborsati alle cliniche i giorni di ricovero, il che portava a gonfiare le degenze. Con il sistema 'a prestazione' sarebbe stato più razionale e rapido gestire il paziente. Ma questo sistema abbisogna in tutti i casi di controlli.
Si è resa però necessaria una delibera del marzo 2007 perché venisse abolito l'obbligo di notificare con 48 ore d'anticipo le ispezioni, con tanto di specificazione sulle cartelle da prendere in consegna. Questi limiti erano stati posti in Lombardia, ma i primi scandali non hanno mancato di scoppiare. Tutti questi soldi richiedono anche la saldezza morale dei controllori, non sempre garantita: tanto che la responsabile del Noc, Nucleo operativo di controllo dell'Asl milanese, è stata a sua volta indagata per favoreggiamento.
Più in generale, i controlli fatti su 8 milioni di cartelle cliniche da parte della Finanza hanno evidenziato casi clamorosi: asportazioni di nei con un rimborso di 14 mila euro, interventi da day-hospital da 50 mila euro, e così via. Quanto alla clinica S. Rita, questa venne fondata nell'immediato dopoguerra, nel '46. È stata ampliata recentemente fino a diventare un palazzone da 8 piani e 3 di seminterrato, approvati a forza di deroghe e nonostante le norme urbanistiche e l'opposizione degli abitanti del quartiere.
Non è il primo caso: l'anno scorso è stato arrestato il proprietario della clinica S. Carlo, Marina Sassaroli, 79 anni, assieme ai figli, componenti del consiglio d'amministrazione e una schiera di altri personaggi, inclusi medici e chirurghi. Nell'indagine è stato appurato di casi d'asportazione di lipomi che anziché i già sostanziosi 7 300 euro sono stati pagati per 265 000 euro di rimborso statale; asportazioni di cisti che da 13 700 euro sono lievitate a 495 000; piercing costati 2 952 euro all'SSN.
Giuseppe Rotelli, considerato il "re" della sanità lombarda, consulente dell'ex ministro della sanità Girolamo Sirchia, è stato condannato recentemente a tre anni per tangenti proprio sulla sanità. È il proprietario di circa 20 case di cura lombarde da 4 000 posti letto e un miliardo di fatturato, tanto da investire in Rcs Media Group con il 5% delle azioni e l'opzione per comprarne un altro 6%.
Fonti
[modifica]- «Casa di cura, crudeltà e omicidi per i rimborsi» – l'Unità, 10 giugno 2008.
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