Siti porno bloccati in Thailandia, il popolo è in protesta

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mercoledì 4 novembre 2020

Martedì il governo thailandese ha deciso di bloccare il famoso sito pornografico Pornhub e altri 190 siti con contenuti porno, provocando proteste sia nelle piazze che sui social media, dove è spopolato l'hashtag #SavePornHub.

Perché questo blocco?[modifica]

La motivazione del blocco è da ricercare in una legge thailandese, la quale reputa un crimine informatico caricare contenuti pornografici su internet o di gioco d'azzardo. Da qui è nato l'hashtag #SavePornhub su Twitter, piattaforma di microblogging.

[EN]
« #SavePornHub Thai Gov violates #OnlineFreedom by blocking access to Pornhub, only to hide video of #King ex-wife naked during their dog’s birthday! #Thailand must stop weaponizing Computer Crime Act 2 control internet!😡 »
[IT]
« #SavePornhub Il governo thailandese viola la libertà digitale bloccando l'accesso a Pornhub, solo per nascondere il video della ex moglie del re nuda durante il compleanno del loro cane! La Thailandia deve smetterla di utilizzare come arma la legge sul crimine informatico per controllare internet!😡 »

La Thailandia rientra fra i primi venti paesi per traffico su Pornhub, e si stima che la media di tempo trascorso sul sito sia di 11 minuti e 21 secondi al giorno, la più alta al mondo. Decine di manifestanti appartenenti al gruppo "Anonymous Party" stanno protestando davanti alla sede del ministero per il Digitale, nella capitale, portanto cartelli e striscioni con scritto «Pornhub libero» e «Vogliamo Pornhub».

Secondo Emilie Pradichit, direttrice della Manushya Foundation, un'associazione che si batte per i diritti digitali, questa decisione dimostra che la Thailandia è «un paese di dittatura digitale, con i conservatori al potere che cercano di controllare ciò che i giovani possono guardare, dire e fare online».

Fonti[modifica]