Somalia: il Buccaneer ostaggio dei pirati

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martedì 14 aprile 2009

Impossibile per ora liberare il "Buccaneer" con un blitz del Comsubin. Lo rende noto la Repubblica, citando una non meglio precisata fonte del governo italiano, per la quale i blitz militari francese e statunitense dei giorni scorsi, che hanno liberato imbarcazioni delle rispettive bandiere sequestrate nella stessa area, avrebbero ormai vanificato l'indispensabile effetto-sorpresa e messo sull'allerta i pirati: «Adesso gli ostaggi del Buccaneer saranno praticamente inavvicinabili, un'azione per liberarli sarebbe ad altissimo rischio». Secondo La Stampa il ministero degli esteri italiano avrebbe invitato al «massimo riserbo» sulla vicenda.

Il mercantile italiano "Buccaneer", un rimorchiatore d'altura di 75 metri di proprietà della Micoperi Marine Contractors di Ravenna, è stato catturato dai pirati l'11 aprile scorso nelle ormai pericolosissime acque del Corno d'Africa, a circa 60 miglia al largo di Aden, lungo le coste dello Yemen. A bordo dell'imbarcazione si trovavano 16 membri di equipaggio, in maggioranza italiani. Al momento della cattura la nave viaggiava a circa 5 nodi ed aveva a rimorchio due bettoline scariche, che portava da Singapore a Suez; le chiatte sono presumibilmente state lasciate andare alla deriva, mentre il Buccaneer sarebbe stato avvistato dai satelliti alla fonda al largo del villaggio di Lasqorey, sempre nel Puntland.

Il nome della nave, che significa bucaniere, cioè "pirata caraibico", assume in questo frangente un significato beffardo; la notizia dell'abbordaggio è stata inviata dal personale di bordo via e-mail alle 12:07 di sabato, e riferisce La Stampa che, con un pizzico di amara ironia il testo era semplicemente «Nave attaccata da bucanieri...». Le comunicazioni radio si sono interrotte 6 minuti dopo il mayday, ricevuto dalla nave da guerra portoghese Corte-Real, che però - riferisce Reuters - era troppo distante per intervenire.

Ignota la sorte dell'equipaggio: non si sa infatti se i 10 italiani, 5 romeni ed un croato che erano a bordo, siano ancora sulla nave o se siano stati sbarcati. I pirati che si sono impadroniti del rimorchiatore sarebbero 10, a detta di un personaggio del milieu dei pirati, variamente descritto dalle agenzie di stampa come portavoce o come uno dei capi dell'organizzazione criminale; la nave sarebbe anche scortata da tre battelli veloci.

La fregata Maestrale della Marina Militare italiana, alla ricerca in queste ore del Buccaneer nelle acque somale

La Micoperi ha nel frattempo chiesto il «silenzio-stampa fino a data da destinarsi» sulla vicenda: «Ma anche se non ci fosse avremmo proprio niente da dichiarare», dice a La Stampa una fonte della compagnia dell'armatore Silvio Bartolotti, il quale confida a la Repubblica che fonti di paesi vicini gli avrebbero comunicato che «l'equipaggio sta bene». Anche Andrew Mwangura, per l'East African Seafarers Assistance Program, riferisce dal Kenya che «stanno bene, sono salvi e salvi».

Tutte le fonti giornalistiche suggeriscono che siano attualmente in corso trattative per il pagamento di un riscatto. Repubblica riporta che «Tutti realisticamente hanno scelto la via della trattativa», e del resto lo stesso Bartolotti aveva dichiarato allo stesso giornale che «la sicurezza degli uomini non ha prezzo, mentre i mezzi non hanno assolutamente nessun valore».

Ai comandi del capitano di fregata Angelo Virdis è intanto giunta nelle acque somale la fregata "Maestrale", con a bordo circa 220 marinai e 2 elicotteri AB-212ASW, forte del suo imponente armamento e con il compito di seguire il rimorchiatore a distanza di sicurezza. La fregata è peraltro assai nota nell'ambiente marinaro per aver partecipato alle operazioni "Golfo Persico 2" (1991), "Sharp Vigilance" (1992), "Sharp Fence" (1993), "Sharp Guard" (1994), all'operazione "Enduring Freedom" (2002) e all'operazione "Active Endeavour Strog Patrol" (2003).

Nel frattempo il presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, Francesco Rutelli, ha ribadito la richiesta di una più efficace protezione militare del naviglio italiano; lo scorso dicembre, ricorda Shippingonline.it (il notiziario specialistico de Il Secolo XIX), Rutelli aveva proposto regole di ingaggio «che non si limitino alla difesa passiva del naviglio mercantile in transito nel Golfo di Aden, da assicurare comunque senza distinzioni di bandiera, ma contemplino anche attacchi alle imbarcazioni dei pirati». In pratica, sparare a vista.

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Fonti[modifica]