Intervista a Massimo Osanna

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giovedì 23 marzo 2023

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Massimo Osanno nel 2015 presso la Berlin-Brandenburgischen Akademie der Wissenschaften , alla conferenza "Alte Welt heute: Perspektiven und Gefährdungen"

Wikinotizie vi presenta un'intervista a Massimo Osanna. Massimo Osanna è un archeologo, è stato direttore generale della Soprintendenza di Pompei, ed oggi è il Direttore generale dei Musei del Ministero della cultura, ha accolto il nostro invito a rispondere ad alcune domande, elaborate da Bramfab, sulla sua esperienza con Wikipedia, e il suo giudizio su di essa.


Quando Lei si è imbattuto/a per la prima volta in Wikipedia? Per quale motivo? Che impressione ne ha ricavato?

All’inizio, una ventina di anni fa, mi sono accostato a Wikipedia con curiosità e anche con un po’ di diffidenza: provenendo dal mondo universitario, dove la verifica e le fonti sono alla base di qualsiasi ricerca, mi domandavo, infatti, come fosse possibile pensare di poter raccogliere tutto il sapere dell’umanità, senza un ordine sistematico e senza garantire i corretti riferimenti scientifici. Oggi, infatti, abbiamo quasi dimenticato che Wikipedia è uno strumento “giovane” e molto diverso dalle fonti di ricerca a cui le persone della mia generazione sono state abituate ad attingere, caratterizzate dall’autorevolezza dell’editore e degli autori e da una rigorosa affidabilità scientifica.


Dopo di che, col passare degli anni, come è cambiata la sua confidenza con l'enciclopedia? È rimasta invariata o ne è diventato un utilizzatore abitudinario?

Fino a qualche anno fa, nel mio ambiente, molti negavano di aver trovato informazioni su Wikipedia oppure lo dicevano a mezza voce, quasi a volersi giustificare per aver letto una voce che non provenisse da una Enciclopedia tradizionale o, addirittura, da una fonte cartacea prodotta nell’ambito del mondo accademico. Oggi questo non avviene più: tutti abbiamo imparato a conoscere questa “Enciclopedia libera” e a usarla con consapevolezza, tenendo presente quali sono i limiti e i vantaggi, oltre che le politiche.


Ha mai modificato delle pagine di Wikipedia o avuto la tentazione di farlo? Come è andata?

Pur essendo molto attivo in rete, non mi sono ancora mai soffermato a modificare le voci di Wikipedia. I miei collaboratori dicono che potrei farlo facilmente e non è detto che uno di questi giorni non provi a cimentarmi.


Come valuta l'impatto che Wikipedia ha avuto nel suo ambiente di lavoro/studio?

Per trovare informazioni sui musei molti utenti si affidano alle informazioni fornite da Wikipedia, che trovano facilmente sia per l’ottimizzazione delle voci, sia attraverso i tanti rimandi, le connessioni e gli aggiornamenti che caratterizzano questa enciclopedia. Per questo, molti grandi musei sono presenti su Wikipedia e monitorano le voci di riferimento. Anche nell’ufficio che ora dirigo, la Direzione generale Musei del Ministero della cultura, monitoriamo e di tanto in tanto aggiorniamo le pagine di riferimento dei musei statali, soprattutto quando ci sembra che comincino a discostarsi troppo dalla realtà. Sappiamo che non sono sempre aggiornate né affidabili al 100%, per esempio per quanto riguarda la bigliettazione, gli orari di apertura, l’aggiornamento della normativa, e per questo raccomandiamo sempre ai visitatori di consultare anche i siti ufficiali e istituzionali, soprattutto per informarsi prima della visita. D’altra parte, quando vedo che alcune grandi scoperte degli ultimi anni, come il Thermopolium di Pompei o i Bronzi di San Casciano dei Bagni sono già diventate voci di Wikipedia, mi ritengo soddisfatto: se un utente della rete ha recepito le notizie di queste scoperte, le ha elaborate e ha creato o modificato una voce su Wikipedia, vuol dire il nostro lavoro di promozione della conoscenza del patrimonio culturale italiano presso il grande pubblico ha avuto l’esito positivo di stimolare la partecipazione attiva della comunità digitale.


Wikipedia è nata e cresciuta senza una redazione e senza direttori, in opposizione alle maggiori enciclopedie cartacee e anche all'Encyclopédie, di d'Alembert e Diderot, eppure il suo successo sembra dimostrare che questa modalità di scrivere un'enciclopedia sia quello che consenta maggiormente di raggiungere l'obiettivo di aggregare il sapere dell'umanità. Cosa ne pensa a riguardo?

Sicuramente, rispetto alle Enciclopedie tradizionali, le voci di Wikipedia hanno il vantaggio di poter essere costantemente aggiornate e, dunque, di aggregare il sapere in modo attuale e sensibile ai processi cognitivi del presente. Più in generale, credo che i vantaggi e gli svantaggi dei processi informativi di Wikipedia vadano inquadrati nel più complesso tema della libertà di informazione, di pensiero e di espressione, ovvero di una conquista con cui tutti siamo chiamati a misurarci e che abbiamo il dovere di monitorare e difendere. A differenza delle enciclopedie tradizionali, in Wikipedia chiunque, anche con poca dimestichezza digitale, è in grado di accedere e intervenire nella costruzione delle voci, chiunque può consultarle e può intervenire a modificarle, ma deve anche tenere conto di quanto scritto dagli altri e valutarne l’affidabilità: è un invito a rispettare le regole del dialogo, della convivenza civile e della responsabilità.


Se presente, ha letto la sua biografia scritta in Wikipedia? Cosa ne pensa? La biografia, come tutte le voci dell'enciclopedia, è distribuita secondo una licenza libera che consente di riutilizzarla gratuitamente anche a scopi commerciali, cosa ne pensa? Appoggia la scelta di scrivere l'enciclopedia secondo una licenza libera o secondo lei dovrebbe essere più restrittiva?

Certo, ho letto la mia biografia, che mi risulta sia stata inserita in Wikipedia nel 2021, insieme ad altre voci di personaggi pubblici, fra cui quella del mio maestro, il prof. Mario Torelli, e questo mi onora. Oggi, in occasione di questa intervista, sono tornato sulla mia biografia e mi sono reso conto che non è aggiornata e che vi è qualche inesattezza, ma nel complesso rende un’idea del mio percorso professionale e del mio profilo pubblico. A conferma che la comunità in rete, con le sue complessità e la sua libertà di agire, in questo caso è stata capace di cogliere l’essenza e rappresentarla responsabilmente.


Cosa ne pensa di un possibile futuro senza testi cartacei, in cui la conoscenza sia trasmessa gratuitamente, soltanto digitalmente su testi liberamente modificabile?

Credo che la transizione al digitale in ambito culturale sia una delle grandi possibilità offerte dall’innovazione tecnologica, una delle grandi conquiste del nostro tempo, anche in termini di accessibilità, perché permette il superamento delle distanze e delle barriere culturali ed economiche, oltre a favorire lo sviluppo del dialogo. Su questo, anche grazie alle possibilità offerte dal PNRR, con i musei stiamo lavorando moltissimo. Rimane sempre il piacere di sfogliare un libro d’arte, di studiare in biblioteca, di consultare repertori o volumi antichi, ma una cosa non sostituisce l’altra.


Ha mai sentito parlare dei progetti fratelli di Wikipedia, come Wikinotizie? O anche Wikisource, la libreria che si pone lo scopo di raccogliere e preservare i testi entrati nel pubblico dominio? Oppure Wikimedia Commons la grande raccolta, in continua crescita, di immagini in pubblico dominio? Che cosa ne pensa a riguardo?

Si tratta di progetti meritori, che mettono a sistema una grande parte delle informazioni che ogni giorno si possono trovare in rete e le rendono disponibili in maniera organica e accessibile. Diversi musei italiani sono presenti in questi progetti e ne valutano il ritorno in termini di immagine e di ampliamento dell'offerta culturale. Certo, sui processi di digitalizzazione c’è ancora molto lavoro da fare e, nel nostro ambito, che risponde al bene e all’interesse pubblico, bisogna muoversi con attenzione e con cognizione di causa. Ma l’impressione è che siamo sulla buona strada.


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Questa intervista esclusiva riporta notizie di prima mano da parte di uno dei membri di Wikinotizie. Vedi la pagina di discussione per avere maggiori dettagli.