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Un coffe-shop.

Droga in Olanda? Ma anche no.

Globalmente conosciuta come lo Stato dei divertimenti, l'Olanda fa un passo indietro. Passo che è già iniziato da una decina d'anni e che ha portato un po' alla volta alla chiusura di molti dei cosiddetti coffee-shop, molto famosi in Olanda e nel mondo. Ma andiamo per gradi.

« Con il termine coffee-shop vengono indicati i locali autorizzati dallo Stato (Paesi Bassi principalmente) per vendere modesti quantitativi di droghe leggere. Sono parte della politica dei Paesi Bassi in materia di stupefacenti. »

Così inizia la voce riguardo ai coffee-shop su Wikipedia, specificando oltretutto che questi coffee-shop sono parte integrante della politica dei Paesi Bassi. La tolleranza di questi negozi ha infatti il triplice scopo di prevenire la criminalità che gira intorno alla droga, quello di prevenire l'utilizzo di droghe pesanti e, sebbene possa sembrare paradossale, ridurre anche quello delle droghe leggere.

In questi negozi è tollerata la vendita di droga a condizione che non si vendano alla stessa persona più di 5 grammi al giorno, droghe pesanti o che tale vendita turbi la quiete pubblica o che avvenga contemporaneamente alla vendita di alcool. Inoltre è anche proibito pubblicizzare tali attività, vendere droga ai minorenni e tenere più di 500 grammi di marijuana nel magazzino del coffee-shop.

La legge però tollera tutto questo, non lo consente esplicitamente. Dal punto di vista prettamente legale, la vendita di quantitativi inferiori ai 5 grammi è proibita ma è "consuetudine non procedere contro l'acquisto di 5 gr di cannabis nei coffee-shop" ed è tollerata anche la produzione in proprio di una quantità limitata di sostanze stupefacenti.

La cosa può apparire strana, paradossale, un avvitamento burocratico, ma non è così. Nel diritto penale olandese è in vigore il "concetto dell'opportunità", secondo il quale, gli organi di pubblica sorveglianza possono desistere dal perseguire un reato quando tale atto rischi di provocare un danno maggiore all'interesse della comunità di quanto già non provochi l'atto di per sé.

I coffee-shop, sebbene siano al limite tra legalità e illegalità, permettono tuttavia la divisione netta tra droga leggera (il cui consumo e la cui vendita è praticamente legale e di facile attuazione) e droga pesante (pesantemente perseguita, illegale e difficile da trovare). Manovra questa che ha portato ad una netta riduzione dei consumatori di droga pesante e dei decessi per l'utilizzo di droga leggera.

Tuttavia, lo stato olandese è stato costretto a tornare un po' per volta sui suoi passi. Quella che era stata progettata come una manovra per ridurre la commercializzazione della droga e i problemi annessi, ha presto creato un indesiderato flusso di "turisti della canna". Un vero esercito di persone. Giovani che provengono dai paesi confinanti di Belgio, Francia e Germania, che spesso turbano la quiete degli abitanti di confine, stanchi del continuo via vai di pusher e tossicodipendenti.

Il Coffeeshop Amsterdam Rockit

In una nota dell'Associazione delle Municipalità olandesi è possibile leggere:

« Alcune municipalità ne hanno semplicemente abbastanza. E' giunto il momento di una discussione. »

Momento che si è attuato il 21 novembre e che ha portato il sindaco di Amsterdam, la città simbolo dell'Olanda e della trasgressione, alla decisione di chiudere un quinto dei coffee-shop, per lo più quelli che sono a meno di 250 metri da scuole frequentate da ragazzi oltre i 12 anni, per arginare ulteriormente il consumo di droghe leggere da parte dei minorenni. E si inizia già a ridurre i prodotti legalizzati. E' stata infatti vietata anche la vendita dei funghi allucinogeni.

Quello che è iniziato trent'anni fa come un commercio e una produzione locali, ha iniziato a dover far fronte ad una richiesta sempre maggiore da parte di milioni di avventori stranieri. Al problema dell'approvvigionamento ha posto rimedio la criminalità organizzata, un industria che frutta oltre due miliardi di euro annui. Criminalità che pare aver origine dalla mafia marocchina che tramite i porti olandesi diffonde nei coffee-shop e in tutta Europa droghe leggere ma anche pesanti, facendo così crollare una delle motivazioni più valide e sostenute per la legalizzazione della droga.

La questione rimane però aperta, una soluzione sembra infatti introvabile. Questa problematica si trascina ormai da decenni e muta continuamente rendendo particolarmente difficile prevedere gli effetti delle varie proposte elaborate per risolvere il problema.

Fonti[modifica]