Verona: preti accusati di abusi sessuali su bambini sordi e muti

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giovedì 5 febbraio 2009

Sessantasette ex-studenti dell'istituto Antonio Provolo di Verona per bambini sordi e muti hanno denunciato episodi di abusi sessuali subiti dai preti dell'istituto per trent'anni fino al 1984. Gli abusi sono ormai caduti in prescrizione, ma le vittime hanno dichiarato di non mirare né alle condanne penali dei loro carnefici né a risarcimenti economici, ma vogliono evitare che altri bambini subiscano quello che ha segnato la loro infanzia, in quanto molto dei sacerdoti sono ancora in quella struttura. Dopo le parole di condanna contro i preti pedofili di papa Benedetto XVI, le vittime degli abusi hanno deciso di uscire allo scoperto e, dopo essersi rivolti al vescovo di Verona e all'amministrazione del Provolo, hanno consegnato le loro testimonianze al settimanale L'espresso.

Nel novembre 2008 l'Associazione sordi Antonio Provolo ha inviato al vicario giudiziale Giampietro Mazzoni, il magistrato del Tribunale ecclesiastico della diocesi di Verona, una lettera in cui sono contenute le testimonianze degli abusi. «I sordi hanno deciso di far presente a Sua Eminenza il Vescovo quanto era loro accaduto. Nella stanza adibita a confessionale della chiesa di Santa Maria del Pianto dell'Istituto Provolo, alcuni preti approfittavano per farsi masturbare e palpare a loro volta da bambine e ragazze sorde (la porta era in quei momenti sempre chiusa a chiave). I rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio, nelle camere dei preti e nei bagni sia all'Istituto Provolo di Verona che al Chievo e, durante il periodo delle colonie, a Villa Cervi di San Zeno di Montagna. [...] Come non bastasse, i bambini e ragazzi sordi venivano sottoposti a vessazioni, botte e bastonature. I sordi possono fare i nomi dei preti e dei fratelli laici coinvolti e dare testimonianza». Secondo la testimonianza delle vittime, gli abusi si ripetevano negli anni e avevano luogo nei luoghi più sacri, sotto l'altare, in confessionale, e avvenivano anche in gruppo, sotto la doccia.

In un comunicato rilasciato sul sito dell'istituto, Orazio Zenorini, direttore del Centro Servizi Formativi Antonio Provolo, ha dichiarato: «A nome delle direzioni tengo a manifestare il nostro stupore e la nostra costernazione per le vicende apparse sui mezzi di informazione che riguardano fatti presunti risalenti a oltre 25 anni fa. Sono vicende di estrema gravità che dovranno essere accertate nella loro veridicità. [...] Purtroppo i rapporti con l'associazione degli ex allievi "Provolo" sono da alcuni anni piuttosto tesi per questioni attinenti all’utilizzo di immobili e alla denominazione dell’associazione stessa. Ci dispiace ora apprendere di questa gravissima situazione sulla quale ci auguriamo sia fatta luce quanto prima».

Fonti[modifica]