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Discussione:Scoperto un autoritratto giovanile di Leonardo da Vinci/Commenti

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Ultimo commento: 15 anni fa di 87.11.145.21

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sono anna e sono studentessa. adoro l'arte e in particolare Leonardo ma ho come l'impressione che molte volte si cerca di inventarsi di tutto pur di fare audience. se questo ritrarri giovanile è autentico, erche non e stato trovato prima?  — Questo commento non firmato è stato inserito da 79.25.170.93 (discussioni contributi) 17:51, 11 mag 2009 (CEST).Rispondi

NON E' UN AUTORITRATTO DI LEONARDO MA RAFFIGURA DURER Il sottoscritto Prof. Ernesto Solari, studioso ed esperto di Leonardo, autore recentemente del ritrovamento di uno studio Leonardesco della Sant’Anna del Louvre. Il disegno, appartenuto allo storico dell’arte del settecento Padre Luigi Lanzi, è stato presentato lo scorso 23 Aprile a Milano, presso il Circolo della Stampa. vrrebbe esprimere la propria idea sul tema dei ritratti o autoritratti di Leonardo: a lanciare il sasso nello stagno sono stati la recente dimostrazione di Piero Angela su un possibile autoritratto giovanile celato da uno scritto sul Codice degli uccelli del 1505/1506 e il successivo ritrovamento di un dipinto ad Acerenza, in Lucania, da parte del Dott. Nicola Barbatelli che lo ha presentato come un autoritratto di Leonardo. Su tali affermazioni si è già espresso il Prof. Carlo Pedretti che durante la trasmissione di Angela disse che il disegno celato nel “Codice degli uccelli” era ancora tutto da studiare, mentre per quanto riguarda il ritratto di Acerenza ha affermato che si trattava in apparenza di un dipinto settecentesco. Il sottoscritto, dopo essere stato informato degli ulteriori studi effettuati presso il Laboratorio Circe di Caserta e presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, a cura dei ricercatori del Dipartimento di Scienze Ambientali della Seconda Università di Napoli e avendo appreso che i risultati rendono probabile una collocazione del dipinto entro la seconda metà del 1400, si è chiesto quale fosse l’ipotesi più plausibile per giungere ad una possibile soluzione del problema. Innanzitutto la questione che mi sta particolarmente a cuore è che la presenza di tale ritratto tra Campania e Lucania mette in evidenza la possibilità di un viaggio di Leonardo al sud, del quale solo il Vasari fece cenno, ma che secondo me è sempre più probabile e possibile alla luce di nuovi elementi emersi recentemente. Leonardo poi, seguace del grande matematico Luca Pacioli, era certamente interessato alla cultura scientifica dell’antica Magna Grecia. Dopo alcuni studi sui due ritratti sono pervenuto ad una tesi che in apparenza potrebbe sembrare piuttosto audace ma che elementi concreti alimentano: questi due volti hanno, con molta probabilità, una cosa in comune, sono legati ad un fatto storico del quale non si è mai conosciuto alcun particolare ed è riferibile ad un incontro che, secondo molti studiosi, potrebbe essere avvenuto fra Albrecht Durer e Leonardo. Si è sempre parlato di un incontro a Bologna col matematico Luca Pacioli durante il primo viaggio in Italia di Durer (1494-95) nel quale il matematico ha certamente parlato con Durer di Leonardo e di ciò che questi stava allora facendo a Milano. Ma tale incontro potrebbe essere avvenuto anche durante il secondo viaggio di Durer nel 1505. Leonardo era allora Firenze e stava lavorando dal 1504 agli studi sui moti dell’acqua (Codice Foster I) e a un’enorme quantità di forme geometriche (Topologia = geometria delle forme e delle trasformazioni). E da Bologna a Firenze la distanza non era proibitiva. Sulla data e il luogo di questo incontro non si hanno notizie precise (si dovrà ulteriormente indagare e approfondire) ma certamente se l’incontro avvenne nel 1494/95 è molto probabile che lo schizzo celato dal codice degli uccelli risalisse a quell’anno e quindi costituire una prova importante di tale momento. Se invece l’incontro avvenne durante il secondo viaggio in Italia, nel 1505, lo schizzo del Codice degli uccelli che è databile al 1505/06 venne realizzato proprio tra Firenze e Bologna all’inizio del 2°viaggio come se questo avesse avuto, quale obiettivo principale, l’incontro con Leonardo. Nel primo caso si tratterebbe di un ritratto del giovane Durer allora ventitreenne, nel secondo di un ritratto di Durer già trentaquattrenne. Il ritratto di Acerenza è invece il volto di Leonardo dipinto da Durer? Potrebbe trattarsi di un omaggio fatto a colui che lo aveva precedentemente effigiato?…da cui la scritta, incisa col pirografo dietro la tavola di Acerenza in latino “Pinxit mea”. Una scritta in stampatello maiuscolo che spesso veniva utilizzata dallo stesso Durer nei suoi dipinti anche se ovviamente non rovesciata….ma ricordiamoci che tutti gli incisori quando scrivono su una xilografia o su un’acquaforte devono usare sempre la scrittura rovesciata, e questo particolare è forse sfuggito a molti. Potrebbe allora trattarsi di un omaggio reciproco fra i due grandi artisti? Secondo Solari sì e lo dimostrerebbero la tavola di legno di pioppo e i pigmenti e gli isotopi ritrovati nel dipinto di Acerenza, che sembrano essere tipicamente nordici e fiamminghi (come attestano i risultati ottenuti); i caratteri fisionomici del disegno sono invece molto vicini al volto del tedesco. Durer poi, durante il suo secondo soggiorno in Italia, dipinse tutte le sue opere su tavole di pioppo, almeno quelle conosciute, così come quella di Acerenza. Solari sta poi seguendo la pista degli amici di Leonardo per arrivare a Durer, infatti sappiamo del legame fra Galeazzo di Sanseverino, genero del Moro e Principe di Caiazzo e Salerno, e Luca Pacioli (che a Milano era ospitato nel suo palazzo) e con Willibald Pirckheimer (insegnante a Pavia e grande amico e sostenitore di Durer). Fra Galeazzo e Leonardo vi era oltre ad una grande amicizia anche un rapporto di lavoro. E nulla di più facile è pensare ad un viaggio verso il sud di Leonardo proprio al fianco del Sanseverino alla fine del 1499. Itinerario che sto cercando di ricostruire. Se tale ipotesi fosse percorribile attesterebbe che il dipinto di Acerenza è di grande importanza perché confermerebbe la vera fisionomia di Leonardo quando aveva 53 anni ed entrambi i ritratti costituirebbero poi l’unico indizio o traccia possibile di quell’incontro, fra Leonardo e Durer, di cui spesso si è parlato ma del quale nessuno ha mai trovato tracce tangibili.  — Questo commento non firmato è stato inserito da 93.148.113.218 (discussioni contributi) 17:04, 17 giu 2009 (CEST).Rispondi

Sinceramente npn riesco a capire come si possa arrivare con tanta rapidita ad attribuzioni talvolta assurde e infondate dal punto di vista di una necessaria valutazione storico-scientifica. Il ritratto di Leonardo ritrovato in Lucania e' stato sottoposto ad una lunghissima serie di indagini atte a dimostrare una datazione ma soprattutto all'individuazione di taluni pigmenti pittorici utilizzati da un solo artista rinascimentale. Sarebbe inutile e scorretto per coloro che hanno lavorato e studiato questa meravigliosa tavola, riportare il lunghissimo elenco di analisi scientifiche ma tra queste ne esiste una curata dal Prof. Luigi Capasso dell'Universita di Chieti, che ha dimostrato la presenza di impronte digitali di Leonardo su alcuni punti delle vernici. I materiali utilizzati sono compatibili (in maniera inequivocabile) con quelli adottati dal grande Leonardo, il disegno preparatorio ha evideziato, tratti e pentimenti di certa mano leonardiana, ed infine il suppoto ligneo risulta avere una datazione che corrisponde proprio alla vita del grande genio di Vinci. Ora ritengo pressocche' ridicolo e scorretto da parte di Solari insistere su una attribuzione a Durer di quest'opera proprio perche' priva di qualsivoglia supporto scientifico atto a suffragare tale paternita' pittorica. Spero vivamente che il prof. Soari possa rendersi conto della sua lontananza di pensiero iniziando a considerare con piu attenzione le risultatnti scientifiche di questa vicenda, lasciando perdere la sua ardita fantasia su viaggi, incontri (che non ci sono mai stati) e parentele inesitenti. Grazie, Vittorio.  — Questo commento non firmato è stato inserito da 87.3.140.74 (discussioni contributi) 07:16, 16 lug 2009 (CEST).Rispondi

Io non capisco come si faccia ancora a considerare la sanguigna di Torino l'autoritratto di Leonardo Da Vinci! Ormai Leonardisti, scienziati, storici dell'arte hanno ampiamente discusso circa la l'impossibilita che il personaggio ritratto non sia e non potrebbe mai essere Leonardo Da Vinci e cio per una serie di considerazioni storiche incontestabili! Purtroppo, forse per mere ragioni di carattere speculativo, le amministrazioni continuano a evitare confronti scientifici che porterebbero alla sola demolizione di una teoria del tutto casareccia circa il reale volto di Leonardo. Il volto rintracciato nelle pagine del codice sul volo di Leonardo, è in realta' stata oggeto di riflessione fisiognomica da parte di nmerosi storici, come il "decano" Carlo Pedretti gia nel lontano 1975.Purtoppo gli esami scientifici hanno dimostrato che gli studi condotti dall'aequipe del giornalista Piero Angele non hanno alcun valore scientifico, pertanto considerato consierati poco piu che intuizioni.Se a cio si aggiunge che un processo di fisiognomica somatica non ha condotto ad alcun collegamneto col personaggio riprodotto nella sanguigna di Torino, allora non si puo che escludere necessariament l'ipotesi di un autoritratto di Leonardo. Anche quest'anno pero, numerose scoperte hanno ineterssato questo tema, come la riscoperta ad opera del medievista Nicola Barbatelli, di una tavola lignea raffigurante il volto di Leonardo (oggi definito "leonardo lucano o di Acerenza"). Una commissione di scienziati (quelli veri), studiosi e storici dell'arte hanno condotto una fittissima attivita di indagini scientifiche che hanno dimostrato che la tavola cosiddetta lucana ha una datazione che corrisponde alla vita di Leonardo, i pigmenti utilizzati sono compatibili con le opere del genio, e sulla stessa pellicola pittorica sono state ritrovate numerose impronte digitali di Leonardo. Questi risultati saranno resi noti appena la commissione scientfica, guidata dai Prof. Festa, Capasso, Terrasi, docenti delle rispettive Universita di Chieti e Napoli, completera' i rapporti.Tali risultati saranno di fatto pubblicati sullarivista "Nature" una delle più antiche ed importanti raccolte scientifiche esistenti, forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell'ambito della comunità scientifica internazionale. Da tali studi è emerso che esiste una compatibilita tra il volto di Leonardo realizzato dall'allievo Melzi e quello lucano, come sembrerebbe inesistente il rapporto con ritratto di Torino. A questo punto continuare a credere che l'opera conservata presso la Bibliotca Reale di Torino possa essere ancora considerata l'autoritratto del genio toscano, significherebbe glorificare una iconografia immaginaria e quindi non corrisponedente certamete al reale volto di Leonardo.  — Questo commento non firmato è stato inserito da 87.11.145.21 (discussioni contributi) 10:42, 22 ago 2009 (CEST).Rispondi