Dopo il voto negativo in Olanda, l'UE commenta

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2 giugno 2005

Dopo il voto negativo degli Olandesi e dei Francesi, chiamati alle urne per il referendum sull'approvazione della Costituzione Europea, le reazioni da parte degli altri membri della Comunità Europea non si fanno aspettare.

Dalla parata di Roma, in occasione del 2 giugno, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, solleva la necessità di "ripensare al funzionamento dell'Europa sia per quanto riguarda la burocrazia, sia sul fronte dell’economia", e dichiara che non ci sarà alcun referendum popolare riguardo la Costituzione Europea, in quanto questa è stata già ratificata in sede legislativa.

Riguardo alla possibilità, ventilata negli scorsi giorni, di sospendere le ormai inutili votazioni nei rimanenti stati membri (ricordiamo infatti che è necessario che tutti gli stati membri ratifichino la Costituzione), il primo ministro Lussemburghese, Jean-Claude Juncker, afferma che "il processo di ratifica non si deve assolutamente fermare, in quanto la gente ha diritto di esprimere la propria opinione in materia". Sempre a favore della prosecuzione delle votazioni nei restanti stati membri, si dichiarano il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, il presidente del Parlamento Europeo, Josep Borrell ed Hans Gert Poettering, presidente degli europarlamentari popolari al Parlamento Europeo.

Tutti, ad ogni modo, si dicono seriamente preoccupati per il messaggio di sfiducia che i popoli francese e olandese hanno espresso, con il loro voto, sull'attuale operato dell'Unione Europea, e si dicono intenzionati ad avviare una discussione nel minor tempo possibile, al fine di rispondere in maniera decisa a questo forte messaggio.


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