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Elettricità: dal 1º luglio le famiglie nel mercato libero, ma con correttivi

Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

martedì 11 giugno 2024 Il 1º luglio 2024 per circa quattro milioni di utenti domestici termina la fornitura nel servizio di maggior tutela. Apprensione e confusione tra le famiglie: molti si chiedono se vi sia obbligo di passaggio al mercato libero scegliendo un contratto tra i tanti che offre la piazza. Serpeggia il timore di distacco del contatore tra chi non ha fatto questo passo. Ed è questa la ragione che induce molte famiglie a sottoscrivere un'offerta sul mercato libero, sia tramite comparatori e servizi di consulenza su Internet, sia su consiglio di parenti e amici. Ma è necessario? Che succede se non lo si fa?

Il da farsi - o il non fare nulla - è in relazione anche al tipo di utente. Gli over 75 (o coloro che per altre ragioni rientrano tra i vulnerabili) non hanno scadenze né timori. Possono restare - se già ci sono - in tutela, o possono tornarvi in ogni momento presente o futuro, o possono passare a un contratto sul libero. Il cambio tra l'uno e l'altro è sempre possibile, ogni volta che si vuole.

Per i normali utenti, ossia i non vulnerabili, è diverso. Le scelte possibili sono: restare in tutela, tornare in tutela, passare al mercato libero, restare sul mercato libero. Ci sono differenze economiche tra le varie opzioni, ma c'è anche uno sbarramento: la scadenza per l'eventuale rientro in tutela è il 30 giugno 2024. Dopo tale data la maggior tutela non esisterà più per i non vulnerabili e non si potrà più attivarla.

Rientrare in tutela appena prima del suo venir meno sembrerebbe un controsenso, ma c'è una ragione per farlo. I tutelati dal 1º luglio passeranno in automatico (con silenzio-assenso, senza sottoscrivere alcun documento) al Servizio a tutele graduali. Questo durerà sino a fine marzo 2027, con costo unico nazionale più sotto spiegato, conveniente, con parametri definiti dall'Autorità per l'energia. Il servizio è affidato a gestori del mercato libero (ma obbligati a rispettare questo costo) la cui identità è già nota in relazione al Comune di ubicazione dell'utente. Le società fornitrici sono: ENEL, Hera, Edison, Illumia, IREN, A2A e E.on. Giornali e media hanno evidenziato il risparmio delle tutele graduali e, per goderne, la possibilità aperta sino al 30 giugno di "triangolazione": rientro in maggior tutela per atterrare presto in tutele graduali.

Nessun distacco della corrente

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L'Autorità di concerto con il MASE ha approntato spot televisivi e radiofonici, che danno assicurazione sulla continuità nell'erogazione di energia a tutti, in qualsiasi situazione, compresi coloro che a fine giugno fossero col Servizio Elettrico Nazionale o con un altro fornitore in tutela.

Nel corso degli anni il quadro regolatorio della fornitura elettrica si è trasformato da "servizio pubblico" ad un mercato libero. Ma essa resta un "servizio universale" o "servizio essenziale" con precise prerogative: è un'utilità indispensabile, perciò l'elettricità dev'essere sempre e comunque garantita a tutti. Se si restasse senza fornitore (ad esempio in caso di suo fallimento) lo Stato, per il tramite dell'Autorità energia, ha messo in campo una normativa paracadute: il Testo integrato Vendita (TIV). I milioni di utenti non vulnerabili che al 30 giugno sono in tutela, nel momento della sua cessazione si troverebbero formalmente senza fornitore. Per costoro Il TIV prevede l'assegnazione immediata e automatica al Servizio a tutele graduali. Perciò niente distacco.

Il perché e il come del Servizio a tutele graduali

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Come noto l'Italia ha inserito tra gli obiettivi del PNRR la completa liberalizzazione del mercato elettrico, ossia la cessazione del regime tutelato per i non vulnerabili. Il dilemma da risolvere era di assicurare la fornitura agli utenti domestici, trovando il modo di trasferirli dalla maggior tutela (semi-monopolio con prezzi fissati dall'Autorità) a fornitori sul mercato libero. Ciò si è attuato tramite aste territoriali. Gli utenti - divisi in lotti geografici - sono stati per così dire messi all'asta, assegnandoli a chi tra i fornitori proponeva l'offerta più conveniente. La graduatoria delle aziende fornitrici vincitrici si è basata sul costo fisso annuo di commercializzazione da loro offerto. Al contrario il costo energia (ossia a consumo) è uguale per tutti e riflette i costi del mercato all'ingrosso, più un termine esiguo (che fisserà Arera entro fine giugno) a copertura di altri costi vivi.

Va peraltro rimarcato che, dal lato utenza, in tutele graduali non ci saranno né differenze di costo regionali, né tra un fornitore e l'altro. La commercializzazione sarà la stessa per tutti, facendo in modo che gli introiti in quota fissa pagati in bolletta da tutti gli utenti eguaglino complessivamente quelli che sono dovuti ai vari fornitori (in base alle loro singole offerte d'asta).

Questo Servizio è stato quindi escogitato da Arera per assolvere a diverse finalità: (1) trasferire gli utenti non vulnerabili ai fornitori sul libero, (2) permettere agli utenti di godere di un contratto ancora "semi tutelato" di quasi tre anni di durata, sufficiente a orientarsi tra le offerte sul libero, (3) garantire equità di trattamento economico per tutti, e indipendente dall'esito locale delle aste.

Come ottenere la fornitura in tutele graduali

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Va ricordato che il Servizio a tutele graduali è transitorio (termina a marzo 2027), non ottenibile su richiesta (vi rientrano solo coloro che al 30 giugno sono in maggior tutela) ed è a senso unico: qualora si scelga poi un contratto sul mercato libero non si potrà più rientrare in tutele graduali. L'unica eccezione (dopo il 30 giugno) sono i nuovi allacci e le volture effettuate da nuovi intestatari su contratti già in essere in tutele graduali.

È comunque possibile, sino a fine giugno, richiedere il rientro in maggior tutela al puro scopo di essere trasferiti alle tutele graduali, dalle quali si potrà uscire in qualsiasi momento verso un'offerta del mercato libero. Ma una volta usciti non sarà più possibile tornare nuovamente alle tutele graduali.

La sorpresa principale delle tutele graduali, come risulta dall'audizione del presidente di Arera Stefano Besseghini alla Commissione Ambiente della Camera dei deputati, è il ribasso di costo prodottosi dall'esito delle aste con cui questo Servizio è stato assegnato ai fornitori. Diverse testate giornalistiche hanno quantificato un risparmio (rispetto alla maggior tutela) di 130 €/anno. La stima si è poi ridimensionata a 110 €/anno, non perché fosse sbagliata, ma piuttosto per l'intenzione manifesta di Arera di ridurre in futuro la commercializzazione della maggior tutela (per i vulnerabili) a circa 38 €/anno (contro gli attuali 58,40 €/anno). Al che si ridurrebbe il differenziale tra le due tutele.

Rigurdo al come e a chi chedere il rientro in tutela, Arera ha predisposto la pagina Elettricità: rientro in maggior tutela prima della scadenza del 1° luglio tra i banner in evidenza nella home page del suo sito.

Tutele graduali, nuovo ma già sperimentato

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A marzo 2023, poco più di un anno fa, si è già avviato il Servizio a tutele graduali per utenti cosiddetti "altri usi": condomìni, microimprese, utenze con partita IVA, artigiani, officine, esercizi commerciali, bar e ristorazione. Anche per loro s'è svolto il passaggio dalla maggior tutela a questo nuovo servizio, sviluppatosi con aste del tutto simili a quelle attuali per gli utenti domestici. Il passaggio al nuovo regime ha coinvolto circa 1.300.000 utenze. Ma in quell'occasione la stampa non ha dato alcun risalto alla notizia. La transizione ha funzionato, è avvenuta senza intoppi né errori.

In cifre si constata quanto segue: (1) in sede d'asta alcuni fornitori proposero una commercializzazione negativa (disposti a pagare pur di conquistare lotti di utenze), le tutele graduali "altri usi" hanno così prodotto un costo di commercializzazione per gli utenti minore di quello precedente in tutela (28,02 €/anno contro i 113,09 €/anno per gli "altri usi" del 2022); (2) il costo energia agli utenti, indicizzato mensilmente sul prezzo all'ingrosso, è risultato con uno spread (su media annuale) negativo, ossia minore di quello che si assume essere il prezzo di costo; (3) nonostante le condizioni economiche siano vantaggiose il numero di utenze in tutele graduali "altri usi" si è ridotto in nove mesi di un 30% rispetto a quelli iniziali, ossia una certa fetta di loro è comunque passata al mercato libero.

Tutele graduali, l'asta utenti domestici 2024

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Gli esiti dell'asta per i domestici, pubblicati il 6 febbraio 2024, mostrano una condotta ancor più agguerrita dei partecipanti: offerte con commercializzazione da +29,38 €/anno (per il lotto Cagliari, Napoli, Oristano e Sud Sardegna) a -200,25 €/anno (per il lotto Avellino, Benevento, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena). Per raffronto i domestici pagano in tutela 58,40 €/anno, mentre sul mercato libero tipicamente 120-144 €/anno.

Queste differenze regionali hanno varie giustificazioni: da quelle strategiche al recupero dalle perdite previste per morosità e allacci abusivi. La media nazionale (stima preliminare di Arera) è di -73,16 €/anno a utenza, ossia un rimborso in bolletta che - va ripetuto - sarà applicato a tutti. Il valore definitivo, non ancora comunicato, dovrebbe discostarsi di non oltre ±1,50 € rispetto al provvisorio, com'era successo per l'asta "altri usi" (finita con uno scarto entro 1 € tra previsione e definitivo). Per lo spread o termine di perequazione (l'addebito agli utenti di un extra costo dell'energia rispetto a quello del mercato all'ingrosso) la tornata "altri usi" ha mostrato un valore iniziale di 0,0085 €/kWh, che s'è poi ridotto nel corso dei trimestri. Per i domestici dovrebbe essere analogo e quindi minore di gran parte delle offerte sul mercato libero.

Viene da chiedersi perché mai i fornitori abbiano scelto di pagare un esborso annuale su ogni loro utente in tutele graduali. Secondo quanto afferma Besseghini, presidente di Arera, una ragione è l'assenza per i fornitori dei costi di "acquisizione nuovo utente" che sussiste sul mercato libero: marketing, campagne pubblicitarie, mantenimento di siti web attraenti, sviluppo di app smart con valore aggiunto, provvigioni a promoter, a intermediari e ai siti comparatori di offerte, sportelli fisici sui territori. Stare sul mercato implica un'acquisizione continua di nuovi utenti (che peraltro entro un anno o poco più abbandonano spesso un fornitore per passare a un altro) e perciò comporta costi vivi di varie decine di euro/anno/utente. Questi costi non sussistono per gli utenti guadagnati con le aste. Un'altra ragione sottaciuta è che le acquisizioni di clienti in tutele graduali evolvano poi in nuovi contratti del mercato libero sottoscritti con lo stesso fornitore, com'è in parte già avvenuto per gli utenti "altri usi".

Il paradosso dei vulnerabili

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Per quanto detto le tutele graduali (riservate ai soli non vulnerabili provenienti dalla maggior tutela) si prospettano con uno schema di costo influenzato dall'esito delle aste. D'altro canto i vulnerabili (anche se provenienti dalla maggior tutela) non possono di accedere alle tutele graduali. Tutt'al più possono restare in tutela ordinaria, con commercializzazione positiva anziché i -73 €/anno delle graduali. È un quadro anomalo in cui chi dovrebbe usufruire di costi minori (i vulnerabili appunto) pagherà cifre maggiori dei non vulnerabili. Questa considerazione è sommaria, giacché esula da possibili (esigue) differenze sui costi energia a consumo. Va comunque ricordato che l'attuale schiera dei tutelati ha consumi frugali: per lo più sotto i 2000 kWh/anno. In tale frangente il termine di commercializzazione (con rimarchevole differenza tra le due tutele) incide in modo determinante. È per questo che diverse testate hanno prontamente titolato "paradosso STG" (STG = Servizio a tutele graduali) o "paradosso dei vulnerabili".



Fonti

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