Ennesimo viaggio umanitario del CIS in Senegal
Domenica 15 marzo 2020
Partenza
[modifica]Con l'ambulanza donataci dalla ASAVA di Alba e il minibus regalatoci dall'autonoleggio Cordero di Priocca d'Alba, giovedì 30 gennaio partiamo da Canelli con imbarco a Genova in traghetto per Tangeri, in Marocco. Il dr. L. Zannini, ex primario cardiochirurgico al Gaslini di Genova, che anni fa aveva partecipato con noi al viaggio in Etiopia, Sudan per portare ambulanza; ci aveva promesso di salutarci alla partenza, ma il giorno prima è stato chiamato in Algeria, dove va sovente ad operare bambini. I partecipanti del viaggio sono: mio cognato Vittorio Baudino di Sanremo, mio fratello Gian Carlo di Torino, ed un amico, new entry David Francescatti ingegnere che lavora da anni in Germania. Dopo due giorni di navigazione si arriva a Tangeri, verso mezzogiorno di sabato. La temperatura è fresca. Speriamo solo che non ci facciano troppe storie in dogana. Ci accordiamo di fermarci all'uscita dal traghetto subito dopo la rampa; invece, la bella sorpresa: Vittorio alla guida del minibus con Gian Carlo, non ci sono! Dove saranno andati? L'ora del vicino pranzo mi fa pensare male! Eppure il loro mezzo di colore giallo è molto appariscente! Ci incontriamo dopo un po' che vagavano per il grandissimo porto. Non abbiamo tempo per il pranzo, dobbiamo prima sbrigare le numerose formalità doganali!
Marocco
[modifica]Qui comincia il calvario. In dogana nonostante avessimo tutti i documenti richiesti dalla dogana marocchina e controllati prima della partenza dalle rispettive Ambasciate, ci fermano per tre giorni. Le ambulanze non possono transitare in Marocco, senza autorizzazione ministeriale, i mezzi devono fare un lungo iter, perché immatricolati dopo otto anni; l'ufficio preposto riapre lunedì. A Tangeri, dove ci fermiamo, i tre compagni di viaggio impiegano il tempo visitando questa bella città, specie la parte vecchia; non li seguo perché ho altro da fare, conosco già la città! Quando ci ripresentiamo in dogana, il responsabile ci fa attendere fino alle 17; per legge dovremmo pagare per ogni mezzo 9000 euro di cauzione per passare. Siamo stati tutto il giorno in giro per la grande dogana di Tanger Med lunga circa 5 km; è stato un incubo! Telefono a tante ambasciate con risposte evasive! Siamo ormai convinti di non entrare, come ci ripetono sempre! Non conoscendo il francese, devo continuamente passare le tante telefonate a Davide, che però non perde mai la calma. In serata, forse perché facciamo loro pena, alle 20 ci consegnano i documenti di transito, senza pagare nulla; un dirigente della nostra ambasciata a Rabat, si è poi attivato sul posto! Siamo stanchi, incontrato l'autista che guiderà il minibus in Marocco, decidiamo di cenare e dormire fuori Tangeri, anche perché non possiamo assicurare i mezzi per gli uffici chiusi ed abbiamo pure saltato pranzo, cosa che sarà poi la norma.
Partiamo?
[modifica]Il mattino successivo alle 6 stiamo per partire, ma inaspettatamente l'autista contattato dall'Italia per guidare il minibus fino alla frontiera della Mauritania, decide di andarsene pretendendo i soldi pattuiti! Ha un impegno il giorno dopo! Ha guidato in tutto 15 minuti! Gli consegno un ottimo compenso, ma lui pretenderebbe di più! Viene sostituito dal bravo Vittorio, camionista fino ad un anno fa, molto esperto di guida; accetta l'incarico a malincuore, se finirà in prigione, per mancanza di specifica patente, gli abbiamo promesso frutta fresca ogni giorno! Purtroppo il precedente "autista", incompetente, aveva rotto il dispositivo di chiusura della porta del passeggero, dobbiamo legarla perché guidando di notte, il freddo si fa sentire! Prima di Rabat, lasciamo Vittorio e Gian Carlo in autogrill; con Davide vado in centro dove incontriamo un'ottima persona che ci accompagna a fare l'assicurazione dei mezzi. Ci offre anche un ottimo tè!
Incontreremo altre persone simili! La bella autostrada collega Tangeri ad Agadir, completamente ricostruita quest'ultima dopo il terremoto degli anni sessanta. Durante il viaggio non so come trovare un altro autista! Mi viene in aiuto un vero angelo custode! Come un miraggio nel deserto che attraverseremo. Fatima, infermiera marocchina che lavora con me in Italia, tramite il padre, persona anch'egli molto disponibile, riesce in poche ore a trovare un simpatico autista Kalid, che ci sta già aspettando a Casablanca. La stessa ragazza a Tangeri era riuscita ad aiutarci, parlando con parente in ambasciata marocchina. Non la ringrazierò mai abbastanza. All'una di notte siamo a Marrakech, città fiabesca! Peccato però che non ci si possa fermare, perché abbiamo già perso troppo tempo. Nei giorni successivi attraversiamo Tan Tan, Laayoune e Daklà.
Mauritania
[modifica]Finalmente, superata la famigerata terra di nessuno, dove è facilissimo impiantarsi nella polvere, zona molto rischiosa per la presenza di predoni, si entra in Mauritania! La nostra ambasciata sconsiglia nel modo più assoluto di entrarci. È la quinta volta che ci vado, per fortuna senza problemi particolari. Ancora qualche ora di attesa e, senza pagare un euro, ci fanno passare. Vediamo il famoso treno del ferro lungo circa 2,5 km. ed in serata arriviamo alla missione cattolica di Nouadhibou, appollaiata sulla piccola collina della città.
Arriviamo nel tardo pomeriggio, quando i ragazzi giocano ancora a pallone. Rispetto all'ultima volta che ero stato, noto che sostanzialmente non è cambiato nulla, ci sono sempre gli stessi servizi alla popolazione, specie quella meno abbiente. Pare che i rapporti con il governo siano migliorati, dopo l'apertura della nunziatura, voluta dall'attuale pontefice, cui corrisponde una reciprocità a Roma. I cattolici sono pochi, ma le loro attività assistenziali risultano essere molto numerose. Non è possibile fare proselitismo, per questo motivo, non esistono scuole di religiosi, anche se la religione cattolica è rispettata, nelle forme dovute. Padre Jerome, precedente missionario della parrocchia, è attualmente in Nigeria, nazione dove è nato. Ho quindi avuto contatti con lui per prenotare le camere. Parlando con la gente, capisco che anche qui la chiesa è ben accettata. Il Governo mantiene un rigido controllo del territorio per evitare la formazione di gruppi terroristici. Buona accoglienza, ottima cenetta con spaghetti; lasciamo alla missione materiale medico regalatomi dalla compianta signora Bonini, e gli utilissimi occhiali usati. Altra tappa in vescovado nella moderna capitale Nouakchott per cena e pernottamento.
Il giorno dopo sempre con Nicholas, autista che incontriamo a Nouadhibou, attraversiamo il bellissimo, ma durissimo, per la pessima pista! (il minibus ha le balestre come sospensioni!), parco nazionale del Diawling, con numerosi uccelli migratori, in una zona ricca di laghetti, con tanto verde, immersa nel deserto con il mare che fa da sfondo. Siamo quasi in Senegal, tiriamo un sospiro di sollievo, abbiamo la schiena a pezzi, le gambe non ci reggono facilmente per i continui sbalzi e testate, i nostri bagagli sono sparsi per tutti i mezzi.
Senegal
[modifica]Ci illudiamo di avere terminato l'odissea. No! In dogana a Diema, ci viene detto che i mezzi, essendo di oltre otto anni di immatricolazione, non possono entrare. Alle mie rimostranze i militari ci pongono l'alternativa di pagare 2500€ di cauzione per ogni mezzo. È assurdo, non abbiamo tale cifra. Stranamente poi decidono di trattenere solo il minibus, che avremmo dovuto donare alla scuola delle suore di Cluny sempre a Saint-Louis, mentre l'ambulanza era destinata all'ospedale della stessa città. Pazienza, ripartiamo tutti sull'ambulanza, sperando che non ci fermino per controlli. Fra Marocco e Mauritania abbiamo incontrato circa 36 check-point di gendarmeria e polizia; ci siamo attrezzati dando loro fotocopie del passaporto, senza problemi. Cosa strana: negli ultimi cinquanta chilometri prima della dogana senegalese i militari dei tre posti di blocco, ci chiedono tutti se volessimo vendere loro il minibus! L'arrivo a Saint Louis è nel tardo pomeriggio, l'agognato incontro con suor Celestine; un buon pasto dalle suore ci ritempra un po', dopo esserci tolto di dosso con una bella doccia, i chili di polvere che ci sono entrati persino nelle ossa. Pernottamento presso la famiglia di Johan Gomis che conosco da anni. Di fronte all'abitazione c'è un forno che ci inonda con un profumino allettante!
Consegna dell'ambulanza all'ospedale
[modifica]Il mattino successivo consegnamo l'ambulanza all'ospedale regionale, dove ci aspetta uno staff di medici, primari con il direttore sanitario. Ci offrono un ottimo pranzo in ristorante ed un bel regalo. Non voglio arrendermi, nelle ore libere dall'ambulatorio, con suor Celestine, giriamo per gli uffici doganali di Saint Louis, per cercare di sbloccare il minibus fermo in frontiera. Il giorno prima di partire per Dakar decido, una volta rientrato a casa, di inviare i soldi richiesti, tramite bonifico alla dogana, dopo aver ricevuto rassicurazioni che il mezzo sarebbe poi stato consegnato alla scuola dell'istituto. Suor Celestine mi consiglia di aspettare a pagare, mi accompagna in altri uffici doganali;
finalmente entriamo nell'ufficio del colonnello NDIAYE, simpatico e serio ispettore principale delle dogane, che ci sconsiglia assolutamente di pagare, mi promette che nel giro di una settimana, il minibus sarà sbloccato senza spendere un euro! Miracolo! In questo caso, prometto i ringraziamenti su giornale che poi gli invierò. Vittorio, Gian Carlo e Davide proseguono per Dakar, dove si fermeranno fino a quando li raggiungerò per la partenza. Trascorrono il tempo visitando il paese, come l'isola di Gorée ed il lago rosa ed altri posti, rimanendo affascinati. Dopo le mille visite mediche in ambulatorio ed ospedale, raggiungo i miei compagni a Dakar. Trascorriamo insieme il pomeriggio dai salesiani, dove come sempre, un nugolo di ragazzi/e giocano allegramente.
Centro cardiologico pediatrico "Cuomo"
[modifica]Grazie al primario di cardiologia dr. Adama Kane, amico da qualche anno, a Dakar andiamo a visitare un centro ospedaliero franco-italiano,"Centro di cardiochirurgia Cuomo", attivo da due anni, dove effettuano interventi al cuore anche a bambini con difetti congeniti, che morirebbero, se l'intervento non venisse fatto. Ho firmato una collaborazione con l'ospedale e la mia onlus C I S, per poter finalmente fare operare ogni anno, alcuni di questi bambini lì sul posto in Senegal, con ovvi vantaggi per tutti, inclusi quelli economici. Siamo molto soddisfatti. Abbiamo penato molto durante il viaggio, in particolare: mio cognato, operato al cuore e mio fratello per una grave malattia. Finalmente abbiamo ottenuto un bel risultato concreto, grazie alla collaborazione di tutti noi e delle tante persone che ci hanno aiutato.
Il giorno prima della partenza, a Dakar visito il piccolo Charles, bimbo senegalese che qualche mese prima avevo fatto operare al Gaslini per grave malformazione al cuore, grazie alla collaborazione con la Onlus di Aosta "Ana Moise". Abbiamo avuto due dirette con radio Veronica One di Torino, gestite sempre dalla bravissima Stefania, con collegamenti dalla Mauritania e dal Senegal. Purtroppo per me, oltre i mille problemi, negli ultimi due giorni sono in ansia per il mio adorato nipotino Andrea di due anni per problemi respiratori, i pediatri hanno deciso il ricovero se il piccolo continua a non accettare di assumere l'antibiotico. Telefono spesso per avere notizie, poi il giorno prima di partire, la febbre inizia a scendere, ora sta bene ed è a casa!!! Siamo tutti soddisfatti, anche se stanchi. Il gruppo molto amalgamato è costituito da gente simpatica cui non interessa solo l'aspetto turistico del viaggio. Come sempre, in questi casi, alcuni ricordi affollano la mente: simpatico l'incontro con gli oltre settecento bambini della scuola di Saint Joseph de Cluny; certo che Davide con i bambini ci sa fare, li fa cantare, li intrattiene con mille scherzi; sul pulmino che li raccoglie per portarli a scuola, rimaniamo pigiati con loro, il mezzo è carico all'inverosimile, ridono tutti di cuore! Vittorio e Gian Carlo partecipano allegri e divertiti al breve viaggio in Saint Louis, (uno dei motivi per cui ci vado sovente!) Molto simpatica anche se breve la sosta in tenda di Tuareg, per bere i tre famosi tè, anche se non gradiamo molto l'uso di quattro bicchierini per otto persone, e l'assaggio del latte di cammello da una ciotola comune!
Quella famiglia gradisce molto la nostra visita perché dice, che li abbiamo aiutati prendendo il tè da loro! Se lo facessero anche i turisti che passano!!! E dire che, durante il viaggio, quando avevo detto all'autista di fermarsi per il tè, perché avevamo tutti almeno sete, egli si è fermato in un rarissimo bar; i compagni erano tutti molto contenti per la sosta, ma si sono ribellati quando ho detto loro che la sorpresa doveva ancora venire! L'autista si era sbagliato a fermarsi lì, abbiamo ripreso il viaggio fra i loro mugugni, ma solo per pochi chilometri perché poi ci siamo fermati nella tenda.
Il rientro a casa
[modifica]Il giorno della partenza col volo, presenziamo alla messa a Dakar alla missione dei salesiani; il coro esegue allegri canti religiosi ritmati da tamburi e maracas, accompagnati da eleganti danze, e condite da tanti, tanti sorrisi! Le donne, con la laboriosa pettinatura, sono avvolte nei loro abiti dagli sgargianti colori! Non notiamo nessuno voltarsi, sono concentrati sulla funzione religiosa, si comunicano tutti! Le circa due ore trascorse in chiesa passano in fretta senza accorgercene. Padre Carlos, salesiano peruviano che conosco da anni, è anche lui coinvolto dall'allegria in chiesa; egli attualmente è in Gambia, dove vuole aprire un ambulatorio medico, gli consegno un buon contributo. Come sempre, anche di questo viaggio, la nota dominante, che ci ricorderemo volentieri, è l'allegro sorriso dei bambini.
Pur avendo ricevuto pochissimo dalla vita, non perdono mai la contentezza; rarissime le persone tristi, o peggio arrabbiate, il fumo poi è quasi assente! Ringrazio tutti i miei tre validi e simpatici collaboratori, e le nostre mogli per non averci ostacolato nella difficile impresa. Un ricordo particolare all'amico austriaco ing. Wolfgang che non ha potuto partire con noi per grave problema familiare, come invece si era preparato! A Milano appena esco dal metrò, Andrea vedendomi ammutolisce dalla gioia! Lo abbraccio contento, sono a casa!
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