Esplode un'autocisterna nel Reatino: due morti

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mercoledì 5 dicembre 2018

La statale Salaria a otto chilometri dal luogo dell'incidente

Un gravissimo incidente è avvenuto nel primo pomeriggio in un'area di servizio posta lungo la strada statale n. 4 "Via Salaria", nel Reatino.

Poco prima delle ore 14, per ragioni ancora da chiarire, un'autocisterna carica di GPL ha preso fuoco mentre stava rifornendo il distributore. Circa quaranta minuti più tardi, quando i vigili del fuoco erano già arrivati sul posto per domare l'incendio, l'autocisterna è esplosa, investendo in pieno soccorritori e automobilisti. Lo scoppio ha provocato due morti e diciotto feriti, alcuni dei quali molto gravi. L'esplosione è stata talmente violenta da scaraventare l'autocisterna ad oltre settanta metri di distanza e da carbonizzare il mezzo dei vigili del fuoco.

La tragedia è avvenuta all'interno di un'area di servizio della IP posta al chilometro 39+000 della statale Salaria (coordinate 42.159444, 12.690933), tra le frazioni di Borgo Santa Maria e Borgo Quinzio, circa a metà strada tra Roma e Rieti. Il territorio ricade nel comune di Fara in Sabina (provincia di Rieti).

La procura di Rieti ha aperto un'inchiesta, con le ipotesi di reato di omicidio colposo e disastro colposo. Gli investigatori propendono al momento per un errore umano nel procedimento di travaso del GPL dalla cisterna al serbatoio interrato del distributore.

L'ospedale De Lellis di Rieti, dove sono ricoverati alcuni dei feriti
Le vittime

Nell'esplosione sono morti il vigile del fuoco Stefano Colasanti e il passante Andrea Maggi.

Stefano Colasanti, vigile del fuoco nel distaccamento di Poggio Mirteto, non faceva parte della squadra inviata per domare l'incendio: il pompiere era in servizio ma si trovava sul luogo per caso, poiché si stava recando a Roma per ragioni di lavoro. Ciononostante, aveva deciso ugualmente di fermarsi per dare manforte ai colleghi, una scelta che gli è costata la vita. La sua vicenda è diventata un simbolo dell'abnegazione e della dedizione al lavoro dei vigili del fuoco, e parte della stampa lo ha già ribattezzato "il vigile eroe".

Cinquantenne e residente a Rieti, Colasanti lascia una moglie e una figlia diciottenne; era noto anche per la sua attività di allenatore della squadra femminile di calcio a 5 di Cittaducale. Il fratello della vittima, poliziotto, ha appreso la notizia mentre accompagnava sul luogo il questore di Rieti, di cui è autista. Solo il giorno precedente, Colasanti aveva partecipato ai festeggiamenti in onore di Santa Barbara (protettrice dei vigili del fuoco e patrona di Rieti), e aveva preso parte a una dimostrazione nella caserma di Rieti, nella quale si simulava l'esplosione di una cisterna di GPL: una coincidenza che oggi appare come un macabro presagio.

Il passante è un uomo che si era fermato con la sua automobile perché incuriosito dall'incendio. A causa della semi-carbonizzazione della salma, la sua identificazione è avvenuta solo nella mattina di giovedì, grazie all'ausilio del test del DNA: si tratta del 38enne Andrea Maggi, di Borgo Santa Maria (Montelibretti), che lascia un figlio di otto anni. Il suo coinvolgimento si temeva già dal giorno dell'incidente, quando i suoi familiari, non vedendolo rincasare, avevano lanciato un appello attraverso la trasmissione "Chi l'ha visto?".

I diciotto feriti sono in prevalenza vigili del fuoco e operatori del 118 che si trovavano nell'area al momento dell'esplosione, ma anche alcuni automobilisti che transitavano sulla statale. Trasportati negli ospedali di Rieti e di Roma, cinque di essi hanno riportato ustioni gravi e sono in codice rosso.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell'interno Matteo Salvini e quello al lavoro Luigi Di Maio hanno dichiarato la loro vicinanza alle famiglie delle vittime. Il ministro Salvini è anche stato a Rieti per recarsi in visita privata ai famigliari del vigile del fuoco Stefano Colasanti, ai quali ha promesso la sua presenza ai funerali.

La "Salaria vecchia", su cui è attualmente deviato il traffico, in corrispondenza di Borgo Quinzio
I disagi al traffico

Dopo l'esplosione, la statale è stata chiusa in entrambe le direzioni, nel tratto compreso tra il bivio per Borgo Santa Maria (km 38) e quello per Borgo Quinzio (km 41,500), paralizzando il traffico tra Rieti e Roma. È stata interdetta anche la "Salaria vecchia" (il vecchio tracciato della statale, in uso fino agli anni Cinquanta), poiché in quel tratto scorre molto vicina al luogo dell'esplosione. Per tale ragione, è stato necessario deviare tutto il traffico sulla strada provinciale Farense, su un percorso più lungo e disagevole: l'uscita è obbligatoria a Passo Corese e si rientra sulla Salaria solo ad Osteria Nuova, dopo una deviazione di circa 23 km. Molto difficoltose le comunicazioni tra Rieti e Roma: si sono verificati pesanti disagi per gli automobilisti (vista la tortuosità del percorso alternativo, pieno di curve e tornanti), come anche per gli utenti del trasporto pubblico, con molte delle corse di autobus soppresse e alcune deviate addirittura via Terni e Orte.

Alle 16 di giovedì, inoltre, un autobus della Cotral ha preso fuoco nei pressi di Ornaro: l'autista, unico occupante del mezzo, è rimasto fortunatamente illeso, ma l'autobus è stato completamente distrutto dalle fiamme, e i disagi al traffico sono stati ulteriormente aggravati.

Nella giornata di giovedì è stata riaperta al traffico almeno la "Salaria vecchia", che ha ridotto la lunghezza della deviazione a soli 5 chilometri. La Salaria nuova è stata invece riaperta solo nella mattinata di venerdì.

Il tratto della Salaria tra Rieti e Passo Corese è tristemente noto alle cronache per essere anche teatro di gravi incidenti stradali, l'ultimo dei quali appena un mese fa. Il deputato del M5S Gabriele Lorenzoni ha ricordato che, nell'ultimo mese, le vittime sulla statale sono state nove, riaccendendo la polemica politica sull'annosa vicenda della sua messa in sicurezza.

Fonti[modifica]