Federconsorzi: Processo a un'idea o a una bancarotta?

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venerdì 28 maggio 2010

È uscito un nuovo libro sulla vicenda Federconsorzi. In prefazione Mario Almerighi, che fu eletto presidente dell’associazione Nazionale magistrati, spiega subito che si tratta del più grande scandalo fallimentare Italiano. Il libro si intitola Processo a un’idea e lo ha scritto Giovanni Panebianco: che da giovane ufficiale della Guardia di Finanza è stato, dieci anni fa, consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul dissesto della Federconsorzi e quindi aveva avuto modo di approfondire la complessa materia. Peccato solo che quando sono stati chiamati a deporre nel processo di Perugia il tenente Panebianco, così come maggiore Tripoli, abbiano opposto il segreto d’ufficio.

Ora per la presentazione del libro avviene in luoghi prestigiosi come ad esempio il circolo della Stampa di Milano ed intervengono alcuni dei più prestigiosi accademici d’Italia come il prof. Schlesinger e il prof. Libonati.

L’assunto del libro è che sotto processo non finirono tanto illustri professori come Pellegrino Capaldo, Francesco Carbonetti, Stefano d’Ercole e il presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Roma Ivo Greco, quanto un’idea: quella di sostituire, nell’ambito di un concordato preventivo le normali procedure che regolano la liquidazione dell’attivo fallimentare, con strutture più agili, in parte riprese dalla successiva modifica della normativa delle procedure concorsuali introdotta nel 2005. Una società costituita dai creditori denominata S.G.R avrebbe acquistato al prezzo di 2150 miliardi beni valutati nelle perizie almeno 4.000 miliardi

Il libro riporta con enfasi il passo della sentenza d’appello di Perugia, confermata in Cassazione, che ha mandato assolti gli imputati

« l’ampia formulazione dell’oggetto sociale della SGR consentiva la partecipazione di qualsiasi creditore »

Non si fa menzione del fatto che tale asserzione è tuttora contestata da importanti creditori esteri che stanno continuando una azione davanti al Tribunale civile di Roma. A loro dire la formulazione della proposta era tale che non solo i creditori a loro volta finiti in procedure concorsuali (ad esempio Agrifactoring creditrice per 910 miliardi di lire) ma persino banche in bonis non potevano aderire perché avrebbero oltrepassato la soglia di investimenti disponibili imposta dalla legge bancaria.

Palazzo Rospigliosi, già sede della Federconsorzi Il prezzo di cessione è stato oggetto di aspre controversie




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Fonti[modifica]