Festa della Repubblica, le celebrazioni a Roma per il 62° anniversario

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lunedì 2 giugno 2008

Il Presidente Giorgio Napolitano depone una corona d'alloro al Sacello del Milite Ignoto

Le celebrazioni per la Festa della Repubblica italiana, a Roma, si aprono nella mattinata al Vittoriano con l'omaggio del presidente Giorgio Napolitano al Milite Ignoto. Il presidente, accompagnato dalle più alte cariche istituzionali italiane - presenti il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il capo di stato maggiore della Difesa Vicenzo Camporini, i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, il premier Silvio Berlusconi, il presidente della Corte Costituzionale Franco Bile e il sindaco di Roma Gianni Alemanno - ha deposto una corona d'alloro sulla tomba del Milite Ignoto. Napolitano ha poi passato in rassegna il battaglione Interforze, schierato in piazza Venezia di fronte all'Altare della Patria.

Napolitano su via dei Fori Imperiali risponde al saluto della gente

Dopo l'alzabandiera, sotto una leggera pioggia, Napolitano si è recato in via dei Fori imperiali, prendendo posto nelle tribune allestite lungo la via per assistere alla parata delle Forze armate. Sul palco d'onore, al fianco del presidente, Renato Schifani e Gianfranco Fini; presenti molti esponenti dell'attuale governo. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è alla destra di Schifani, affianco a lui il ministro La Russa. Fra i ministri, presenti Angelino Alfano, Claudio Scajola, Giorgia Meloni, Mara Carfagna e Franco Frattini. Hanno assistito alla sfilata anche il sottosegretario con delega per l'emergenza rifiuti Guido Bertolaso e alcune autorità locali: Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio e della Provincia di Roma Piero Marrazzo e Luca Zingaretti. Per l'opposizione, Arturo Parisi, Roberta Pinotti, Marco Minniti, Francesco Rutelli e Renzo Lusetti.

Tema della parata, aperta alle ore 10 dalla banda dell'Arma dei Carabinieri, è La Repubblica e le sue Forze armate. Vi hanno partecipato 7.186 persone, in dettaglio 778 ufficiali, 972 sottufficiali, 4 835 militari e 601 civili. Hanno sfilato diversi reparti delle forze armate italiane, nonché truppe di Spagna, USA, Germania e Francia. Dopo i reparti impegnati in missioni impegnati in missioni all'estero, nell'ordine, l'Esercito, la Marina, l'Aeronautica, i Carabinieri, i Corpi militari dello Stato, i corpi armati e non, e i reparti a cavallo. 243 bandiere le bandiere militari presenti, listata a lutto quella dell'aviazione dell'Esercito, dopo la tragica morte del capitano Filippo Fornassi, precipitato ieri nel lago di Bracciano con il suo elicottero; ancora, 217 tra cani e cavalli, 97 moto, 137 jeep e 31 mezzi speciali. La cerimonia si è conclusa verso le 11.30, con gli onori finali al presidente Napolitano da parte di corazzieri e di carabinieri a cavallo, e lo spettacolo di nove Frecce Tricolori.

Nel comunicato inviato da Napolitano al Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Generale Vincenzo Camporini, si legge: «Il 2 giugno 1946, con il referendum istituzionale, prima espressione di voto a suffragio universale nella storia nazionale, gli italiani scelsero la Repubblica ed elessero l'Assemblea costituente, che, l'anno successivo, avrebbe approvato la Carta costituzionale, ispirazione e guida della ricostruzione materiale ed istituzionale dell'Italia e, da allora, simbolo e fondamento della democrazia del nostro paese. [...] le Forze Armate italiane del XXI secolo rinnovano il proprio fondamentale ruolo di custodi e garanti della Costituzione repubblicana, interpretandone il significato universale nelle innumerevoli missioni a sostegno dei diritti umani, della legge e dello sviluppo sociale ed economico in tante aree di crisi».

Napolitano passa in rassegna le truppe militari

Nel messaggio inviato al Ministro della Difesa La Russa, al termine della parata, Napolitano ha affermato che «il messaggio che le nostre Forze Armate hanno trasmesso quest'oggi al Paese, celebrando la Festa della Repubblica e la Carta costituzionale, è stato chiaro e forte: la loro missione primaria nel XXI secolo è ripudiare la guerra con i fatti, lavorando concretamente per costruire la convivenza pacifica tra i popoli, attraverso la sicurezza, la certezza del diritto e un più equilibrato sviluppo mondiale».

Per Gianfranco Fini, «il messaggio di Napolitano è alto e condiviso»; ritornando sulle parole di ieri del capo dello Stato, Fini ha dichiarato che «l'invito allo sforzo comune rivolto dal presidente della Repubblica è ineccepibile e soprattutto molto sentito». Questa giornata, per Gianni Alemanno, è «una festa di unità nazionale», mentre La Russa dichiara «c'è consenso, al di là dell'alternarsi dei governi, intorno ad una idea nuova di patria».

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