Italia: Ricardo Franco Levi ripropone la sua riforma dell'editoria
lunedì 10 novembre 2008
È stato assegnato alla commissione cultura in sede referente alla Camera dei Deputati il progetto di legge a firma del deputato Ricardo Franco Levi (Partito Democratico) volto a riformare il mondo dell'editoria italiana. Il nuovo progetto di legge, presentato nel giugno scorso, ripropone in sostanza il tentativo di riforma presentato dallo stesso Levi con Romano Prodi nel 2007 e approvato dal Consiglio dei Ministri nell'ottobre dello stesso anno.
Anche nella nuova stesura si tenta di equiparare le pubblicazioni cartacee a quelle informatiche, in particolare grazie alla definizione del termine "prodotto editoriale", che ritroviamo all'articolo 2 della stessa legge: «qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso», riproponendo la medesima definizione data nel disegno di legge del 2007. Stesso discorso anche per l'articolo 5, che allarga l'attività editoriale fino a ricomprendervi la definizione del semplice blog, con le eccezioni individuate successivamente.
Riproposto, all'articolo 7, anche il Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC), che dovrebbe sostituire la registrazione della testata presso il Tribunale, e che farà testo per l'applicazione delle norme sulla stampa.
L'articolo 8 si rivolge direttamente a internet: al primo comma si ricorda che l'iscrizione al ROC comporta l'applicazione delle leggi sulla stampa mentre al secondo individua il responsabile della pubblicazione, ovvero colui che ne autorizza la pubblicazione. Più controverso è il terzo comma della legge stessa, che esclude dall'obbligo di pubblicazione tutti i siti «personali o ad uso collettivo» che non costituiscono «organizzazione imprenditoriale del lavoro».
Al momento non risultano in essere pareri da parte del Governo riguardo il Progetto di Legge. Il testo verrà esaminato dalla commissione cultura in data non ancora stabilita ed eventualmente emendato dalla commissione stessa, per poi passare all'esame dell'aula.
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