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Marco Salvia: chi copia Wikipedia

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Wikimedia Italia in cerca di segnali dal mondo
intervista a cura di DracoRoboter con l'amichevole aiuto della comunità wikipediana, in particolare MM, Roberto Mura e Siciliano Edivad

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mercoledì 13 ottobre 2010


Wikipedia e i media tradizionali

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Marco Salvia

Marco Salvia[1], scrittore e collaboratore di alcuni giornali, è l'autore dell'articolo "Mazzini e Carlo Alberto – Gelmini copia dal sito Wikipedia" pubblicato originariamente[2] su l'Unità e poi ripreso da Giornalettismo.com[3], in cui ha commentato l'evidente copiatura da parte del Ministro dell'Istruzione di contenuti presenti su Wikipedia senza essere stati citati come tali. Il fatto ha suscitato scalpore nella comunità wikipediana, dal momento che l'enciclopedia libera viene spesso citata come esempio di imprecisione e scarsità di affidabilità, mentre allo stesso tempo è usata come fonte da un gran numero di utenti e istituzioni. A seguito dell'articolo e della successiva discussione tenutasi su Wikipedia fra i vari utenti, Marco Salvia ha accettato di rilasciare una breve intervista le cui domande sono state formulate dai contributori attivi di Wikipedia, e che è presentata qui di seguito. A questa intervista seguirà la risposta condivisa che la comunità wikipediana vorrà dare alle domande fatte.

Intervista

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W@H: Qual è il suo rapporto con i nuovi media? In particolare usa personalmente Wikipedia e conosce, e magari utilizza, le licenze libere?

Marco Salvia: Ottimo, almeno credo, cerco di tenermi costantemente aggiornato. Ho un blog che mi impegna abbastanza e i motivi per cui ne ho creato uno anzi un altro visto che sono innumerevoli; è che questo è un mezzo espressivo più libero perché alla fine il blogger non è solo autore ma anche editore quindi detta la linea di pensiero come farebbe e fa il direttore di un giornale.

Non uso Wikipedia molto spesso, mi capita di cercare delle voci su Google quando non so una cosa, come tutti credo, e Wikipedia è tra le fonti possibili cui fare riferimento. Uso anche una classica enciclopedia vecchio stampo e alcune enciclopedie su DVD oppure on line e queste sono normalmente tra le fonti che consulto per lavoro. In ogni caso è però necessario fare dei confronti tra le varie informazioni.

W@H: Nel suo articolo ha definito Wikipedia "non una vera enciclopedia", secondo lei, quali sono le caratteristiche che fanno di un'enciclopedia una "vera enciclopedia"?

Marco Salvia: Quello che intendevo dire forse è espresso male e me ne assumo la responsabilità, ma era il modo più veloce per far capire ai lettori non pratici, che chi ha copiato non poteva essere matematicamente sicuro della esattezza totale delle informazioni. Questo per la natura stessa del progetto e non per presunte vostre negligenze. Volevo dire che Wikipedia non è un'enciclopedia tradizionale (in cui una singola voce è presumibilmente opera di un singolo specialista e dove prima della stampa bisogna essere comunque certi di quello che si è scritto) sottolineavo dunque che a mio parere proprio per il modo aperto in cui funziona e per i tempi di controllo necessari a stabilirne la veridicità, l'indipendenza concettuale o anche per il semplice aggiornamento, essa non è ad oggi pienamente affidabile o libera da possibili manipolazioni ed il ministero comunque doveva essere in grado di produrre da sé e con parole proprie delle note storiche, era il minimo. Se poi le hanno copiate, dovevano citare la fonte. In definitiva però era una cosa da ridere, è un bene che la cosa abbia aperto una discussione più complessa.

Per quello che concerne Wikipedia, questa è a mio parere un progetto utopico di grande spessore. L'idea della conoscenza libera è rivoluzionaria, ma questo non è il mondo e la società in cui questo tipo di utopie saranno realizzate. Con internet avemmo una chance, ma è bella che andata. A costo di sembrare cinico questo è quello che l'esperienza mi suggerisce. Capisco, però: l'intento è positivo e sono solidale, soltanto non lo credo possibile. E i segnali a mio parere vanno in questa direzione.

W@H: Spesso i giornali utilizzano Wikipedia senza citarla come fonte, in particolare per le biografie da pubblicare all'annuncio della morte di un personaggio. In generale questo accade anche se si riprendono notizie o commenti pubblicati su altri siti web, come per esempio i blog. Quali pensa che possano esserne i motivi di queste mancate citazioni e come mai sembrano interessare più quanto pubblicato on-line che quanto pubblicato in forma cartacea?

Marco Salvia: Si questo è in effetti quello che accade, "normalmente". Con le fotografie non si riesce nemmeno più a capire quale sia la vera fonte da citare, per cui questa pratica di prelevare una tra le tante copie è oramai assunta a normalità; è tanto diffusa che i giornali stessi, se hanno bisogno di una foto ordinaria, la cercano in rete. Per quanto riguarda i testi è in parte lo stesso: ma un testo copiato basta modificarlo ed è difficile provare la cosa, perciò non citano la fonte mai o quasi mai, non solo con Wikipedia ma con tutti in rete. Nel mio caso specifico per il pezzo sulla Gelmini uscito su "l'Unità", in rete è reperibile tutta la dinamica che ha portato alla pubblicazione: ho trovato un'affermazione interessante on-line l'abbiamo verificata e pubblicata. Mi sembra una catena corretta.

Se non ho citato il blogger Tamas[4] è solo perché non sono riuscito a risalirci e poi non si sa mai come comportarsi, visto ad esempio che la blogger Catepol che ha collaborato con me e a cui ho chiesto se voleva essere citata ha rifiutato la citazione nel pezzo. A volte è tutto molto confuso se la fonte è un blog. E con i tempi giornalistici stretti tutto si complica.

Ha ragione a dire che le fonti sono adoperate come fossero cose proprie, ed è molto scorretto. Ma se pensa che per un articolo su di me, da pubblicare su di un quotidiano, un notissimo scrittore mi chiese di scrivermelo da solo e di aggiungere il suo codice per il pagamento capisce bene che gli scrupoli che ci si fa in generale sono davvero pochi. Tutto è però riconducibile a mio parere al modo assurdo con cui si lavora in Italia e al fatto che questi autori sono comunque davvero sottopagati; poi ci sono sempre gli scorretti.

Per la domanda sui "coccodrilli", è evidente che il maggior vantaggio di Wikipedia e delle enciclopedie aperte in generale sulle fonti statiche, nella necessità di avere notizie aggiornate, fa facilmente propendere per il suo utilizzo rispetto ad altre fonti in cui l'informazione si ferma alla data di chiusura della voce stessa sull'enciclopedia. Andrebbe bene se si citasse la fonte.

Del resto però a cosa serve un'enciclopedia libera che nessuno può utilizzare? L'editoria tradizionale forse non ha ancora ben capito cosa significa una licenza Creative Commons o più verosimilmente fa finta di non capirlo. Bisogna capire però che per quanto riguarda la citazione dei libri a stampa questo accade molto meno perché esistono dei canoni precisi, come si evince anche da uno scritto della professoressa Maria Gioia Tavoni[5]. Esistono cattedre di Bibliografia.

Per quello che concerne le citazioni dalla rete, per la natura stessa della rete e lo scambio di informazioni implicito che rappresenta, tutto ciò è molto più complicato, rende più facile il lavoro di chi vuole usare e basta senza riconoscere l'impegno altrui. Ma è anche la sua grande forza e libertà. Sono contraddizioni in cui siamo sempre più immersi.

Recentemente in Francia vi è stata un'ampia polemica sul plagio e anche in Italia Il Sole-24 Ore se ne è occupato[6]. Simili confronti aiuterebbero a vederci chiaro, quindi fate molto bene a confrontarvi. Ho capito che vi sentite maltrattati dalla stampa che vi usa e poi vi "disprezza" anche perché siete tutti dei volontari quindi dei sognatori in un certo senso. Questo finirà quando nessuno più troverà opinioni personali o informazioni errate o confusionarie in Wikipedia, ma è un lungo lavoro ammesso che con la formula attuale sia possibile. Soprattutto finirà quando l'autore di una voce plagiata sporgerà regolare querela. Perché non lo avete fatto con la Gelmini e con il ministero? Siete ancora in tempo.

Comunque ci sono cose confuse su Wikipedia, troppo confuse. Come ho detto io stesso sono ansioso di capire se la nota biografica sul ministro Gelmini apparsa tempo fa e in cui la si dichiarava figlia di tale Frate Eligio, fratello del più noto Piero Gelmini della Comunità Incontro, attualmente sotto processo, sia vera. Se no come è stata possibile una tale affermazione? Chi l'ha messa e chi l'ha rimossa e perché? Come vede Wikipedia per sua natura se si compiono gravi errori o se si dice il vero e poi si ha paura si presta il fianco a speculazioni molto forti specie nelle voci che hanno a che fare con la politica.

W@H: Wikipedia è "nata da un errore" e continua ad essere "un errore" e sta in piedi mediante paradossi. Le voci sono scritte da volontari che non sono pagati per fornire un servizio, ma che lo fanno per pura passione e per desiderio di condividere la conoscenza. Secondo lei, in potenza o in atto, questa presenza è una rivoluzione nell'ambito dell'editoria?

Marco Salvia: Non conosco a sufficienza la storia di Wikipedia: so che era la parte libera di una enciclopedia a pagamento, che poi ha sovrastato la parte a pagamento diventando il core business, ma non so se vi riferite a questo fatto. Il desiderio di "condividere conoscenza" è a mio parere un po' naif, bisognerebbe prima mettersi d'accordo su quello che si intende con questo termine. È possibile condividere nozioni, ma le nozioni non sono conoscenza perché ogni nozione o informazione per diventare conoscenza deve essere trasportata a livello dell'esperienza della persona che la adopera. Solo così, amalgamando l'esperienza individuale con la nozione, questa può diventare cultura personale rivendicabile e quindi "conoscenza". Per questo campo enciclopedico on line preferisco parlare di nozioni condivise.

W@H: Quanto conta, nelle periodiche stroncature che Wikipedia riceve, il fatto che questa enciclopedia impone il fastidioso requisito della neutralità dei dati che fornisce? Si può, in una testata d'opinione, separare il fatto dal commento?

Marco Salvia: Questo è un altro parametro che crea confusione. Cos'è Wikipedia? È davvero neutrale, se ci sono tante persone che scrivono? Perché Tamas la tacciava di vocazionismo neo borbonico? Mi sembra anche che Tamas sia uno storico. Voi potete richiedere neutralità; ma la ottenete? Se è un'enciclopedia on-line e basta deve attenersi ai fatti come la corrente storica prevalente li racconta senza stravolgere tutto con opinioni non verificabili. Se poi l'intento di Wikipedia è riscrivere la storia, questo sarebbe fantastico perché certo la storia che si insegna non è un esempio di indipendenza del pensiero e nessuna enciclopedia è scevra da manipolazioni. Questo significherebbe però addirittura un lunghissimo lavoro d'indagine su singoli argomenti. E se c'è qualcuno che fa questo gratis, non avrà comunque anch'egli un suo obiettivo qualsivoglia da raggiungere?

Siamo in un mondo in cui fare niente per niente non è affatto popolare. Ma scrivere una nuova storia del mondo attraverso la collaborazione spontanea di persone non retribuite mi sembra ben oltre perfino le utopie più ardite. Scrivere un'enciclopedia diversa, non omologata, questo si è alla portata odierna del progetto, ma ci vorranno anni di severi controlli sulle voci e quando una voce è chiusa che resti chiusa a meno che nuovi fatti o scoperte non si producano. Ma nuovi fatti e non altre estemporanee opinioni.

Io ho grande simpatia per i sognatori; voi siete sognatori di successo perché è stato un incredibile successo quello di Wikipedia, ma forse oggi quello che abbiamo non somiglia più al sogno primigenio. Inutile sbatterci la testa perché Wikipedia viene trattata male dai giornalisti che poi invece la usano: di ipocriti è pieno il mondo. L'importante se si crede al progetto è renderlo sempre più affidabile e se c'è un pezzo di storia che vale la pena per le vostre informazioni (non opinioni) di essere riscritto in modo diverso dalla massa delle altre fonti, fatelo. Questo anche per una sola voce sarà già un fatto rivoluzionario.

E qui torniamo alla Gelmini: scriveste che è figlia di padre Eligio, quale era la fonte?

Note

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  1. Il Blog di Marco Salvia. URL consultato il 13-10-2010.
  2. Marco Salvia. Mazzini e Carlo Alberto – Gelmini copia dal sito Wikipedia (pdf). l'Unità, pp. 13, 29 settembre 2010. URL consultato il 13-10-2010.
  3. Dipocheparole. La Gelmini copia da Wikipedia l'opuscolo per le scuole. Giornalettismo.com, 29 settembre 2010. URL consultato il 13-10-2010.
  4. Tamas. L’altro giorno mia madre, che è preside, è stata ... in ohshhh!. 24 settembre 2010. URL consultato il 13-10-2010.
  5. Maria Gioia Tavoni, Modelli di Citazioni Bibliografiche per Tesi di Laurea:
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    1. In linea generale, la successione delle informazioni nella citazione bibliografica è la seguente: Autore/i, titolo, informazioni di edizione, altri contributi secondari, luogo di edizione, casa editrice, anno di edizione.
      es. Carlo Revelli, Il Catalogo, in collaborazione con Giulia Visintin, Milano, Editrice Bibliografica, 1996.
    2. Per ottenere le informazioni bibliografiche si deve far riferimento in primis al frontespizio dell’edizione citata. Tutte le informazioni colte da fonti esterne ad esso (verso del frontespizio, colophon, ecc.) saranno poste, se si desidera, fra parentesi quadre.
      es. Mario Pazzaglia, Manuale di metrica italiana, [Firenze], Sansoni, [1994].
    3. Quando la responsabilità è diretta, l’autore o il titolo (nel caso di edizioni miscellanee o anonime) si citano per primi, con il cognome dell’autore in maiuscoletto, seguìto da virgola. »
  6. Da Houellebecq all'ing. Filipuzzi, la possibilità di un plagio non ha confini. Il Sole 24 ORE, 7 settembre 2010. URL consultato il 13-10-2010.