Wikinotizie:Storie in preparazione/Intervista a Umberto Eco
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- Pubblicata in Intervista a Umberto Eco.
Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932) è uno scrittore, filosofo, accademico, semiologo, linguista e bibliofilo italiano di fama internazionale. Dal 2008 è professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna.
Saggista prolifico, ha scritto numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo.
Domande
[modifica]- Gli si potrebbe chiedere se conosce Wikiquote e le citazioni senza fonte sono sue, e in tal caso da dove sono tratte.
- (Prendendo spunto da quello che ha scritto nel 2006, citato in Wikiquote.) La correzione da lei apportata alla voce di Wikipedia ha resistito? Ne ha fatte altre, in seguito?
- (Se non ha resistito.) Individuare i motivi (con tutta probabilità, il non aver indicato una fonte), spiegarglieli e chiedergli se/perché non li avesse capiti.
- (Se ha resistito.) Secondo lei è un caso che sia rimasta la versione corretta e non quella errata? La pagina w:Wikipedia:Attendibilità dei testi#Filosofia generale attribuisce questo fatto a una sorta di legge (statistica) generale:
« È sentimentalismo inutile pensare che la verità semplicemente in quanto tale abbia un qualche potere intrinseco, negato all'errore, di prevalere contro le segrete e il rogo. Gli uomini non hanno piú zelo per la verità di quanto non ne abbiano spesso per l'errore, e un'adeguata applicazione di sanzioni legali o anche soltanto sociali riuscirà in generale ad arrestare la diffusione di entrambi. Il reale vantaggio della verità è che quando un'opinione è vera la si può soffocare una, due, molte volte, ma nel corso del tempo vi saranno in generale persone che la riscopriranno, finché non riapparirà in circostanze che le permetteranno di sfuggire alla persecuzione fino a quando si sarà sufficientemente consolidata da resistere a tutti i successivi sforzi di sopprimerla. » | |
(John Stuart Mill, Saggio sulla libertà)
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- Che cosa pensa di questo passo di Mill? È corretto interpretarlo come una spiegazione (ante litteram) del funzionamento di un "sistema aperto" come Wikipedia, che nonostante la pervasività dell'errore riporta in media informazioni corrette? Quali altri filosofi hanno approfondito questa tematica? Sapeva che il co-fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, è un appassionato di Ayn Rand? Secondo lei è corretto affermare che i principî di funzionamento di Wikipedia sono almeno parzialmente informati alla sua filosofia (o ad altre)? In tal caso, le critiche a Wikipedia possono essere attribuite alla non condivisione di tale filosofia, o a particolari "correnti filosofiche" avverse?
- (Attenzione a non trasformarla in una domanda del genere «qual è lo stato della filosofia contemporanea». La formulazione va migliorata.) Allargando il discorso, secondo lei, rispetto a periodi in cui ad esempio un filosofo come Gentile riformava il sistema scolastico improntandolo alla propria filosofia, attualmente nel mondo che importanza ha la filosofia sulla vita delle persone, e che "potere" hanno i filosofi? Quali fenomeni socio-politici sono riconducibili a una specifica corrente filosofica (se esistono; oppure: anche se adesso magari non sappiamo dire quale sia, basandosi sull'importanza data oggi alla filosofia è possibile immaginare che fra cinquant'anni potremo individuare una filosofia rappresentativa della nostra epoca, oppure si parlerà solo di fine delle ideologie ecc.)? In Italia esiste una corrente filosofica preminente sulle altre con relativi "baroni" come poteva essere Benedetto Croce?
- Più in generale, nell'università italiana esistono ancora i "baroni" come intesi originariamente, cioè come gestori di una grossa scuola di pensiero/feudo che si impadroniva di una certa disciplina almeno in un ateneo, i quali decidevano perciò la carriera accademica di tutti nella propria disciplina (favorendo i propri allievi o aderenti alla propria scuola)?
- Vorrei sapere se conosce le licenze libere, se userebbe licenze libere per i suoi romanzi, se pensa siano più adatte alla saggistica (ma vorrei che la domanda fosse formulata meglio)
- Qual'é la sua opinione riguardo le varie culture che si stanno sviluppando in internet (dai blog, ai forum, ai social network..)?
- Cosa pensa dell'editoria italiana? Secondo lei, é vero che il successo di molte opere dipende quasi solo dalla loro distribuzione?
- Cosa pensa della globalizzazione? Trova positivo il suo effetto uniformante, per il quale molte culture e lingue minori (non per qualitá, ma per diffusione) scompaiono?
- Da Wikiquote, sembra che lei approvi il programma Erasmus per le universitá. Esiste un programma equivalente per gli studenti del quarto anno delle scuole superiori. Secondo lei tale programma é utile allo stesso modo? Trova delle differenze fra i due?
- Traendo spunto dai temi affrontati ne "Il pendolo di Foucault" che suggerimento darebbe ai contributori di Wikipedia per riuscire a distinguere il "sapere" dallo "pseudo-sapere", al di là ovviamente di una seria analisi delle fonti?
- In "Sei passeggiate per i boschi narrativi" lei raccondta del libro Sylvie di Gerard De Nerval come un'ossessione. L'idea di essere destinati ad un libro è molto suggestiva e potente, simile a quella di Fahreneit 451, in cui i personaggi scelgono un libro da imparare a memoria e tramandare ai posteri. Ci crede ancora? Ci può dire qualcosa a riguardo?
- Ha ordinato i suoi libri in maniera particolare? Cosa pernsa della regola del "buon vicino" di Warburg (sdoganata per noi profani da Calasso a "Che tempo che fa?")?
Wikipedia
[modifica]- Lei è da sempre attento al fenomeno di Wikipedia, e tra i pochi intellettuali italiani che l'ha testata e sperimentata prima di parlarne. Può rispiegarci la sua opinione in merito? Quelli che le sembrano i punti di forza e di debolezza del progetto e dei sui meccanismi?
Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ho-sposato-wikipedia/2108845/18
- Nel suo recente articolo sull'Espresso, lei cita Peirce e la comunità degli scienziati. Però sappiamo bene che la comunità scientifica è anche'essa, in quanto umana, soggetta a mode, invidie, carrierismi, e in sostanza a fallibilità. Secondo lei, una traslazione dal concetto di autorità a quello di autorevolezza non sarebbe (utopicamente) più utile? Potenzialmente, Wikipedia non ha operato questo movimento?
Collaborazione
[modifica]- Quello che Wikipedia sta rappresentando, ne converrà, è una rivoluzione fino a 10 anni fa impensabile, nella creazione e nella condivisione del sapere. Con tutti i suoi limiti (e sono tanti), Wikipedia è sapere online, digitale, libero e gratuito. Wikipedia viene citata in tutti i nuovi saggi sulla rete e la collaborazione, come esempio di "intelligenza collettiva", "saggezza della folla" (Suriowiecki, 2004). Ha letto il libro? Cosa pensa al riguardo?
- [Esportabilità del processo wiki] Oltre all'enciclopedia Wikipedia, il mondo Wiki ha sviluppato altri progetti, fra cui una raccolta di citazioni (Wikiquote) e una biblioteca digitale wiki (Wikisource). Pensa che la stessa esperienza sia esportabile ad altrim meccanismi di scrittura che non siano produzione collettiva di sapere? (Abbiamo visto che funziona per un'enciclopedia, ma per gli altri?)
- Io sto studiando biblioteche digitali, e sto esplorando la possibilità di creare biblioteche digitali co-laboratorio, simili a progetti pieni di strumenti statistici e di analisi come il Perseus Project ma più collaborativi, addirittura fondati su un wiki. Come vede la cosa a riguardo? Le sembra che una collaborazione spinta come in un wiki possa essere riprodotta anche dalle comunità accademiche?
- come vede la questione dell' authorship, del riconoscimento della proprietà intellettuale all'interno dei progetti fortemente collaborativi?
- [Classificazione e wiki] Riflettevo (non ho letto granchè a riguardo, forse qualcosa di Shirky) che la collaborazione forte non ha avuto molto successo in tutto ciò che è categorizzazione/classificazione. Abbiamo certo le folksonomies, gli assembramenti di tags, ma sono decisamente piatti. Dato per scontato che non esiste la classificazione perfetta (Borges, Perec e Shirky docent) le sembra forse che senza un progetto top down non esita nessuna classificazione complessa? O almeno si perda in coerenza?
- Io trovo che la collaborazione fra utenti, che nei wiki è estremamente forte (editing collaborativo) aiuti per compiti che singolarmente non potrebbero essere mai completati. Secondo lei stiamo abdicando la qualità per la quantità? (domanda vaga e poco seria)
- Quanto serve agli umanisti lavorare con gli altri? Qual'è il ruolo della collaborazione fra gli umanisti?
Open
[modifica]- (provo a riformulare la domanda precedente, ma ci aggiungo anche del mio): cosa ne pensa dell'uso di licenze libere come la Creative Commons o la General Public License e della filosofia opensource che le ha formulate? Pensa che in futuro ci sará una cultura di rete in cui scrittori, musicisti, fumettisti e via dicendo distribuiranno secondo questi standard le loro opere, approfittando del costo nullo di replicazione dell'originale in formato elettronico, oppure questo fenomeno é destinato ad estinguersi? Lei ha mai considerato l'ipotesi di pubblicare una sua opera secondo licenza libera? Pensa che queste licenze aiutino la libertá intellettuale e garantiscano la giusta dignitá al loro autore?
- Secondo lei, quando si ha una collaborazione forte la proprietà intellettuale non tende a venir meno? Sono forse inversamente proporzionali? Pensi a Wikipedia, Linux, tutti progetti estremamente aperti e collaborativi. Openness e collaborazione sembrano andare di pari passo. Forso sono loro direttamente proporzionali.