Amnesty International accusa Israele di "crimini di guerra" in Libano
mercoledì 23 agosto 2006
L'organizzazione a favore dei diritti umani, Amnesty International ha accusato Israele di aver commesso crimini di guerra colpendo deliberatamente delle infrastrutture civili in Libano durante i 34 giorni di conflitto. Amnesty ha definito gli attacchi «indiscriminati e sproporzionati». Israele ha respinto l'accusa.
«Il modello, lo scopo e la scala degli attacchi rende la difesa di Israele, ovvero che si tratta di un "danno collaterale", semplicemente poco credibile», ha detto Kate Gilmore, di Amnesty International.
Amnesty International ha affermato che la grandezza della distruzione causata dai raid aerei e dai bombardamenti e le dichiarazioni del generale israeliano Dan Halutz, secondo cui «non c'è nulla di sicuro [in Libano]», come la prova che i civili sono stati deliberatamente colpiti.
Israele ha rigettato le accuse, affermando che i bombardamenti sui civili erano giustificati dal fatto che Hezbollah ha usato i civili come "scudi umani": le infrastrutture libanesi erano «obiettivo di bombardamenti solo quando venivano utilizzate dai militanti del Partito di Dio, e questo in accordo con le regole della guerra», ha detto il portavoce israeliano Mark Regev. «Diversamente da Hezbollah, noi non abbiamo deliberatamente colpito la popolazione civile», ha detto Regev.
Più di 1.000 libanesi, per lo più civili, sono stati uccisi durante i combattimenti, mentre 161 israeliani, per lo più soldati, sono stati uccisi da Hezbollah. Gli attacchi di Israele hanno anche ferito circa 4.000 persone, e ha creato circa un milione di profughi, circa un quarto della popolazione del Libano.