Cuba apre ai software open source
mercoledì 21 febbraio 2007
Il governo di Cuba ha deciso di cambiare i sistemi operativi su migliaia dei suoi computer. Il sistema operativo Windows, infatti, verrà sostituito con sistemi operativi basati su Linux. Questo passo fatto dal governo cubano aumenta le tensioni tra il Paese e la società Microsoft, che ha sede negli Stati Uniti.
L'idea è stata accettata con piacere da alcuni ministri cubani. Fra questi il ministro delle comunicazioni, Ramiro Valdez, che in una conferenza sulla tecnologia ha confermato la sua posizione, ovvero la volontà di procedere verso l'open source. Richard Stallman, a capo della Free Software Foundation, ha criticato il software proprietario, dicendo che oggi esso è piuttosto insicuro.
Hector Rodriguez, presidente di una delle maggiori università cubane, ha dimostrato il suo parere positivo per la migrazione verso l'open source. Rodriguez ha sottolineato che alcuni servizi pubblici cubani sono già passati a Linux e che alcuni ministeri stanno per iniziare la migrazione. Tra di loro c'è anche il ministero della cultura, dell'istruzione superiore e delle comunicazioni.
Sebbene servirà ancora del tempo per compiere la migrazione, Rodriguez, come citato dall'Associated Press, non ha risposto alla domanda sui tempi che occorreranno per completare la conversione. In ogni caso, il ritmo di migrazione verso l'open source a Cuba è molto veloce.
L'idea di usare Linux invece che Windows è ampiamente in discussione in molti altri Paesi, fra cui Venezuela, Cina, Russia e Brasile.