Discussione:Il nuovo ateo-bus: "In Italia ci sono milioni di atei"/Commenti

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uno su sette è ateo o agnostico, anche se politici, media e aziende municipalizzate non ne tengono conto. La nostra è una campagna per la loro visibilità, perché più visibilità significa meno discriminazione e più rispetto».

Non mi piace il termine lotta, che posto negli argomenti religiosi, è ben noto che effetto abbia. L'UAAR potrebbe anche prendere nota che in Italia se uno su sette è agnostico-ateo, allora sei su sette, o l'85%, sono credenti. Al posto loro non sarei tanto contento.

Poi, se questi credono che diffondendo la buona novella dell'inesistenza del (loro) Dio, qualunque sia la non idea che ne hanno, fermeranno le guerre di religione, non hanno capito niente di cosa muove il mondo. Ma credete davvero che in Medio Oriente vi sia una guerra di religione in atto? Sveglia. I Sacri testi da secoli vengono usati come una mazza per colpire i nemici. Ma anche 'secolarizzate', le società non sono state meno feroci e terribili (URSS, Cambogia, PRC), anche quando hanno creato miti pseudoreligiosi o di religione civile (da Roma a Hitler, se non a Pera..). Quindi i problemi in campo sono altri e non banali: il controllo delle risorse geostrategiche su tutti, dall'acqua al petrolio alle vie di transito. La guerra del '56 la fecero per il Canale di Suez, non perché Allah è grande o Yahve è figo. Questa mancanza di idee pone l'UAAR nel settore estremisti etici, ma non risolve minimamente il problema che identificano con i loro slogan. E' come se ti dicessero: 'guarda che dentro i cavi elettrificati non c'é mica il Diavolo' e tu che fai? Visto che non c'é il Diavolo metti il ditino dentro la presa di corrente, no? Tanto si desacralizza la questione e questo risolve tutto, giusto? Zzzazazzazzzz!!! (uaarghh!! grido dell'ex- 'oppresso' dalle religioni). Fine della prova sulla non esistenza del diavolo ma sulla presenza di qualcosa di non meno micidiale.--Ricardo (talk) 23:36, 29 gen 2009 (CET)[rispondi]

«Non mi piace il termine lotta, che posto negli argomenti religiosi, è ben noto che effetto abbia.» Infatti non l'hanno usato, hanno detto "campagna".
«L'UAAR potrebbe anche prendere nota che in Italia se uno su sette è agnostico-ateo, allora sei su sette, o l'85%, sono credenti. Al posto loro non sarei tanto contento.» Infatti, il problema è che quell'85% impedisce al 15% di esprimersi (vedi il caso della prima campagna).
«Poi, se questi credono che diffondendo la buona novella dell'inesistenza del (loro) Dio, qualunque sia la non idea che ne hanno, fermeranno le guerre di religione, non hanno capito niente di cosa muove il mondo.» Permettimi di dubitare della tua logica: se non ci fossero religioni non ci sarebbero ovviamente guerre di religione; che poi la gente continuerebbe ad ammazzarsi è qualcosa che esula dalla campagna dell'UAAR. --DispAcc01 (talk) 12:50, 30 gen 2009 (CET)[rispondi]
  • Non mi risulta che in Italia non si possa dire "Dio c'é" o "Dio non c'é", e che gli atei siano discriminati. La "protesta" di questi ultimimi sembra pertanto del tutto ingiustificata.
  • Sotto il profilo strettamente logico, le espressioni "Dio (non) c'é" sono prive di senso, non potendosi definire razionalmente né il termine "dio" né, relativamente ad una vaga concezione comune di Dio stesso, il verbo "esistere". Se è già difficile definire l'esistenza di un oggetto appartenente alla physica, è notoriamente impossibile definire il verbo esistere rispetto ad una entità classificata per definizione come appartenente alla meta-physica.
  • E' comunque chiaro che le affermazioni "Dio (non) c'é" sono ambedue assolutamente indimostrabili.
  • Tutte queste argomentazioni risultano comunque ovvie e inutili, esistendo in tutta la storia della filosofia abbondante materiale per disquisire in merito. Di conseguenza, non si comprende lo scopo di queste campagne pubblicitarie di livello men che nazional-popolare (del tipo di quello dei Testimoni di Jeova sui cartelli stradali) su argomenti di massimo livello escatologico e conseguente impegno e cultura filosofica. L'impressione che si riceve è che questa associazione abbia consistenza e finalità di assai modesto profilo, e che derivi le sue iniziative non tanto da necessità di libertà espressive o di ricerca della verità e della cultura, quanto invece da una eredità vetero-massonico-illuministico-positivista che si prefigge (dio ci scampi, che egli esista o no !) di ripulire il mondo dalla devastante subcultura dei credenti per lasciare spazio al luminoso e superiore mondo dei liberi pensatori atei e dei loro subordinati (gli agnostici razionalisti).
  • Conclusione: Il vedere le massime questioni dell'umano sapere sbattute sui bus come formaggini o detersivi fa nascere solo un autentico dubbio: se riderne (con un pò di sano cinismo) o se piangerne (come siamo caduti in basso!) --87.24.62.156 16:19, 31 gen 2009 (CET)[rispondi]
Poco o nulla da obiettare sulle tue argomentazioni filosofiche. Ma passi sopra al fatto che il confronto atei/credenti è quasi unicamente sul terreno della politica, che è altro dalla filosofia. Solo marginalmente si confrontano visioni filosofiche, l'interesse di entrambi i fronti è quasi unicamente focalizzato sulle loro ricadute pratiche; e, in realtà, sarebbe opinabile anche il verso causale in cui considerare le ricadute. -- Codicorumus  « msg 17:26, 31 gen 2009 (CET)[rispondi]
«Non mi risulta che in Italia non si possa dire "Dio c'é" o "Dio non c'é", e che gli atei siano discriminati.» Ti faccio presente che una campagna per mettere la scritta "Dio non esiste" sugli autobus è stata rifiutata dall'agenzia pubblicitaria in quanto "urtava" la sensibilità dei credenti; di contro ai capi religiosi è permesso dichiarare quotidianamente che Dio esiste. Come vedi c'è una differenza, una discriminazione.
«Sotto il profilo strettamente logico, le espressioni "Dio (non) c'é" sono prive di senso» Forse, ma esiste un senso comunemente attribuito a quelle frasi, ed è di questo che si discute.
«E' comunque chiaro che le affermazioni "Dio (non) c'é" sono ambedue assolutamente indimostrabili.» Esiste però una differenza tra l'affermare che qualcosa di indimostrabile è vera o che è falsa: il fatto che tu non possa dimostrare l'inesistenza dell'Invisibile Unicorno Rosa o della Teiera di Russell non significa che tu ci debba credere, né autorizza chi ci crede ad importi le sue credenze "rivelate", cosa che invece avviene con le religioni e i loro ministri.
«si prefigge (dio ci scampi, che egli esista o no !) di ripulire il mondo dalla devastante subcultura dei credenti per lasciare spazio al luminoso e superiore mondo dei liberi pensatori atei e dei loro subordinati (gli agnostici razionalisti).» Se anche fosse, perché sarebbe un proposito così infamante (addirittura vetero-massonico-illuministico-positivista!)?
«Il vedere le massime questioni dell'umano sapere sbattute sui bus come formaggini o detersivi fa nascere solo un autentico dubbio: se riderne (con un pò di sano cinismo) o se piangerne (come siamo caduti in basso!)» Hai considerato il fatto che si sono ridotti ad usare la pubblicità sugli autobus perché non hanno altri spazi disponibili? Quante trasmissioni televisive che presentassero il punto di vista ateo/agnostico puoi citarmi, a fronte di tutte quelle che promuovono o sottintendono messaggi religiosi? --DispAcc01 (talk) 11:52, 2 feb 2009 (CET)[rispondi]