Discussione:La sostenibilità ambientale chiave per la prevenzione dei conflitti/Commenti

Contenuti della pagina non supportati in altre lingue.
Da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

← Ritorna all'articolo

Commenti
Commenti

Questo è lo spazio per i commenti alla notizia. Se vuoi far presente un problema all'articolo in sé, come, ad esempio, un errore, devi usare la pagina di discussione relativa. I commenti presenti in questa pagina non devono essere conformi al punto di vista neutrale, ma, in ogni caso, devi rimanere in argomento ed evitare insulti, parolacce e altre parole che possono riscaldare gli animi. Sii comprensivo e gentile. Una discussione civile e un dibattito educato rende le pagine di commento un luogo amichevole. Pensa, prima di inserire il tuo commento.
Ricorda di firmare i commenti usando 4 tildi (~~~~), che verranno automaticamente sostituite col tuo nome utente e la data corrente.

Clicca qui per aggiungere un nuovo commento · Aggiungi il tuo commento a uno già esistente

Non mi viene il template dei commenti. Boh.

OK, l'articolo è interessante, ma purtroppo è difficile da raccordare con la realtà sempre più drammatica che stiamo vivendo.

Non è un caso che diverse organizzazioni internazionali come la NATO e governi di tutto il mondo si stiano occupando attivamente del settore "environmental security" per cercare di risolvere o mitigare problemi ambientali magari non immediati, ma che possono rivelarsi generatori di conflitti negli anni o nei decenni a venire, come ad esempio la questione dell’acqua, gli squilibri demografici e di approvvigionamento di risorse alimentari, i mutamenti del clima.

Il problema posto così è troppo limitante. LeF.A. mondiali non possono intervenire bombardando la Monsanto e le altre grandi multinazionali che adesso stanno approfittando a man bassa dell'agricoltura e della sua crisi, per imporre la loro visione 'strategica'. Tutto è cominciato dalla 'rivoluzione verde' che ha trasformato l'agricoltura in un prodotto industriale, dipendente (bestemmia) dai prodotti industriali per sopravvivere. Gli OGM sono male non perché non diano profitti più alti (a chi li vende) ma perché dopo i costi di fertilizzanti, carburante e pesticidi aggiungono anche quelli del copyright sulle sementi, per cui se li pianti un anno, l'anno dopo non puoi usare i semi raccolti per fare un altra piantagione: o devi pagare soldi o addirittura ti ritrovi con sementi sterili.

Poi sento dire da un generalone che i nostri Predator, impiegati in Afghanistan, sarebbero utili per controllare l'immigrazione clandestina: ma va la! e magari armati anche con due Hellfire, per colpire gli scafisti. Oramai la situazione è talmente tragica che gli immigrati sono recuperati aggrappati alle gabbie per i tonni. Questi giorni sono successe cose terribili, e succedono per le leggi e per gli interessi economici/strategici. La 'governance' la si dovrebbe fare alla fonte, i mutamenti climatici e tutto il resto hanno responsabilità precise e drammatiche. In altre parole bisognerebbe controllare la Borsa di Chicago piuttosto che il Darfur, bisognerebbe vedere come e dove speculano quelli che investono soldi nell'agricoltura anziché nelle case, o in altre fonti d'investimento (vedi crisi subprime: 1000 mld di dollari bruciati come niente).

Nel frattempo ecco quello che succede:

  • Spese militari: crescita +37% per cento nell'ultimo , 1.200 mld di dollari all'anno, 184 dollari per ogni abitante della terra, 15 paesi che insieme spendono l'83 per cento del totale e gli Usa al primo posto con il 46 per cento della spesa mondiale. [1]
  • Bellissimo articolo di M.Chierici[2] che spiega un pò di cose.
    • Brasile: Foresta amazzonica: satelliti rilevano un taglio di 1.200 km2 in un mese. Motivo: 'biodiesel'. Lula il Magnifico ha licenziato la ministra compaesana di Chico Mendes: rompeva troppo le scatole
    • Ghana: 21 milioni di abitanti. Ma non crescono di numero pur facendo figli. Muoiono prima. Un quarto dei bambini sotto i 5 anni muore. E il Ghana esporta: legno pregiato, carne, pesce, oro. Grazie al crimine contro l'umanità chiamato 'globalizzazione' non si coltiva più grano e patate dolci, ma soia e canna da zucchero per etanolo. Niente più autonomia alimentare, ma solo servizio per il SUV 'biologico'.
    • USA: accordo bipartisan per accordare agli agricoltori 5 mld di dollari extra di contributi. Questo e molto altro ha trasformato, sotto l'egidia del NAFTA, il Messico in un Paese importatore di mais dagli USA, che praticano una coltivazione assistita da contributi statali e tecnologie senza possibilità di competizione per i Paesi poveri. Un proverbio messicano recita: la disgrazia del nostro Paese è che siamo troppo lontani da Dio e troppo vicini agli USA. Proprio così.
    • USA/2: si voleva portare una discussione sui cambiamenti climatici. Ebbene non si è riusciti nel Senato a raccogliere le 20 (venti) firme per presentare una legge che affronti i cambiamenti climatici. Sono tutti d'accordo nel fregarsene.
    • Argentina: La Cristina Kirchner voleva convincere gli agricoltori a esportare di meno e a lasciare più risorse in casa, per gli affamati. Macché, data la lucrosità della questione, i fazenderos argentini hanno mosso delle proteste gigantesche per far abbassare al governo argentino le tasse messe sull'export. E hanno praticamente vinto.
  • Indonesia: Tejo Pramano, dell'Unione federativa contadina indonesiana (Fspi), era a Roma per il controforum 'Terra Preta'. Che ha detto il nostro agricoltore dissidente? Che il sistema agroalimentare è nelle mani delle multinazionali, dell'agrobusinnes che specula e fa profitto. Distrugge le foreste e affama, e le grandi piantagioni di olio di palma 'ecodiesel' esportano da paura arricchendo pochi e impoverendo molti.

La soluzione è che la produzione torni nelle mani dei contadini, che sia sovvenzionata la piccola produzione e non le grandi multinazionali, che con una mano prendono dal mercato, e con l'altra vengono sostenute dai Governi, sia UE che USA che Giappone.

Si potrebbe continuare a lungo. Ma la questione del problema è che chi causa questa crisi sarebbe chiamato a risolverla: ma per gli stessi motivi per cui l'ha causata non avrà affatto la volontà e l'onestà di risolverla. Da noi l'esempio è Napoli e la monnezza, tutto creato ad arte per favorire i soliti noti pro-inceneritori, distruggendo risorse, avvelenando cose e persone, e sopprimendo le rivolte con l'esercito. Tutto questo ha davvero pochi punti di contatto con la classica 'governance delle crisi'. Servirebbe la polizia e il ricambio politico in certi uffici, mentre si preferisce mandare i 'marines' a risolvere il conflitto sul territorio. Tutto annunciato e tutto prevedibile. 15 anni fa ci si poteva credere, adesso non più. L'epoca dei 'Caschi blu che risolvono tutto' è finita, tranne poche eccezioni (comunque costosissime e incerte, vedi Kosovo), senza eliminare dei precisi mandanti politici ed economici non si risolve nulla: l'esempio del Congo o del Libano è esemplare e le forze 'internazionali' finiscono solo per fare da paravento al perpetuarsi di un iniquo status quo. O addirittura a contemplarne il peggioramento.--Stefanomencarelli (talk) 00:06, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

E allora aggiungi il template commenti da te --Toocome ti chiami? 00:28, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Ok, d'ora in poi farò così. CMQ E' sempre un piacere notare la 'disponibilità' a discutere nel merito dei post.--Stefanomencarelli (talk) 15:12, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]