Discussione:Prete accusato di genocidio scoperto in Italia/Commenti

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Attenzione, l'articolo del Times cui si fa riferimento, non parla di avallo da parte di Betori. --Ediedi (talk) 09:31, 19 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Perchè è una notizia[modifica]

Questa notizia sale alla cronaca non tanto per l'abominevole atto di questo prete, ma proprio per la sua natura di religioso. Sembrerebbe il contrario, ma purtroppo oggi dei morti Ugandesi nessuno ne parlerebbe più se non per questo clerico che avrà preso le vesti nella speranza di mangiare regolarmente, e perchè senza una famiglia. Sono infinite le vie che portano alla vocazione, ma come in passato per l'europa, anche oggi nei paesi meno sviluppati ci si imbatte in queste situazioni strane, dove lo spirito nascosto nella persona è celato dietro difficoltà oggettive dell'uomo di riconoscere il vero dal falso, e la speranza da parte della Chiesa di rimpinguare i propri ranghi sfruttando le indigenze di chi ha meno opportunità di noi.--Bogonella (talk) 00:41, 20 mag 2009 (CEST)[rispondi]


SONO CONTRO LA GOGNA MEDIATICA

Il modo in cui è stato redatto l’articolo mi sembra strumentale, perché induce il lettore a sospettare che i vertici della Chiesa, nella persona di Giuseppe Betori (arcivescovo di Firenze) e con il suo avallo, siano in qualche modo complici della fuga e della protezione sotto mentite spoglie del sacerdote accusato di reati gravissimi.

I fatti ci dicono che:

  • è accusato di strage (ma ancora non giudicato e condannato)
  • è stato scoperto sotto falso nome (quindi non identificabile per chi è non preposto a funzioni di tipo investigativo, anzi tutt’altro)
  • ha dichiarato di non aver partecipato al crimine (adoperandosi, a suo dire, in modo opposto)
  • si è trasferito in una parrocchia di Empoli (vicariato foraneo dell’arcidiocesi di Firenze, di competenza quindi di G. Betori, a prescindere dalla volontà o meno di doversene occupare) 

La stesura dell’articolo avrebbe dovuto tenere distinta la parte costituita da ipotesi e congetture, da quella contenente i dati tangibili, cioè che ad Empoli ci si va con l’avallo dell’arcivescovo di Firenze (un dato di fatto).

Senza (quasi) nulla togliere, nulla aggiungere e senza cambiare il senso lo riscriverei in questo modo:

Emmanuel Uwayezu, un sacerdote cattolico di nazionalità ruandese e di etnia Hutu accusato di essere stato complice nel 1994 della morte di 80 suoi studenti di etnia Tutsi, è stato scoperto in Italia sotto il nome falso Wayezu, in una parrocchia di Empoli, nella giurisdizione quindi di Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. Nel 1994 Uwayezu era preside di una scuola cattolica a Kibeho. Secondo le accuse, Uwayezu chiamò alcuni soldati Hutu nella propria scuola e collaborò con loro mentre questi assassinarono, scannarono, violentarono e seppellirono vivi circa 80 studenti tra i 12 e i 20 anni. Uwayezu ha dichiarato di non aver preso parte all'uccisione dei suoi studenti e di aver anzi tentato di salvarli. Storia simile a quella di un altro sacerdote cattolico ruandese, Athanase Seromba, condannato all'ergastolo per la morte di 2000 suoi parrocchiani, uccisi demolendo con i bulldozer la chiesa in cui si erano rifugiati.