Duello tv: secondo match Berlusconi-Prodi

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4 aprile 2006

Bandiera italiana
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Il secondo round televisivo di ieri tra il candidato premier della Casa della libertà, Silvio Berlusconi, ed il candidato premier dell'Unione, Romano Prodi, è stato moderato da Bruno Vespa ed ha toccato temi assai diversi: dal fisco ai conti pubblici, dalla guerra in Iraq alla sicurezza. Non sono mancati momenti di "tensione" fra i candidati, specialmente quando Prodi ha detto: "Berlusconi si aggrappa ai numeri come un ubriaco ad un lampione". Il premier uscente ha protestato, chiedendo a Vespa il richiamo all'ordine, ma Prodi si è giustificato ricordando che la frase era una citazione di Andrew Lang.

Com'era prevedibile, il faccia-a-faccia è iniziato parlando di giustizia, traendo spunto dalla vicenda del piccolo Tommaso Onofri. "Un fatto terrificante", l'ha qualificato Berlusconi. "Nel nostro programma c'è l'impegno a presentare un disegno di legge che preveda l'aumento della pena per chi commette violenza contro donne e bambini", ha precisato il Cavaliere, aggiungendo che "è necessario assicurare la certezza della pena" e respingere "troppi sconti". Berlusconi ha poi accusato il leader della Margherita, Francesco Rutelli, di aver usato la "vicenda ignobilmente per rivolgere delle accuse al mio governo e alla mia maggioranza come se noi avessimo qualche colpa per il fatto che non ci siano pene sufficientemente adeguate".

La "giustizia deve essere più rapida", ha affermato Prodi. "La pena di morte è fuori dalla nostra cultura - ha proseguito il Professore - e tutti in Europa l'abbiamo abolita da tempo. Anzi, nell'Unione europea l'eliminazione della pena di morte viene richiesta come requisito per l'ingresso in UE".

Si è affrontato, poi, il tema della rissosità della campagna elettorale. "Prodi dovrebbe chiedere scusa a tutti noi, perché ha dato del delinquente politico a Tremonti e alla Cdl", ha affermato Berlusconi. Che ha aggiunto: "Per cinque anni hanno tenuto un atteggiamento negativo, insulti, calunnie, barricate in Parlamento. Io non ho mai insultato nessuno".
"Il confronto deve essere fatto sui programmi e sul rispetto reciproco", ha affermato Prodi, ma "questa campagna elettorale è stata aspra. Non posso in un minuto fare l'elenco di tutti gli insulti ricevuti, alcuni anche divertenti: da poveraccio a coniglio a codardo. Ma lasciamo stare e impostiamo il discorso sul futuro e sul programma".

Toni assai accesi si sono raggiunti quando si è parlato di fisco. "Ricco è chi ha parecchi milioni di euro, quindi un concetto di ricchezza abbastanza ampio ovvero qualche miliardo di lire", ha detto il Professore, riferendosi alle proposte del centrosinistra sulla tassa di successione. Dura la risposta di Berlusconi: "Dentro la sinistra, dentro anche i cattocomunisti dossettiani alla Prodi, c'è questo convincimento: il potere serve per controllare le persone, la società, ma serve anche per ridistribuire quel reddito che a loro pare redistribuito non equamente".

Con riferimento ai conti pubblici "meglio di così non si poteva fare", ha affermato Berlusconi. "Abbiamo sostenuto la nostra economia tenendo conto anche della spesa sociale. I soldi che abbiamo speso sono andati per settanta miliardi nella spesa sociale e cinquantatré miliardi sono stati destinati a quelle opere pubbliche che da trent'anni non si facevano". Di parere diverso il Professore: "La spesa pubblica è lievitata senza controllo, ossia il 2-3% del pil mentre noi l'avevamo tenuta ferma e soprattutto non sappiamo quanto è aumentata". Ha proseguito Prodi: "Con la riduzione di cinque punti [del cuneo fiscale] ogni lavoratore avrà mediamente seicento euro in più all'anno in busta paga e un artigiano pagherà mediamente dodicimila euro in meno di contributi all'anno".

Scontri anche sul tema dell'evasione fiscale. "L'evasione c'è sempre stata e non può essere risolta con il tintinnìo delle manette", ha affermato Berlusconi. Cui ha fatto eco il Professore: "Non voglio le manette ma la maestà della legge. Dobbiamo solo applicare le imposte che abbiamo già, non c'è bisogno di aumentarle".

Nell'appello finale, Berlusconi ha annunciato un Vice primo ministro donna nel prossimo Governo, il ritiro a dicembre dei militari italiani presenti in Iraq, l'abolizione dell'Ici su tutte le prime case. Prodi ha scommesso sui giovani per il rilancio dell'Italia, puntando sulla "giustizia e l'armonia".

Nell'appello finale Prodi ha detto di scommettere sui giovani per il rilancio dell'Italia, puntando sulla "giustizia e l'armonia" per rimarginare le ferite di un governo che ci ha lasciato un Paese diviso. "La nostra coalizione - ha aggiunto Prodi - offre una squadra di governo, forte, coesa, che ha sottoscritto un patto di governo. Vogliamo andare avanti dando fiducia al Paese per unirci in una battaglia comune e riportare l'Italia a essere protagonista".

Fonti