Elezioni presidenziali del Messico: Felipe Calderón vince con uno scarto dello 0,6%

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7 luglio 2006 Felipe Calderon, candidato per il Partito d'azione nazionale alle elezioni per la presidenza del Messico, ha battuto il suo principale rivale, Andres Manuel Lopez Obrador, leader del Partito della rivoluzione democratica (di sinistra), per un pugno di voti: stando ai risultati ufficiali, che riportano il conteggio dei voti al 100%, il candidato della destra avrebbe avuto 14.981.268 voti (il 35,88%) mentre i voti a favore di Obrador, sono stati 14.745.262 (35,31%). Una disfatta per le sinistre, in quanto Roberto Madrazo, del Partito rivoluzionario istituzionale, sono stati 9.300.081, largamente sufficienti a battere la destra, visto che lo scarto fra i principali contendenti era dello 0,57% (circa 200.000 voti).

Calderon, appoggiato dal governo messicano e dai ceti alti del mondo economico e finanziario messicano, è un forte cattolico, strettamente orientato in senso conservatore e verso gli interessi dell'alta borghesia, essendo un fervente seguace delle teorie neoliberiste che hanno guidato il Paese negli ultimi anni.

L'appoggio dato dal governo in carica ha fatto pensare a dei brogli, visto il ristretto margine di preferenze fra i candidati, ed in effetti i sondaggi della vigilia lo vedevano al terzo posto dopo Obrador e Madrazo: tuttavia il riconteggio dei voti ha confermato la vittoria di Calderon, che ora non potrà permettersi sbagli nella gestione della cosa pubblica, in quanto non sufficientemente appoggiato ad una forte maggioranza dei messicani.

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