Il Gran Mufti invita Benedetto XVI in Siria: «Venga a trovarci a Damasco»

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sabato 2 agosto 2008

Ahmed Badr Al Din Hassun, Gran Muftì della Siria, ha invitato Benedetto XVI a recarsi nel suo paese, nel corso dell'Anno Paolino, che a preso il via a giugno per iniziativa personale del pontefice.

«Ho invitato papa Benedetto XVI a visitare la Siria durante l'Anno Paolino. La sua presenza tra noi sarà di grande significato», ha detto il Mufti, aggiungendo che Joseph Ratzinger sarà «graditissimo ospite, più di un fratello».

La speranza espressa dal Mufti è di poter incontrare Benedetto XVI anche in Italia, durante le celebrazioni del "Giubileo Paolino", che terminerà a giugno 2009.

Ahmed Din Hassun ha incontrato, nel corso di una serie di eventi che ripercorrono le tappe della vita di San Paolo, una delegazione di giornalisti provenienti dall'Italia, ai quali ha annunciato: «Ho già scritto personalmente al Papa una lettera ed ora, tramite voi giornalisti, rilancio l'invito al Santo Padre a visitare il nostro Paese. Tutti ne saremmo veramente felici, un suo viaggio sui luoghi dove visse ed operò S. Paolo potrebbe contribuire a portare il fiore della pace in Medio Oriente».

Momenti di tensione, del tutto estranei al clima disteso che ha accompagnato l'invito sia del Mufti e sia del presidente siriano, Bashir Assad, si erano avuti a seguito della lectio magistralis del papa all'Università di Ratisbona, a causa di una erronea interpretazione del suo discorso, durante il quale aveva citato Manuele II di Bisanzio, che, nel 1402, criticava aspramente la religione islamica per le violenze commesse dai suoi seguaci. L'accaduto suscitò scontri e reazioni ingiustificate negli ambienti più radicali dell'Islam, poiché veniva attribuita al pontefice la frase, che invece era, per l'appunto, di Manuele II Paleologo, vissuto più di 600 anni addietro.

Il Gran Mufti, in quell'occasione, scrisse al Santo Padre, e nell'incontro con la stampa italiana ha detto: «Scrissi subito al Santo Padre per avere chiarimenti dopo le parole pronunciate a Ratisbona e lui mi ha risposto, chiarendomi il vero senso dell'intervento. In realtà, il suo discorso era una lezione accademica ed invece è stato presentato come un attacco all'Islam. In ogni caso, il dialogo tra noi non è mai cessato e tutto si è risolto bene, come del resto succede quando discutono un marito ed una moglie che si amano, i quali alla fine del litigio si amano più di prima».

Il leader religioso siriano ha però anche duramente contestato i giornalisti che pubblicarono le vignette satiriche su Maometto, dicendo che «quella stampa e quei giornalisti scrivono falsità per fomentare l'odio interreligioso con la menzogna con chiaro intento di denigrare l'islam e le religioni».

Una forte presenza cattolica in Siria si avrà comunque ad ottobre, quando una delegazione di prelati, capeggiata dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Angelo Bagnasco, si recherà nella nazione del Medio Oriente. La visita sarà ricambiata poi da ministri siriani e leader religiosi che faranno un pellegrinaggio a Roma per visitare la tomba dell'apostolo.

Il nunzio apostolico in Siria, mons. Giovanni Battista Morandini, ha definito l'invito del Mufti come «Un’idea fondamentale per rafforzare l’ecumenismo in un Paese culla delle culture e delle religioni». Nel paese asiatico, la presenza di confessioni cristiane è pari al 10% (il Cattolicesimo all'1%, per il resto ortodossi, melchiti e armeni), mentre la componente islamica raggiunge il 90%.

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