Il ministro Amato: «Vietare il velo è una scelta integralista»

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domenica 23 settembre 2007

Giuliano Amato

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha dichiarato ieri, sabato 22 settembre 2007, che «Vietare il velo vuol dire imporre un'ideologia imperialista occidentale. Non si può rifiutarsi di credere che il velo islamico è in certe occasioni sinonimo di prevaricazione contro le donne ed in altri espressione di identità».

Poi si è pronunciato sull'immigrazione: «Chiudersi all'immigrazione equivarrebbe a certificare il declino dell'Italia. Bisogna, invece, attivare politiche di integrazione, in primis quella sulla casa» aggiungendo poi, (in risposta a Frattini, che ha auspicato un'alta immigrazione di lavoratori qualificati): «C'è la tendenza a parlare solo di immigrazione qualificata, ma non possiamo scegliere di far venire in Italia solo ingegneri o dottori: sarebbe una scelta di declino demografico, culturale e politico. Conservare la nostra identità senza aggiunte – sostiene – significa conservare una diversità declinante».

Risponde l'ex ministro di Forza Italia Giuseppe Pisanu: «Si deve distinguere nettamente l'immigrazione regolare, fenomeno necessario e positivo, da quella clandestina, che è l'aspetto patologico da combattere. Non dimentichiamo che gli immigrati clandestini sono i responsabili principali dell'aumento della delittuosità complessiva in Italia». È poi Amato a ribattere che però «non è il clandestino ad avere un dna che lo induce a delinquere in misura maggiore rispetto all'immigrato regolare, ma, in quanto illegale, è sottoposto al ricatto di chi lo controlla e si avvale del suo stato di irregolare. E non ci può essere integrazione se c'è illegalità».

Ribatte anche Frattini: «La sicurezza è uno degli aspetti della politica migratoria, ma l'immigrazione non è un problema di sicurezza, bensì di legalità: se le regole vengono violate c'è l'obbligo di rimpatrio».

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