Italia: il Senato approva il decreto sicurezza
giovedì 6 dicembre 2007
Con 160 a 158 voti è passata al Senato italiano la fiducia sul maxi-emendamento del governo sul decreto sulla pubblica sicurezza. È pesato il no della senatrice teodem del Partito democratico Paola Binetti, che ha votato contro la maggioranza, ricevendo l'applauso del centrodestra. La senatrice ha motivato il proprio voto perché contraria ad una norma anti-discriminazione razziale che richiama al Trattato di Amsterdam. Fra i voti favorevoli, c'è da segnalare quello di Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica, che ha votato a favore perché «una crisi sarebbe drammatica». Voto che ha suscitato polemiche fra i senatori della Lega Nord: secondo Roberto Calderoli, il senatore a vita non avrebbe votato secondo le procedure, e che quindi il voto non era valido. Alle opposizioni basate sul cavillo ha risposto lo stesso Presidente del Senato, Franco Marini, il quale ha detto che «Cossiga aveva un'evidentissima fatica a muoversi e ha pronunciato in maniera netta e forte, udita da tutti, il suo voto a favore. Quindi la sua votazione è netta». Il senatore, infatti, non si presentava in aula da diversi giorni per problemi di salute.
Al termine della votazione, il sottosegretario all'Interno, Marcella Lucidi, è andata via piangendo, poiché, secondo quanto detto dal capogruppo di Sd, Cesare Salvi, la donna sarebbe stata aggredita da alcuni senatori della Lega Nord, che ritenevano che la Lucidi volesse fare pressioni per convincere Lamberto Dini a votare il decreto. «È stato un vero e proprio attacco squadrista» ha detto Salvi, specificando che il colloquio fra la Lucidi e Dini si era tenuto al termine della votazione, all'ultimo voto.
Al di là delle polemiche, il decreto passa ora alla Camera dei Deputati, dove potrebbe essere modificato.
Fonti
- «Senato, fiducia al governo per un soffio, E' il voto di Cossiga a salvare l'Unione» – la Repubblica, 6 dicembre.