L'Atari 2600 compie 30 anni
lunedì 8 ottobre 2007
Nell'ottobre del 1977 l'Atari, l'azienda fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, dopo due anni di lavoro mette in vendita, negli Stati Uniti d'America, l'Atari VCS (acronimo per Video Computer System) che verrà rinominata nel 1982 in Atari 2600 (dal nome del progetto, CX2600).
Nell'anno di lancio la console, la prima programmabile, vende solamente 250 000 unità fallendo miseramente l'obiettivo di sconfiggere le precedenti console in grado di supportare solamente un videogioco. All'epoca tuttavia l'Atari 2600 poteva supportare solamente 9 giochi, troppo pochi rispetto al suo prezzo, che era di 250 dollari.
L'Atari decise quindi nel 1979 di acquistare diritti di videogiochi da coin-op, tra cui Space Invaders, creato l'anno prima dalla Taito.
Grazie a questo e ad altri 200 titoli (da Pac-Man ad E.T., considerato da molti, compresa la rivista Pc World, il peggior videogioco di tutti i tempi) sviluppati per l'Atari 2600, l'industria statunitense ha venduto circa 40 milioni di console ai giocatori che hanno inoltre acquistato, complessivamente, circa 120 milioni di cartucce.
Con l'avvento negli anni ottanta degli home computer, tra cui l'Apple II e il Commodore 64, che portò ad una riduzione delle console vendute che costrinse l'Atari a fermarne la produzione il primo gennaio del 1992, dopo 14 anni dal suo primo rilascio nel mercato USA. Circa tre anni dopo, nel dicembre 1994 verrà messa in commercio la PlayStation, che riuscirà a vendere più del doppio delle macchine vendute dall'Atari in soli dodici anni (nel marzo del 2006 la Sony ne ha annunciato il ritiro).
Nel 1996 alcuni fan dell'Atari 2600 hanno avviato il progetto Stella, un software open source in grado di emulare la maggior parte dei videogiochi della console. Scritto in C++, è disponibile per Microsoft Windows, Mac OS X e Linux.
Fonti
- Elmar Burchia «Un successo planetario... e alieno» – Corriere della Sera, 7 ottobre 2007.