La Corea del Nord non è sulla "black-list"

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domenica 12 ottobre 2008 Gli Stati Uniti d'America hanno tolto la Corea del Nord dalla lista nera dei Paesi che sostengono il terrorismo. Lo stato nordcoreano era entrato nella lista nera per la presunta distruzione di un aereo di linea sudcoreano nel 1987, in cui erano morti 115 passeggeri. Gli USA avevano subordinato la rimozione della Corea del Nord dalla lista nera alla condizione che il regime di Pyongyang avesse accettato le richieste dell'amministrazione Bush, per la verifica delle sue attività nucleari.

L'accordo è stato raggiunto, nonostante le perplessità avanzate dal Giappone e da parte del negoziatore statunitense Christopher Hill, e prevede l'effettuazione di ispezioni sull'arricchimento del plutonio e dell'uranio, con particolare attenzione al reattore nucleare di Yongbyon, che era stato riattivato nelle ultime settimane come "ritorsione" verso la decisione di Washington di non rimuovere Pyongyang dalla lista nera. «Nell'attività di ispezione avrà un ruolo importante anche l'AIEA (l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica)» ha detto Hill, aggiungendo che «gli esperti potranno avere accesso a tutti i siti nucleari dichiarati e non dichiarati».

Nell'accordo è stata prevista la partecipazione alle ispezioni della Corea del Sud, Cina, Giappone e Russia.

Taro Aso, premier giapponese, esprime la sua perplessità perché l'accordo non menziona alcunché sulla vicenda del rapimento di cittadini giapponesi da parte dei nord coreani.
Il presidente George W. Bush ha contattato telefonicamente Aso per riaffermare «il principio del traguardo di una denuclearizzazione verificabile della penisola coreana» e la necessità che «tutte le parti continuino a lavorare verso l'attuazione dell'impegno della Corea del Nord ad abbandonare tutte le sue armi e tutti i suoi programmi nucleari». Inoltre Bush ha rassicurato Aso sul sostegno degli USA nella vicenda del rapimento dei cittadini giapponesi.

John McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, critica l'accordo perché è stato raggiunto direttamente tra Washington e Pyongyang «e solo successivamente discusso con gli alleati asiatici al fine di ottenere il loro sostegno». McCain ha espresso perplessità anche sul fatto che l'accordo non prevede il problema dei cittadini giapponesi rapiti.

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