Lo Stato americano della Virginia si scusa per la schiavitù
martedì 27 febbraio 2007
L'assemblea generale della Virginia ha votato sabato all'unanimità una risoluzione con la quale lo Stato si scusa per il suo ruolo nella questione della schiavitù. La Virginia, che era stato il centro degli Stati Confederati d'America durante la Guerra di secessione americana divenne il primo degli Stati Uniti a ripristinare la schiavitù.
«Questa sessione dell'assemblea sarà ricordata per molte cose, ma da qui a venti anni io ritengo che una delle quelle cose sarà questa risoluzione» ha detto il deputato A. Donald McEachin, il democratico che ha presentato la proposta alla Camera.
La risoluzione è passata con 96 voti a favore e zero contrari, dopo essere già passato al Senato. La risoluzione riporta che la schiavitù è «il più orrendo di tutti i crimini contro i diritti umani e di tutte le violazioni dei nostri ideali fondanti della storia del nostro Stato», e si riconosce che «l'abolizione della schiavitù ha portato una sistematica discriminazione e anche la segregazione forzata nei confronti degli afroamericani, dovute al razzismo». Il testo si dedica anche alla condanna dello «sfruttamento dei nativi americani».
Prima della cessazione dell'importazione di schiavi, la Virginia è stato il centro principale del commercio di schiavi. Gli storici stimano che più di 100 000 schiavi siano passati per Richmond, capitale della Virginia.
Anche il Missouri e il Maryland stanno considerando di approvare simili risoluzioni.