Messico: maglia nera nella sicurezza dei giornalisti
martedì 17 ottobre 2007
Dal settembre del 2006 sono stati 8 i giornalisti uccisi in Messico e il bilancio sale a 33 morti e 7 dispersi considerando gli ultimi sette anni. Molti di questi assassini sono stati attribuiti ai narcotrafficanti ma dietro ad alcuni casi ci sarebbe una matrice politica. La giustizia messicana, comunque, si è mostrata incapace di perseguire i responsabili e questa impunità di fatto rende il Messico la nazione americana più pericolosa per i giornalisti, nonostante la situazione sia migliorata con l'inizio del governo Vincente Fox nel 2000 (al quale è succeduto nel 2006 Felipe Calderón).
L'organizzazione "Reporter Senza Frontiere" definisce "difficile" la situazione dell'informazione in Messico, che condivide questo pessimo giudizio con la Colombia. Peggio delle due Nazioni, nell'intero continente americano, soltanto Cuba che vede, sempre secondo Reporter Senza Frontiere, una situazione "molto grave" a causa della mancanza di libertà di stampa concessa dal governo Castro. È però sorprendente notare come il Messico abbia avuto, da parte della famosa organizzazione di giornalisti, una valutazione migliore di Cuba sebbene, nei suoi rapporti annuali riguardanti quest'ultima, non siano denunciati omicidi ai danni di giornalisti.
Fonti
- [EN] – Diego Cevallos «MEXICO: Most Dangerous Latin American Country for Journalists» – ips, 17 ottobre 2007.
- [EN] – «America's situation» – Reporter Senza Frontiere.