Niente processo per i responsabili delle violenze alla scuola Diaz durante il G8 a Genova

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17 giugno 2005

Non si celebrerà il processo contro i 62 agenti di polizia del reparto mobile di Roma accusati dei maltrattamenti e lesioni avvenuti all'interno della Scuola Diaz di Genova il 21 giugno 2001 durante un'irruzione all'interno della scuola dove erano presenti 93 manifestanti. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha infatti deciso, accogliendo la richiesta dei pubblici ministeri, di far decadere l'accusa di lesioni volontarie aggravate, non chiedendo il rinvio a giudizio. Il motivo di questa decisione sta nel fatto che non è possibile individuare i singoli responsabili delle singole azioni di violenza. Prosciolti, per questa accusa, anche 12 funzionari che secondo il GIP fecero ingresso alla Diaz solo dopo che la parte più cruenta dei pestaggi era già terminata.

A quanto riferisce il Corriere della Sera il giudice ha attribuito questa mancanza d'identificazione all'atteggiamento dei poliziotti, colleghi degli accusati, che sono stati chiamati dalla magistratura ad indagare. Sempre secondo quanto riferisce il Corriere della Sera il giudice ha affermato: «Si deve stigmatizzare la scarsa collaborazione prestata ad indagine svolte dall'autorità giudiziaria per fatti assai gravi, che sono stati oggetto dei lavori di una Commissione parlamentare e hanno avuto un'ampia risonanza internazionale».

Rimane invece aperta l'inchiesta per falso e per calunnia nei confronti di alcuni funzionari che falsificarono verbali e prove per tentare di dimostrare che l'irruzione alla Diaz fosse necessaria. Il GIP ha chiesto il rinvio a giudizio per questi reati. In particolare ha chiesto il rinvio a giudizio anche per alcuni funzionari per cui, invece, i pubblici ministeri avevano chiesto il proscioglimento. Inoltre per il vicequestore Pietro Troiani è stato chiesto il rinvio non per calunnia, come richiesto dai PM, ma per falso (reato più grave e quindi con un tempo di prescrizione più lungo). Secondo l'accusa Troiani avrebbe introdotto nella scuola delle false molotov per dimostrare la pericolosità della situazione e di manifestanti. I PM non gli avevano contestato il reato di falso in quanto non ha materialmente firmato il verbale di ritrovamento. Tuttavia il GIP lo ha comunque rinviato a giudizio per falso perché «[...] consegnando i reperti, indicando falsamente il luogo ove erano stati rinvenuti, egli creò le condizioni per la creazione di quei falsi verbali».

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