Prescritti i reati del processo "Prima linea-Cocori": Scalzone può tornare in Italia

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mercoledì  17 gennaio 2007

I giudici della prima Corte d'assise di Milano hanno dichiarato il "non doversi procedere" nei confronti di Oreste Scalzone, da anni latitante a Parigi, per intervenuta prescrizione dei reati di partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapine, per i quali l'ex militante di Potere Operaio e di Autonomia Operaia era stato condannato, nel 1981, a 16 anni di reclusione nel processo "Prima linea-Cocori (Comitato Comunisti Rivoluzionari)". Il Tribunale di Milano ha anche disposto la revoca dell'ordine di custodia spiccato su Scalzone, la cui estradizione era però sempre stata negata da Parigi.

Nato a Terni sessanta anni fa, Scalzone fu uno dei principali protagonisti dell'eversione rossa italiana di fine Anni Sessanta. Arrestato nel 1977 con l'accusa di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, nei primi due gradi di processo si concludono con una condanna. Trasferitosi in Francia, Scalzone ha continuato ad intervenire nel dibattito politico italiano.

La possibilità che la dichiarazione odierna del tribunale milanese favorisca un ritorno in Italia di Scalzone è confermata dallo stesso interessato: «Certo che torno - ha dichiarato - ma tutto è comunque complicato. Anche le cose più belle sono difficili da attuare. Quando il 7 aprile del '79 mi hanno arrestato è come se mi avessero asportato chirurgicamente dal mio mondo. Ho vissuto la galera, l'ospedale, la fuga e Parigi per 25 anni assieme a mia moglie Lucia e a mia figlia Rosalinda». «Tornerò - prosegue - da pendolare, come i teatranti con i loro carri o come gli agitatori politici di un tempo e tornerò non per cercare rivalse o regolamenti di conti, ma per dare più decibel a battaglie di libertà, a cominciare da quella per la scarcerazione di Paolo Persichetti».

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