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Prodi: "La missione italiana in Libano può essere momento di coesione politica"

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domenica  13 agosto 2006

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Il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, ha ribadito che l'Italia parteciperà alla missione di pace in Libano. Prodi lo ha annunciato ufficialmente dopo un vertice a Palazzo Chigi con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, il ministro della Difesa, Arturo Parisi, il ministro dei Beni Culturali e presidente della Margherita Francesco Rutelli ed il sottosegretario Enrico Letta.

Prodi ha affermato che verrà pienamente rispettato l'articolo 11 della Costituzione italiana, e che l'invio di soldati rappresenterà un'occasione di coesione politica fra maggioranza e opposizione.

Venerdì 18 agosto verrà convocato un consiglio dei ministri straordinario sulla questione, dopodiché il Parlamento verrà ufficialmente informato. I dettagli dell'operazione non sono ancora pronti, in quanto il numero dei soldati e le altre modalità di invio delle truppe devono essere in primis concordate a livello internazionale, con l'ONU e le altre nazioni che hanno dichiarato la disponibilità di una partecipazione. Prodi ha ipotizzato che l'Italia possa partecipare con un contingente di 2 000 - 3 500 uomini, e ha rassicurato che non verranno introdotte nuove tasse per finanziare la missione.

La Casa delle Libertà è, in linea di massima, favorevole alla missione di peacekeeping con partecipazione italiana, ma ha chiesto che il governo sia chiaro sulle regole d'ingaggio, chiedendo che siano compatibili con la missione "Enduring Freedom", e diversi esponenti dell'opposizione hanno chiaramente detto che il sì del centrodestra è tutt'altro che scontato.

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