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Recrudescenza della faida di Scampia. Un altro omicidio a Napoli

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mercoledì 29 agosto 2012

emergenze archeologiche romane tra i palazzi di Scampia


Nel clima stagnante e recessivo che soffoca l'economia italiana in crisi ormai da anni, esiste un'industria italiana che mostra un'incredibile vivacità e non conosce recessioni, né si ferma per le vacanze estive. È l'industria poco invidiata della criminalità organizzata che, anche nell'infuocata estate 2012, mostra la consueta disinvolta vitalità che gli permette di esportare i suoi prodotti anche al di fuori dei suoi tradizionali confini, come si è visto, in questa estate, sul litorale laziale, con l'omicidio di Nettuno e l'assassinio di Gaetano Marino, alias Manuzza, alias Moncherino McKay, sul lungomare di Terracina.

L'omicidio di Scampia

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Un nuovo episodio di questa recrudescenza vertiginosa di faide infinite si è avuto ieri, a Napoli, in una delle due Vela residue del famigerato quartiere di Scampia, assurto a emblema del degrado urbano, umano e criminale della città partenopea e immortalato come sfondo fatiscente nel film Gomorra dall'omonimo film di Roberto Saviano.

A cadere, stavolta, è stato Gennaro Ricci, 36 anni, uomo affiliato al Clan camorristico Grassi (detto dei "Girati"). L'episodio criminale si inquadrerebbe nell'ambito della efferata Faida di Scampia, che insanguina da tempo le strade della città in una feroce contesa che ha come posta il controllo del traffico di droga.

Nell'azione criminosa si contano anche due feriti, due personaggi non del luogo: Vincenzo Lasorte, 25enne, residente in via Stadera a Napoli, e Salvatore Piedimonte, 21enne, di Giugliano, entrambi riusciti a darsi alla fuga, e poi ricoverati agli ospedali «Cardarelli» e «San Giovanni Bosco». Rimane da chiarire il motivo della loro presenza sulla scena del delitto.

La lunga scia di sangue della faida di Scampia

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L'episodio, secondo gli investigatori, si inserirebbe proprio nella scia di sangue dell'assassinio di Gaetano Marino, il 23 agosto scorso, a Terracina, quale ritorsione a quell'omicidio.

Il clan dei "girati" faceva parte della stessa cordata di Gaetano Marino, il clan degli Scissionisti di Secondigliano (detti anche gli Spagnoli), fuoriusciti dal w:Clan Di Lauro e in lotta contro quest'ultimo. Ma nel complesso gioco degli equilibri criminali, gli "girati", negli ultimi tempi, si sono resi protagonisti di una lotta intestina che ha visto la loro defezione dagli Scissionisti, un episodio che ha contribuito all'escalation criminale che imperversa sulla città.

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Fonti

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