Sottomarino scomparso con 44 marinai: trovato a 900 metri di profondità

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lunedì 19 novembre 2018

Il sottomarino TR-1700(S-42) ARA San Juan

Sabato scorso la società marittima Ocean Infinity, incaricata dall'Argentina della ricerca del sottomarino ARA San Juan, ha rinvenuto il relitto a circa 900 metri di profondità nell'Oceano Atlantico, a 430 chilometri di distanza dalla Patagonia. Le incessanti pressioni dei familiari delle vittime sulla Marina militare e sul governo argentino avevano portato all'utilizzo di una tecnologia speciale e costosa, di provenienza statunitense, per la ricerca del relitto.

La compagnia marittima aveva già deciso di non effettuare ulteriori ricerche, ma l'insistenza dei familiari li ha convinti a sondare, ancora una volta l'avvallamento abissale, luogo del ritrovamento. La posizione dei resti del sommergibile fa ritenere che sia imploso a causa di un corto circuito, due ore dopo l'ultimo contatto radio. Dall'annuncio dato dalla Marina argentina si presume che i 44 marinai siano morti sul colpo a causa dell'implosione e non per la mancanza di ossigeno e di cibo.

Il 15 novembre 2017 l'ARA San Juan inviò l'ultimo segnale di soccorso e il 15 novembre 2018 la nave Seabed Constructor ha cominciato ad acquisire le prime chiare immagini da un minisommergibile telecomandato. Per gli esperti non ci sono dubbi, ma fra qualche giorno arriveranno delle immagini ancora più precise.

Per rispetto del primo anniversario della tragedia, le autorità hanno deciso di aspettare un po' prima di rendere nota la notizia del rinvenimento dello scafo. Il governo argentino dovrebbe ora deliberare due giorni di lutto nazionale, rinviato in precedenza per l'opposizione dei familiari perché pensavano che questo avrebbe portato alla fine delle ricerche. Ora si profila un braccio di ferro tra i familiari e le autorità per ottenere il recupero dei corpi, anche se le operazioni risulteranno difficili e costose.

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Fonti[modifica]