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Star&Stripes: oltre 1000 militari americani firmano una petizione per la fine della guerra in Iraq

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giovedì 25 gennaio 2007

Oltre mille militari statunitensi - molti dei quali impegnati o già impegnati nella campagna irachena - hanno firmato una petizione che mira ad ottenere la fine della guerra in Iraq ed il ritiro delle truppe USA dal Paese arabo occupato.

È particolarmente significativo che a rivelarlo sia un articolo apparso il 17 gennaio 2007 sul quotidiano militare americano Stars and Stripes (Stelle e Strisce), pubblicato dal Pentagono. Disponibile via Internet, l'articolo è stato incluso nella nell'edizione stampata specificamente indirizzata al Medio oriente e distribuita ogni giorno anche alle truppe impegnate sul fronte iracheno.

La petizione è stata consegnata al Congresso il 16 gennaio 2007. Una coppia di membri del Congresso aderenti al Partito Democratico ed una coalizione di gruppi avversi alla guerra hanno sottolineato l'evento per sollecitare il taglio di tutti i fondi destinati a sostenere le operazioni militari in Iraq, affermando che senatori e deputati debbono usare tutti i mezzi a loro disposizione per indurre la fine del conflitto.

Il testo della petizione sostiene che restare in Iraq non vale il prezzo che gli Stati Uniti stanno pagando e richiede un sollecito ritiro delle truppe.

«I nostri fratelli stanno morendo mentre i politici si accapigliano tra loro» sostiene il Sergente Liam Madden, tra i promotori dell'iniziativa, in servizio presso il quartier generale di un battaglione di Marines in Virginia. che aggiunge: «Non si esprime sostegno alle truppe finanziando una guerra che le mette in pericolo».

Gli esperti legali vicini al gruppo organizzatore della raccolta di firme hanno precisato che i militari in servizio possono indirizzare appelli al Congresso per qualsiasi ragione senza dover per questo temere in alcun modo qualsiasi forma di rivalsa da parte dei loro superiori.

Oltre 200 firme sono state raccolte durante i primissimi giorni nei quali l'iniziativa è stata avviata (nell'ottobre 2006), ed avevano sperato di riuscire a sommarne almeno 2000 prima di presentarla al Congresso. Madden - che ha prestato servizio in Iraq per sette mesi, ha spiegato inoltre che i nomi dei firmatari saranno rivelati esclusivamente ai membri del Congresso che hanno ricevuto materialmente la petizione; ciò non ha reso possibile verificare direttamente quanto sostenuto dagli organizzatori, ossia che oltre il 60% dei militari che hanno apposto la loro firma in calce all'appello ha prestato servizio in Iraq.

La speranza espressa da un altro organizzatore, il sergente Jabbar Magruder, membro della Guardia Nazionale della California - che ha anch'egli servito in Iraq due anni fa - che il Congresso offra una qualche risposta a quella che ha definito «la voce dei militari in servizio» entro la fine del mese.

Durante la presentazione del documento, il deputato democratico Jim McGovern (Massachussets) ha elogiato il coraggio dei firmatari e ha affermato che il Congresso deve rispondere trovando la via per porre fine alla presenza militare americana in Iraq. In una dichiarazione il suo collega Dennis Kucinich, (Democratici, Ohio) ha fatto eco a tali sentimenti sostenendo che il ritiro americano non è una questione di «se ma di quando».

La bocciatura da parte della Commissione competente del Senato del piano sviluppato dal presidente George W. Bush per incrementare l'impegno militare USA in Iraq - annunciato pochi giorni prima - sembra poter essere una prima, concreta, risposta positiva alle speranze dei militari che hanno fatto appello al Congresso.

Fonti