Strage di Marzabotto: 10 ergastoli e 7 assoluzioni

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sabato  13 gennaio 2007

Il tribunale militare di La Spezia, presieduto dal dottor Vincenzo Santoro, ha emesso oggi la sentenza che chiude il processo per la strage di Marzabotto, compiuta dalle forze naziste in Italia tra il novembre e l'ottobre 1944 per rappresaglia contro le azioni fatte dai partigiani della Brigata "Stella Rossa".

La corte ha condannato all'ergastolo dieci dei diciassette imputati, tutti ex ufficiali nazisti: si tratta di Paul Albers (88), Josef Baumann (82), Hubert Bichler (87), Max Roithmeier (85), Max Schneider (81), Heinz Fritz Traeger(84), Georg Wache (86), Helmut Wulf(84), Adolf Schneider (87) e Kurt Spieler (81). Nessuno degli imputati era presente alla lettura della sentenza. Assolti, invece, per non aver commesso il fatto Hermann Becker (87), Gunther Finster (82), Ernst Gude (80), Wilhelm Kusterer (84), Albert Piepenschneider (83), Franz Stockinger (81) e Otto Erhart Tiegel (81).

Ai condannati è stato imposto anche l'isolamento diurno nonché il risarcimento di una provvisionale a 90 parenti delle vittime dell'eccidio, costituitisi parte civile, per complessivi nove milioni di euro circa. Un'ulteriore provvigionale dovrà essere versata alla Regione Emilia Romagna (per 30mila euro), alla Provincia di Bologna (per 40.000 euro) nonché ai Comuni di Marzabotto, Grizzana e Monzuno (per 35.000 euro ciascuno).

Particolarmente lunga l'istruttoria del procedimento: alla Procura militare della Spezia, i fascicoli processuali, redatti dagli Alleati nel 1944/45, sono giunti solo nel 1996. Il loro esame è durato sino al 2002, prima che potessero iniziare le indagini operative. Il Procuratore militare Marco De Paolis ha inizialmente indagato 500 nominativi, chiedendo l'esercizio dell'azione penale per 22 imputati. Il loro numero è sceso a 17 a motivo di decessi e stralci che si sono susseguiti nel tempo.

Edoardo Masetti, sindaco di Marzabotto, ha accolto positivamente la sentenza: «E' agrodolce, perché ci soddisfa per l'esito del processo ma ci rammarica perché la giustizia è arrivata troppo tardi. È, comunque, una vittoria della democrazia». Analogo il commento del vicesindaco del comune bolognese, Primo Gandolfi: «Siamo soddisfatti perché finalmente abbiamo avuto il senso della giustizia dei fatti accaduti, per i familiari, per i superstiti e per i cittadini di Marzabotto, ma è soprattutto un esempio per i giovani, ai quali adesso potremo dire finalmente che la giustizia esiste».

Fonti

Wikipedia
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