Teatro: Memorie dal sottosuolo

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4 giugno 2006

Il 23 maggio ha debuttato in prima nazionale Memorie dal sottosuolo, la nuova produzione del Teatro di Roma. Tratto da Fedor Dostoevskij, adattamento e regia di Gabriele Lavia, lo spettacolo è il primo appuntamento di un progetto che prevede nella stagione 2006-2007 la messa in scena di Misura per Misura all'Argentina, e probabilmente una terza tappa dedicata a Strindberg. Nel cast: Gabriele Lavia, Pietro Biondi, Euridice Axen.

Scritto nel 1865, il romanzo di Dostoevskij indaga la psicologia di un giovane impiegato malato di solitudine, l’“Uomo del sottosuolo”: un “…uomo malato, un uomo cattivo, un uomo che non ha nulla di attraente, ripugnante in sommo grado…” come si autodefinisce il protagonista nell’incipit del romanzo. Gabriele Lavia interpreta il protagonista in modo a tratti grottesco, con il suo inciampare continuamente nella neve fradicia. «E’ un individuo in movimento, in totale solitudine, che non rinnega le ferite dell’anima, ma esaltandole le trascina nelle fondamenta dell’anima.». Con lui sulla scena la giovane prostituta Lisa (Euridice Axen) e il domestico Apollon (Pietro Biondi). Apollon, che non parla se non recitando salmi, rappresenta la coscienza dell’uomo del sottosuolo, lo guida e lo rimprovera.

Il “Sottosuolo” dell'autore russo è la condizione dell’uomo solo, escluso dalla società e ripiegato su se stesso. Testo non destinato al teatro, Memorie dal sottosuolo è stato trasformato in drammaturgia dallo stesso regista, che ha fondato il suo spettacolo sull'ultimo episodio con cui si chiudono le Memorie: l'appuntamento del protagonista con una donna.
«In questa “ultima scena” ho cercato di introdurre le confessioni che fanno impietosamente luce sugli angoli più bui e sudici del “sottosuolo” del protagonista - afferma Lavia - e che occupano la prima parte nel racconto di Dostoevskij.» Il fallimento e il senso di colpa sono i temi portanti del dramma, come sfondo alla possibile svolta nella vita dell'uomo del sottosuolo: l'incontro cion una giovane prostituta. Le scena di Carmelo Giammello sono dominate dalla neve, surreale, che sembra invadere tutto. I colori sono grigi, a simboleggiare il freddo della mancanza di amore. I costumi sono di Andrea Viotti, le musiche di Andrea Nicolini, le luci di Giovanni Santolamazza.

Al Teatro India a Roma, repliche dal 23 maggio fino al 18 giugno 2006.

Fonti