Conclusione della legislatura italiana 2001-2006

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11 febbraio 2006

Si è conclusa la legislatura italiana 2001-2006[modifica]

Si è conclusa oggi la XIV Legislatura della Repubblica Italiana, iniziata 1.718 giorni fa, il 30 maggio 2001, in seguito alle elezioni del 13 maggio. Infatti stamattina, come da precedenti accordi e dopo aver sentito i presidenti delle Camere, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha emesso il decreto di scioglimento del Parlamento.

La composizione della Camera è stata di 329 deputati per la Casa delle Libertà (53,8%), 264 per L'Unione (43,1%) e 19 non appartenenti a nessuno degli schieramenti. Al Senato erano presenti 171 senatori per la CdL (53,3%), 128 per L'Unione (39,9%) e 22 di altre componenti.

Si sono succeduti due Governi, dall'11 giugno al 20 aprile 2005 e dal 22 aprile fino ad oggi, entrambi guidati dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Economia[modifica]

Il PIL italiano (rosso) e quello europeo (verde) a confronto
L'inflazione italiana (rosso) e quella europea (verde) a confronto
Il debito pubblico italiano in milioni di euro
Il rapporto tra il deficit e il PIL italiano (rosso) e la media europea (verde) a confronto
L'occupazione italiana (rosso) e quella europea (verde) a confronto

Il crollo della bolla speculativa finanziaria alla metà del 2000, l'inizio della guerra al terrore nel 2001 e la conseguente crisi petrolifera hanno creato uno scenario economico negativo per tutto il mondo. Alcuni paesi hanno reagito meglio, altri peggio, ma vediamo come si è comportata l'Italia in questa legislatura.

La crescita annua del PIL, cioè della ricchezza totale prodotta, ha subito un arresto passando dall'1,8% del 2001 allo 0,2% del 2005, attestandosi quindi al di sotto della media dei paesi nell'area euro, cioè dei paesi che hanno aderito all'Euro, che è diminuita dall'1,9% all'1,3%.

L'inflazione, cioè l'incremento dei prezzi di beni e servizi, è rimasta pressoché stabile dal 2,3% al 2,2%, in linea con la media europea, anche se negli anni ha avuto sbalzi maggiori di quest'ultima. Bisogna tenere conto che in Italia il calo dei consumi, dovuto anche ad una debole crescita del PIL, ha contribuito a calmierare l'aumento dei prezzi.

Questi fattori, a fronte di un aumento della popolazione del 2,6%, hanno determinato l'impoverimento medio di ogni abitante pari al 5,5% rispetto alla media europea, dato che il PIL pro capite, a parità di potere d'acquisto rapportato alla media dei 25 paesi dell'Unione Europea, è sceso da 109,4 a 101,3, mentre la media dei paesi dell'eurozona da 108 a 105,8.

L'Italia versa da decenni in una situazione difficile a causa del pesante debito pubblico, che ci obbliga a sostenere il pagamento di onerosi interessi. Nel periodo preso in considerazione, il debito pubblico ha continuato a crescere passando da 1.336.038 milioni di euro a 1.498.615. Invece in rapporto al PIL, dal 2001 al 2004, il debito è diminuito dal 110,9% al 106,5%. In parole povere, il rapporto indica che i proventi annui di tutte le attività commerciali presenti sul nostro territorio sono inferiori all'indebitamento, mentre a livello europeo questo valore è passato dal 63,1% al 63,3%.

Gli accordi raggiunti dall'Unione Economica e Monetaria nel Patto di stabilità e crescita indicano che il rapporto tra il deficit e il PIL non deve superare la barriera del 3%, per non indebitare ulteriormente le amministrazioni pubbliche. L'Italia ha infranto questa soglia in tutti gli anni a parte nel 2002, con una previsione del 4,3% per il 2005, mentre la media europea è rimasta sempre al di sotto della soglia.

Dal punto di vista dell'occupazione, l'incremento annuo dei posti di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, è diminuito dal 2% allo 0,9%, attestandosi al di sopra della media europea che è variata dall'1,7% allo 0,7%. Per quanto riguarda la distribuzione del reddito la media del 20% dei salari più ricchi è aumentata da 4,8 a 5,6 volte la media dei salari più poveri, superiore alla media europea che è aumentata da 4,4 a 4,8 volte.

Nota: i dati sul 2005 sono una previsione ancora da confermare e sono forniti a scopo valutativo.

Leggi e riforme emanate[modifica]

Leggi emanate in Italia

Nel corso della legislatura sono state approvate 605 leggi dal Parlamento, di cui 3 modificate dopo la bocciatura ricevuta dal Presidente della Repubblica. Le leggi costituzionali approvate sono state 4, di cui una richiede il referendum confermativo. I decreti legislativi attuativi di leggi delega sono stati 109.

Le più importanti riforme messe in atto sono state:

  • riforma del diritto societario e fallimentare per la semplificazione delle procedure e la protezione del risparmio (L.366/01, L.166/04, L.262/05)
  • riforma di parte dell'ordinamento giudiziario in materia di rogatorie internazionali, sistema elettorale del CSM, illeciti delle imprese tra cui la depenalizzazione del falso in bilancio, legittimo sospetto, indulto, immunità penale delle alte cariche dello Stato, attenuanti generiche (L.367/01, L.44/02, D.Lgs. 61/02, legge Cirami L.248/02, L.259/02, L.277/02, L.279/02, lodo Schifani L.140/03C, L.207/03, L.145/04, L.150/05, legge ex. Cirielli L.251/05P)
  • interventi per il rilancio dell'economia, tra cui l'abolizione della tassa di successione, che previsto lo stanziamento di 1.436 milioni di euro (legge Tremonti-bis L.383/01)
  • avvio delle grandi opere pubbliche (L.443/01)
  • riforma elettorale che ha reintrodotto il sistema elettorale proporzionale, il voto degli italiani all'estero e normato il conflitto di interessi (L.459/01, L.90/04, L.215/04, L.40/05, L.110/5, L.270/05)
  • partecipazione alle operazioni militari multinazionali, tra cui in Afghanistan e in Iraq, che ha previsto lo stanziamento di 3.164 milioni di euro (L.6/02, L.42/03, L.231/03, L.68/04, L.207/04, L.208/04, L.37/05, L.39/05, L.157/05, L.158/05)
  • norme sull'immigrazione e legalizzazione del lavoro di extracomunitari che ha previsto lo stanziamento di 416 milioni di euro (legge Bossi-Fini L.189/02C, L.222/02, L.228/03)
  • riforma del lavoro che ha introdotto alcuni tipi di rapporti di lavoro a tempo parziale (L.266/02, riforma Biagi L.30/03)
  • riduzione della pressione fiscale che ha ridotto il gettito fiscale dello 0,1% del PIL e introdotto vari condoni di evasione fiscale (L.289/02, L.27/03, L.80/05)
  • riforma del sistema scolastico (riforma Moratti L.53/03, L.186/03)
  • riforma del sistema radiotelevisivo che ha introdotto il digitale terrestre (L.313/03, L.43/04, legge Gasparri L.112/04P)
  • riforma del sistema pensionistico che ha innalzato il limite d'età da 57 a 60 anni per le donne e 61 anni per gli uomini e gli anni minimi contributivi da 38 a 40 a prescindere dell'età (L.243/04)
  • devoluzione e riforma Costituzionale con l'introduzione del premierato (DDL.2544 da approvare con referendum)
C: legge in parte o totalmente bocciata dalla Corte costituzionale
P: legge bocciata dal Presidente della Repubblica e in seguito modificata e approvata

Leggi non promulgate dal Presidente della Repubblica[modifica]

Nel corso della legislatura il Presidente della Repubblica ha rinviato al Parlamento 6 leggi, di cui 3 sono state modificate e in seguito approvate:

  1. superamento stato di crisi per il settore zootecnico ("mucca pazza" DL.4/02)
    • i tempi indicati dalla legge erano già scaduti, 29 marzo 2002
  2. incompatibilità dei consiglieri regionali (DDL.1517)
    • è una materia di competenza regionale, 5 novembre 2002
  3. qualità regolazione, riassetto normativo e codificazione (L.229/03)
    • i capitoli di spesa non erano specificati, 10 aprile 2003
    • modificata e approvata il 29 luglio 2003
  4. riforma del sistema radiotelevisivo (legge Gasparri L.112/04)
    • in contrasto con una precedente sentenza della Corte costituzionale, 15 dicembre 2003
    • modificata e approvata il 3 maggio 2004
  5. riforma dell'ordinamento giudiziario (legge ex. Cirielli L.150/05)
    • per palesi incostituzionalità, 16 dicembre 2004
    • modificata e approvata il 25 luglio 2005
  6. riforma giudiziale sull'appello (legge Pecorella DDL.3600)
    • per palesi incostituzionalità, 20 gennaio 2006

Procedure d'infrazione della Commissione europea[modifica]

Procedure d'infrazione contro l'Italia (rosso) a confronto con la media europea (verde)
Ricorsi alla corte di giustizia contro l'Italia (rosso) a confronto con la media europea (verde)

Dal 2001 al 2004 sono state avviate 469 procedure d'infrazione contro l'Italia, contro la media europea di 318. Una procedura d'infrazione viene avviata dalla Commissione europea nel caso che una norma comunitaria non sia stata recepita e convertita in legge da uno degli Stati appartenenti. Una volta ricevuta la notifica, lo Stato deve preoccuparsi di conformare la propria legislazione alle direttive europee e rispondere alla Commissione.

Nel caso quest'ultima non ritenesse appropriate le modifiche apportate o la risposta ricevuta dello Stato in questione, si procede all'invio di un Parere motivato. L'Italia ne ha ricevuti 251 contro la media europea di 136.

Di questi, per 89 la Commissione ha dovuto fare ricorso alla Corte di giustizia, contro la media europea di 50. Il ricorso alla corte è la misura più drastica e viene effettuato solo per risolvere i possibili contenziosi nei confronti dello Stato in questione, oltre a decidere l'entità della multa che quest'ultimo dovrà pagare fino al momento in cui non verrà risolto il contenzioso stesso.

Parlamentari condannati per reati penali[modifica]

In questa legislatura sono stati eletti 11 deputati e 8 senatori che hanno ricevuto almeno una condanna penale in via definitiva:

  1. Massimo Maria Berruti (deputato FI)
    • 8 mesi definitivi per favoreggiamento nel processo per le tangenti alla Guardia di Finanza
  2. Alfredo Biondi (deputato FI)
    • 2 mesi patteggiati per evasione fiscale (sentenza revocata il 28 settembre 2001 per intervenuta abrogazione del reato)
  3. Giampiero Cantoni (senatore FI)
    • 2 anni patteggiati per corruzione, bancarotta fraudolenta e altri reati come ex presidente della BNL in quota PSI
  4. Enzo Carra (deputato La Margherita)
    • 1 anno e 4 mesi definitivi per false dichiarazioni al PM su tangente Enimont
  5. Marcello Dell'Utri (senatore FI)
    • 2 anni definitivi per frode fiscale e false fatturazioni di Publitalia
    • 6 mesi patteggiati per false fatturazioni di Publitalia
  6. Antonio Del Pennino (senatore FI)
    • 2 mesi e 20 giorni patteggiati per finanziamento illecito di Enimont
    • 1 anno 8 mesi e 20 giorni patteggiati per finanziamento illecito della metropolitana milanese
  7. Walter De Rigo (senatore FI)
    • 1 anno e 4 mesi patteggiati per truffa ai danni del ministero del lavoro e della CEE per falsi corsi di qualificazione professionale per la sua azienda
  8. Gianstefano Frigerio (deputato FI)
    • 3 anni e 9 mesi per corruzione per le tangenti delle discariche milanesi
    • 2 anni e 11 mesi per concussione, corruzione, ricettazione e finanziamento illecito in Tangentopoli
  9. Giorgio Galvagno (deputato FI)
    • 6 mesi e 26 giorni patteggiati per inquinamento delle falde acquifere, abuso e omissione di atti ufficio, falso ideologico, delitti colposi contro la salute pubblica e omessa denuncia dei responsabili della Tangentopoli astigiana nello scandalo della discarica di Vallemanina e Valleandona
  10. Lino Jannuzzi (senatore FI)
    • 2 anni e 4 mesi definitivi per diffamazioni varie (graziato dal Capo dello Stato)
  11. Giorgio La Malfa (deputato PRI)
    • 6 mesi e 20 giorni definitivi per finanziamento illecito di Enimont
  12. Roberto Maroni (deputato Lega Nord)
    • 4 mesi e 20 giorni definitivi per resistenza a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede del partito a Milano.
  13. Augusto Rollandin (senatore Union Valdôtaine-DS)
    • 16 mesi definitivi dalla Cassazione per abuso d’ufficio
  14. Vittorio Sgarbi (deputato FI)
    • 6 mesi definitivi per truffa aggravata e continuata ai danni del ministero dei beni culturali
  15. Calogero Sodano (senatore UDC)
    • 1 anno e 6 mesi definitivi per abuso d’ufficio finalizzato a favorire i costruttori abusivi in cambio di favori elettorali
  16. Egidio Sterpa (deputato FI)
    • 6 mesi definitivi per finanziamento illecito di Enimont
  17. Antonio Tomassini (senatore FI)
    • 3 anni definitivi dalla Cassazione per falso
  18. Vincenzo Visco (deputato DS)
    • 10 giorni definitivi dalla Cassazione per abusivismo edilizio a causa di ampliamenti illeciti nella sua abitazione
  19. Alfredo Vito (deputato FI)
    • 2 anni patteggiati per 22 episodi di corruzione

Questo elenco è stato posto all'attenzione dell'opinione pubblica dal noto comico genovese Beppe Grillo, che ha più volte espresso una dura critica nei confronti di tale situazione, dato che gli organi d'informazione non se ne sono mai occupati. Tramite una provocatoria inserzione pubblicitaria, autofinanziata dai lettori del suo blog e suoi sostenitori, sul quotidiano statunitense International Herald Tribune ha reso pubblica la questione.

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