La Ue vuole abbattere il roaming dei cellulari

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27 marzo 2006 La sfida è lanciata: il commissario Ue alla Società dell'informazione e dei media, Viviane Reding, renderà noto domani il piano dell'Unione Europea per abbassare le tariffe delle chiamate all'interno della comunità europea, tentando di introdurre il cosiddetto "prezzo domestico", in modo tale che un utente possa telefonare ad un qualsiasi altro telefonino europeo agli stessi costi che in patria.

Il comunicato di Bruxelles contiene una proposta che fortifica l'intenzione dell'Europa unita di abbassare i costi del roaming internazionale e rendere meno costose le telefonate degli europei che viaggiano all'estero. La Commissione Europea intende agire su due fronti.

Da un lato vuole fare in modo che i prezzi vengano ridotti all'ingrosso, cioè si vuole abbattere il prezzo che l'operatore di un Paese "A" deve pagare all'operatore di un altro "B", quando un suo utente effettua o riceve una chiamata nel Paese "B".

In secondo luogo, l'Unione Europea intende fare in modo che la prima parte della normativa riesca effettivamente a vantaggio dell'utenza, agendo sul settore retail, cioè sui prezzi che l'utente paga al proprio gestore, eliminando, o quasi, i prezzi, oggi elevati, del roaming.

Nella pratica, questo significa che chiamare con un cellulare italiano un utente tedesco costerà uguale chiamando dalla Germania o dall'Italia. Entro aprile, la commissione vaglierà i pareri delle varie aziende del settore, per poi far partire l'iter burocratico della legge: si prevede che il parlamento e il consiglio europei potrebbero approvare la norma entro la prima metà del 2006, essendo entrambi largamente favorevoli all'iniziativa.

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