Montezemolo: «Il bilancio di Prodi è magro»

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1 agosto 2006

In un'intervista rilasciata al Wall Strett Journal, il presidente di Confidustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha espresso le sue perplessità sui primi mesi di governo dell'Unione, parlando di un bilancio «magro»: «In questi due mesi non ho visto un solo reale sforzo di riduzione della spesa. E allo stesso tempo le tasse sulle imprese sono aumentate», ha detto.

«Il crescente disincanto all'interno della comunità degli affari per i primi mesi di governo del premier Romano Prodi sta sollevando dubbi sul fatto che Roma sia capace di portare a termine i suoi due principali obiettivi di promuovere la crescita economica e di tagliare allo stesso tempo la spesa pubblica», ha precisato Montezemolo. «Prodi - ha sottolineato - è salito al potere in maggio come leader di una coalizione di centrosinistra appoggiata da una maggioranza molto esigua in Parlamento ed ha ereditato un debito pubblico stellare e l'economia più lenta tra i 12 paesi dell'eurozona. Nel corso della campagna elettorale, e anche dopo essere entrato in carica, ha promesso che avrebbe portato avanti grandi tagli alle tasse sulle imprese per promuovere la crescita».

Forti preoccupazioni sono state espresse dal leader degli industriali circa gli interventi fiscali: «Il ministro delle Finanze di Prodi, Tommaso Padoa Schioppa, ha ripetutamente promesso l'approvazione di tagli al budget per 2,5 punti percentuali del Pil, equivalenti a 35 milioni di euro, entro la fine dell'anno, ottenuti principalmente con la riduzione della spesa pubblica, che oggi rappresenta il 40% del Pil italiano. Ma le promesse di abbassare le tasse e di tagliare la spesa devono ancora essere mantenute. Nel frattempo, il mese scorso il governo ha avvisato sei regioni italiane del fatto che avrebbero dovuto aumentare il prelievo sulle aziende e sulle persone per coprire spese sanitarie fuori controllo».

Montezemolo è anche intervenuto sulla delicata questione delle liberalizzazioni, definendo il decreto Bersani come «un primo, timido passo verso qualcosa di essenziale per la futura crescita di questo Paese. Credo che, a causa delle sue divisioni interne, per il governo sarà molto difficile portare avanti le liberalizzazioni più importanti».

Secondo il numero uno di Confindustria «la coesione politica è debole», come dimostrato dalle costanti liti interne tra i nove partiti che compongono la compagine governativa.

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